L’archivio del giugno 2023

La musica del sabato

Il 24 maggio è morta, all’età di 83 anni, Tina Turner: una di quelle figure musicali che non hanno bisogno di essere presentate. Ma io sono stato in un forte dubbio circa la possibilità di includere le sue canzoni nella mia rubrica musicale: pur comprendendo la qualità e l’importanza musicale di Tina Turner, non sono mai stato un suo grande fan. È successo per dei motivi puramente estetici: mi è sembrato che spesso tentasse di integrare e «rafforzare», in un modo sproporzionato, la componente musicale con il rumore e l’épatage scenico. Molto probabilmente, tale mia impressione nasce dal fatto che nella fase iniziale ho conosciuto la musica di Tina Turner non in un formato puramente audio. Boh…
E poi, non volevo limitarmi a sfruttare il semplice fatto della morte di una persona famosa.
Ma alla fine ho deciso di provare a rimediare e selezionare, come da tradizione, due brani più o meno rappresentativi.
La prima canzone scelta è la «What’s Love Got to Do with It»: è uno dei brani principali dell’album «Private Dancer» (del 1984), con il quale Turner è tornata dopo un apparente declino irreparabile della carriera e cinque anni di silenzio.

La seconda canzone scelta per oggi è la «We Don’t Need Another Hero»: uscita come singolo l’8 luglio 1985, fa parte della colona sonora del film «Mad Max Beyond Thunderdome». Probabilmente, è il più noto dei suoi contributi cinematografici.

Ecco, oggi è andata così. Incredibilmente, sono riuscito a evitare la canzone più scontata e postata, nei giorni scorsi, pure dai sordi. Mi sento quasi un eroe…


L’articolo segnalato questo sabato è la testimonianza della fotografa Nicole Tung che ha passato diversi mesi – a partire dai primi giorni – a fotografare la guerra in Ucraina. Esistono tante interviste ai fotografi di questa guerra, in quella consigliata oggi è particolarmente interessante l’aspetto della abitudine alla guerra, della integrazione della guerra nella vita quotidiana.


Il cibo

È sicuramente bella la storia di quel signore giapponese che con l’inizio della guerra è andato a fare il volontario in Ucraina, dopo circa sette mesi ha venduto la propria casa in Giappone e ha aperto un «ristorante» a Kharkiv per far mangiare gratis circa cinquecento persone al giorno.
Ma esistono anche delle iniziative di portata molto più ampia, non meno belle e statisticamente più utili. Per esempio, l’organizzazione World Central Kitchen ogni giorno distribuisce più di 100.000 pasti ai rifugiati ucraini in 9000 sedi. I prodotti necessari per la preparazione dei pasti provengono da tutto il mondo.
Anche le donazioni si accettano da tutto il mondo.


Il mio primo sondaggio del mese serio riguarda una grandissima stranezza che continuo a osservare nella vita quotidiana circostante pure ora, a giugno del 2023…
Da persona [convinta di essere] razionale pensavo che tutti gli esseri umani dotati di cervello sapessero ormai come funzionano le varie mascherine, come si trasmette il Covid-19 e qual è la probabilità di contattarlo ora etc. etc.. Eppure ora, a giugno 2023, vedo ancora in giro delle persone che indossano le mascherine! Nonostante il caldo, alcuni indossano addirittura le terribili FFP2. Nonostante la presunzione che tutti abbiano acquisito le conoscenze di cui sopra, alcuni pazzi continuano a indossare le mascherine pure all’aperto.
Certo, non posso escludere che alcuni di loro siano non pazzi, ma positivi al virus e non intenzionati a trasmetterlo agli altri… Ma il sondaggio lo faccio comunque:

Tra tutti i negativi al Covid-19, chi è – a giugno 2023 – il più pazzo?

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Spero che voi siate sani in tutti i sensi!
N.B.: il sondaggio è anonimo per i votanti non registrato o non loggati sul sito. Il sondaggio più recente è sempre visibile sulla prima pagina del sito. Tutti i miei sondaggi sono raccolti su una apposita pagina.


Quanto ha funzionato la magia…

Mi ero quasi dimenticato che il 17 e il 18 maggio la Chiesa ortodossa russa aveva effettuato, in collaborazione con il Ministero della «Difesa» russo dei sorvoli dei territori russi potenzialmente in pericolo nell’ottica della guerra con una «icona miracolosa» per prevenire gli attacchi dei droni. Nell’occasione sono state pure recitate delle preghiere per la Santa Russia.
Capisco che si tratta di un aspetto di importanza minuscola rispetto alla distruzione delle vite umane, ma spero che al termine di questa guerra riceva una bella sconfitta anche la barbaria preistorica chiamata religione. Almeno nella sua forma istituzionalizzata.
In ogni caso, la Chiesa ortodossa del patriarcato di Mosca è uno degli organi del potere dello Stato, quindi di Putin. Inevitabilmente, avrà anch’essa la sua punizione.