L’archivio del agosto 2023

L’uniforme gratuita

Nel corso del presente secolo, per quasi due decenni, mi aveva preoccupato la crescente militarizzazione della coscienza collettiva russa: un fenomeno alimentato, senza alcun tentativo di mascherarsi, dallo Stato russo. L’estetica militare stava diventando sempre più di moda, creando dei disagi psicologici alla gente mentalmente resiliente.
A partire dal 24 febbraio 2022, poi, mi preoccupa ancora di più l’approvazione (e ancora più spesso l’indifferenza) manifestata dalle grandi masse – nella società russa – verso la guerra iniziata dalla Russia in uno Stato vicino.
Ma, per fortuna, a volte mi giungono anche delle notizie rasserenanti. Per esempio: nei giorni scorsi la direzione di una scuola di Nižnij Novgorod ha distribuito alle famiglie degli iscritti al primo anno scolastico l’uniforme pseudo-militare che gli alunni avrebbero dovuto indossare il primo giorno della scuola, quindi il giorno in cui nelle scuole russe viene svolta la cerimonia festiva dell’inizio dell’anno scolastico. La maggioranza dei genitori si è però pubblicamente lamentata di tale iniziativa, alcuni hanno pure restituito – con una certa l’aria di sfida – l’uniforme alla scuola. Ora la direzione della scuola tenta di giustificarsi, sostenendo di essere stata fraintesa: ora dice che l’uniforme servirebbe per le attività extrascolastiche e per i festeggiamenti del Giorno della Vittoria (9 maggio) e della Giornata del difensore della patria (23 febbraio).

Non so ancora come possa finire questa storia, ma sento già una notevole gratitudine nei confronti di quei genitori. Ma hanno dato un po’ di ottimismo.


Conviene apparire assassino

La mattina di ieri, il 29 agosto, Dmitry Peskov – il portavoce di Putin – ha dichiarato che «la presenza del presidente al funerale di Prigozhin non è prevista».
Sempre ieri, di pomeriggio, si è svolto l’"evento" ufficialmente definito «funerale di Prigozhin»: senza Putin e senza il pubblico, senza gli onori militari dovuti per legge a una persona avente lo status di «Eroe della Russia», «segreto» secondo la formula ufficiosa.
La suddetta dichiarazione e la suddetta assenza di Putin insieme fanno una buona occasione per sottolineare un aspetto logico interessante: indipendentemente da quello che è realmente successo a Evgeny Prigozhin (abbattuto, fatto esplodere in aria, arrestato di nascosto sul secondo aereo, lasciato scappare all’estero etc., etc.), a Putin conviene far credere a una determinata categoria dei russi che sia stato proprio lui a ordinare l’eliminazione di Prigozhin. Tale ordine e la sua esecuzione in una data quasi simbolica (due mesi esatti dalla «rivolta») dimostrerebbero – nella sua logica mafiosa – una grande forza e la capacità di eliminare i nemici. Di conseguenza, i collaboratori più stretti e/o potenti dovrebbero spaventarsi e non pensare più ai tentativi di destituire Putin.
Il problema sta nel fatto che il trucco funzionerà fino alla prossima situazione di pericolo più o meno reale, quando Putin apparirà nuovamente in televisione impaurito e incapace di dire alcunché di preciso.
Ma per ora gli conviene far credere che sia stato lui a eliminare Prigozhin. In tale missione sarà sicuramente aiutato dai vari propagandisti ufficiali e non.


I problemi dell’insegnamento

Non ci avevo mai pensato prima, ma in realtà quello sottolineato dal Financial Times è un fenomeno abbastanza logico, teoricamente prevedibile: il contingente di militari ucraini arrivati in Germania per l’addestramento offerto dai militari europei è eterogeneo sia in termini di livello di formazione che di età (uno degli «studenti» ha più di settant’anni) ed è dunque facilmente ipotizzabile che alcuni comandanti ucraini preferiscano non sottrarre il personale militare più prezioso (quello più attivo mentalmente) alle missioni di combattimento. Se l’ipotesi dovesse essere corretta, si tratta, purtroppo, di una questione che non può essere risolta senza creare degli ostacoli alla controffensiva ucraina.
Nello stesso articolo, poi, vengono messi in evidenza altri due problemi. In primo luogo, è la mancanza degli interpreti che conoscano la terminologia tecnica militare in tutte le lingue utilizzate durante i corsi.
In secondo luogo, uno dei militari occidentali coinvolti nell’addestramento ha dichiarato, a condizione di anonimato, che i militari europei hanno a che fare con gli ufficiali-studenti ucraini che hanno ricevuto la loro formazione militare durante l’epoca sovietica e sono convinti di «saperne di più» delle materie trattate. Questo sarebbe un problema enorme nel contesto di quello che mi è capitato di sentire in una intervista (fatta in russo) dello studioso della guerra Michael Kaufman: l’esercito ucraino, nonostante tutta la sua evoluzione degli ultimi trent’anni, è comunque un erede della dottrina militare sovietica nella quale la priorità veniva data alla artiglieria e non (a differenza di quella americana) alle forze aeree. Di conseguenza, non è sufficiente – secondo Kaufman – fornire fisicamente gli F16 e le altre armi occidentali più o meno moderne: bisogna anche insegnare, da zero, agli ucraini il modo di usarli in un modo ben coordinato. Ma, aggiungo io, i blocchi mentali degli studenti rendono il compito ancora più difficile.
Tutto questo potrebbe farci giungere alla triste conclusione che l’unica soluzione sarebbe quella di schiacciare il nemico con la massa. Boh, vedremo…


Una prova di allarmismo

Oggi provo a esercitarmi in una attività a me poco tipica: l’allarmismo.
Probabilmente avete già letto che il 21 agosto l’ambasciata statunitense a Minsk ha chiesto ai cittadini americani di lasciare immediatamente la Bielorussia. Si tratta di un segnale molto preoccupante. La volta scorsa — almeno tra i casi che seguo io — il Dipartimento di Stato statunitense aveva invitato i propri connazionali a lasciare l’Ucraina alla vigilia della guerra iniziata il 24 febbraio 2022. Nonostante il nostro logico scetticismo dell’epoca, gli americani avevano in realtà avuto ragione.
In quale contesto è stato diffuso l’invito a lasciare la Bielorussia? Il 1° settembre 2023 in Bielorussia inizieranno le esercitazioni militari della CSTO (l’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva; ne fanno parte appena sei Stati: Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Russia e Tagikistan: indovinate chi comanda). Le cariche nucleari tattiche sono state trasferite in Bielorussia già da mesi. Ci si può aspettare qualsiasi provocazione, da un attacco all’Ucraina a un attacco al corridoio di Suwałki. Una provocazione messa in atto dall’esercito bielorusso, le unità militari russe, le unita della Wagner ancora fisicamente esistenti. È anche possibile che, sotto la copertura delle esercitazioni, Lukashenko venga buttato giù dal trono con la forza e la Bielorussia venga annessa.
Ormai sappiamo che da un certo personaggio ci si può aspettare qualsiasi cosa. Come minimo, non lascerà la maggioranza degli occidentali a far passare la guerra in sottofondo. E pensate a chi vive in quelle zone.


L’atterraggio

Oggi vediamo il video dell’atterraggio dell’aereo di (ma continuo a non scrivere «con») Evgeny Prigozhin:

«Per sicurezza» potevano fare atterrare anche il secondo, ma è andata come è andata. Vedremo gli sviluppi.


La musica del sabato

Mi sono accorto – non senza un aiuto esterno – di non avere mai postato alcuna canzone di Barry White. In effetti, cantava nei generi che mi capita di ascoltare molto raramente. Però era stato uno degli esponenti più notevoli di quei generi, dunque merita di essere conosciuto e ricordato.
In questo post inserisco due dei suoi brani più famosi.
La prima canzone di Barry White selezionata per oggi è la «You’re the First, the Last, My Everything» (dall’album «Can’t Get Enough» del 1974):

La seconda canzone scelta per oggi è la «Can’t Get Enough of Your Love, Babe» (sempre dall’album «Can’t Get Enough» del 1974):

Bene, un altro debito storico in meno.


Per scoprire se e cosa sia realmente successo a Evgeny Prigozhin ci vorranno, presumo, un po’ di anni e un po’ di avvenimenti di portata ancora più grande.
Nel frattempo, mentre l’argomento dell’aereo distrutto è ancora relativamente fresco, possiamo provare a leggere le reazioni dei combattenti della «Wagner» – quelli attuali e quelli ex – ai primi comunicati ufficiali sul volo interrotto.
Il testo proposto è una piccola ma interessante ricerca sociologica empirica…


Come potenziare il proprio PC

Questo post viene ripubblicato tutti gli anni l’ultimo venerdì di agosto.
Per la maggior parte dei miei lettori le vacanze (o il periodo di lavoro poco intenso) stanno per finire. Chi vuole iniziare la nuova stagione lavorativa senza gli inutili stress deve preparare bene i propri strumenti di lavoro per farli funzionare come si deve. Uno dei miei principali strumenti di lavoro è il computer, quindi oggi vi racconto cosa faccio io per migliorare le sue prestazioni. Si tratta di otto facili operazioni che ogni persona può fare da sé, quindi completamente gratis. Per alcune delle operazioni elencate serve la connessione a internet.
Parentesi aperta. Chi usa una OS di Apple vada pure a dire una preghiera a Steve Jobs. Chi usa Linux non ha bisogno dei miei consigli. Parentesi chiusa.
Per facilitare la comprensione del mio testo, lo divido in passaggi numerati e illustrati. Seguiteli proprio nell’ordine da me assegnato.
1. Passaggio primo. Pulite le ventole di raffreddamento del processore (e altre se presenti) e gli interni del computer dalla polvere. È una cosa relativamente semplice da fare sui desktop e sui vecchi modelli di portatili. Per i computer portatili più moderni chiedete a me o cercate delle video-istruzioni su YouTube: su alcuni modelli l’accesso alla ventola è un bel gioco di logica. Io, intanto, vi avviso che gli strumenti necessari sono un cacciavite sottile (di precisione), un aspirapolvere e 5 o 6 cotton fioc.

2. Passaggio secondo. Continuare la lettura di questo post »


Evgeny Prigozhin

Ebbene, sì: sarei stato molto felice di credere che il volo di Evgeny Prigozhin sopra le distese del nostro sofferente pianeta sia stato in qualche modo finalmente interrotto. Sarei pure felice di sperare in una veloce fine del volo di qualcun altro. Si tratta di un brutto stato mentale in cui mi ha portato la guerra.
Ma mi ricordo bene che Prigozhin era già «morto» nel 2019 in Congo nello schianto di un aereo cargo militare, mentre l’anno scorso era stato «ucciso» sul fronte ucraino.
E poi, sono anche insospettito dal fatto che l’aereo di Prigozhin abbia «smesso di volare» proprio quando a bordo «c’erano» non solo Prigozhin stesso, ma pure due suoi più stretti collaboratori Dmitry Utkin e Valery Chekalov.
E, naturalmente, non ho alcun motivo di fidarmi di quelle fonti pseudo-giornalistiche pro-Cremlino che per prime hanno lanciato la notizia e che ci raccontano fin dai primi minuti della morte di Evgeny Prigozhin.
Non voglio assolutamente unirmi ai seguaci del culto del grande e terribile Nonsapremomailaverità. Ma sono propenso a seguire la versione più realistica che è apparsa immediatamente nella mia — e non solo nella mia — testa: Evgeny Prigozhin ha semplicemente trovato il modo di lasciare la Russia con una eleganza incredibile e ora si sta già sottoponendo a un intervento di chirurgia plastica in qualche clinica latinoamericana o asiatica.
Un giorno avremo una conferma certa e precisa di questa versione. Oppure una smentita. Ma ce l’avremo.


Non tutto si compra

Non tento nemmeno di riassumere l’articolo del «New Yorker» su come le autorità americane abbiano cercato di organizzare la consegna (e il seguente funzionamento) ininterrotta dei sistemi Starlink all’esercito ucraino, mentre Elon Musk (il proprietario di Starlink), nello stesso periodo, aveva e spesso manifestava ogni sorta di dubbio e parlava periodicamente con Putin di non si capisce bene cosa. Se volete, potete leggere da soli questa storia, che in un certo senso ha dell’incredibile.
Il punto principale che meritevole di essere notato è: Elon Musk ha ammesso di aver comunicato ripetutamente con Putin dopo l’inizio della guerra in Ucraina.
Le voci o le notizie su questo aspetto circolavano già da molto tempo. E mi ricordo bene come all’inizio in tanti scherzavano: per quale somma lo Stato russo è riuscito a comprare Musk? Ma ora non solo tutto è stato confermato. Negli ultimi mesi abbiamo anche avuto l’opportunità di osservare cosa sta facendo Musk con il Twitter acquistato… Tra parentesi: (l’idea stessa di acquistare un social network con un concetto-base un po’ stupido e un potenziale di sviluppo tecnico/concettuale poco chiaro è già piuttosto folle)… Comunque: ora sappiamo che Musk non è stato comprato; ora sappiamo che il successo e i soldi gli hanno fatto saltare la testa, freni e tutto il resto. È assolutamente convinto di poter fare qualsiasi cosa, in tutti i sensi.
Quanto è semplice e banale tutto in questo mondo…