L’archivio del aprile 2023

La foto del 2022

Era facilmente prevedibile dal momento dell’annuncio dei premi «regionali»: il premio principale del più prestigioso premio per i fotogiornalisti – il World Press Photo – è stato assegnato a Yevhen Maloletka, un fotografo ucraino che ha lavorato a Mariupol durante i mesi dell’assedio della città da parte delle bande russe. Una delle foto scattate all’ospedale di Mariupol, colpito dall’esercito russo, ha vinto nella categoria Foto dell’anno.
Sulla foto vediamo l’evacuazione di Irina Kalinina, 32 anni, ferita dai bombardamenti. Il suo bambino nascerà morto, Irina morirà mezz’ora dopo il parto. In quel bombardamento sono state uccise tre persone e 17 sono state ferite. La Russia putiniana non si riconosce responsabile di questo crimine.

Gli altri vincitori del premio per il 2022 possono essere visualizzati sul sito ufficiale del concorso.


Robecco d’Oglio, 28 dicembre 2022

Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Robecco d’Oglio del 28 dicembre 2022.
Si tratta di un piccolo comune quasi per nulla interessante dove sono finito solo perché ero di passaggio: il paese condivide…

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Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Robecco d’Oglio del 28 dicembre 2022.
Si tratta di un piccolo comune quasi per nulla interessante dove sono finito solo perché ero di passaggio: il paese condivide la stessa stazione ferroviaria con un altro comune – un po’ più grande e più interessante – che è stato il vero obiettivo del mio viaggio.


Patriot dalla Germania

Il sito web del governo tedesco sostiene che la Germania avrebbe consegnato all’Ucraina il primo sistema di difesa aerea Patriot e i relativi missili. Allo stesso tempo, il portavoce dell’aeronautica militare ucraina Yuriy Ignat – secondo me per evidenti motivi di sicurezza – si è dichiarato in grado di confermare o smentire il suddetto rapporto del governo tedesco.
Ma, come succede spesso con le notizie del genere, la parte più interessante è quella non scritta. Se all’Ucraina viene consegnato un sistema del genere, sicuramente non arriva per stare fermo in qualche deposito per un periodo di tempo lungo o addirittura indefinito (probabilmente rischiando anche di essere colpito da qualche bombardamento russo). Significa che alcuni militari ucraini sono già stati addestrati – o si trovano in una fase abbastanza avanzata di addestramento – per poter usare Patriot. Per ora non abbiamo delle notizie in merito, ma sempre per i motivi ovvi di sicurezza l’Ucraina non le diffonderà in anticipo.
Sicuramente lo stesso sta succedendo anche con gli altri tipi di armamenti.


Un cittadino da proteggere

Ieri sono stati presentati alla Duma gli emendamenti al disegno di legge sulla responsabilità per la cooperazione con le Organizzazioni internazionali di cui la Russia non fa parte. Gli autori formali degli emendamenti – cioè quelli che hanno ricevuto le relative mail dal Cremlino – propongono di integrare il Codice penale russo con il comma 3 dell’articolo 284 sulla «prestazione di assistenza nell’esecuzione di decisioni di organizzazioni internazionali a cui la Federazione Russa non partecipa o di organismi statali stranieri».
«Prestare assistenza nell’esecuzione di decisioni di […] organismi statali stranieri in merito al perseguimento penale di funzionari delle Autorità pubbliche della Federazione Russa in relazione alle loro attività di servizio, di altre persone in relazione al loro servizio militare o alla permanenza in formazioni di volontari» sarebbe considerato un reato. La riforma prevede fino a cinque anni di reclusione per il «reato» trattato.
Il deputato Vasily Piskaryov – il presidente del Comitato della Duma per la sicurezza e la lotta alla corruzione e uno degli «autori» degli emendamenti – ha dichiarato che gli emendamenti mirerebbero a proteggere i cittadini russi.
In realtà possiamo immaginare quale cittadino specifico si tenta di proteggere in tal modo. Altrettanto facilmente possiamo immaginare da quale Organizzazione si tenta di proteggerlo. E, a differenza dei deputati e degli autori degli emendamenti, possiamo immaginare che molto difficilmente Putin verrà rapito sul territorio russo (dove si applica il Codice penale russo) per essere portato all’Aja. Indipendentemente dalla modalità in cui verrà – eventualmente – consegnato alla Corte penale internazionale (dalla quale è ricercato), gli esecutori di tale consegna si organizzeranno abbastanza bene per sottrarsi alla applicazione del Codice penale russo.
Cosa sarà del Codice stesso dopo l’arresto di Putin è un’altra grande domanda, ma sicuramente sarà applicato non come ora.


La guerra sui manuali di storia

In generale non mi piacciono tutte quelle notizie che sono scritte al futuro: sono particolarmente diffuse nei media russi e parlano dei vari progetti governativi di fare qualcosa nel futuro più o meno vicino. Quasi sempre sono dei progetti che o non si realizzano (a volte perché non sono annunciati per essere realizzati) o si realizzano in tempi e in modalità diversi da quelli annunciati. Ma vedo che a volte l’eco di quelle notizie arriva anche sulla stampa europea…
Oggi provo ad anticipare un po’ quell’arrivo perché la «notizia» è abbastanza curiosa. Essa è composta da due parti:
1) entro marzo dovrebbe essere pronto il nuovo manuale di storia per il penultimo anno della scuola superiore russa: in quel manuale verranno illustrati «i motivi e gli obiettivi» della guerra in Ucraina;
2) di conseguenza, le domande sulla guerra potranno essere presenti anche nei test dell’esame di maturità a partire dall’anno scolastico 2024/2025.
La traduzione della notizia nel linguaggio degli esseri umani: il gruppo di personaggi noto con il nome collettivo «il Cremlino» è tanto ottimista da pensare di non perdere la guerra entro la seconda metà del 2024.
Potrebbero anche avere indovinato, nel senso che le guerre di posizione come quella che osserviamo attualmente in Ucraina possono durare anche molto a lungo. Ma la fretta di immortalare le proprie scuse fantasiose pure sui libri di storia mi sembra comunque un po’ ridicola e allo stesso tempo divertente.


Le strade per Bakhmut

Il video domenicale di oggi è dedicato alla situazione su quelle strade che collegano ancora la città di Bakhmut al resto della Ucraina non invasa. Quelle poche strade vengono utilizzate quotidianamente per portare tutto il materiale necessario in città e portare dalla città i feriti.

P.S.: buona Pasqua, ortodossi…


La musica del sabato

A volte può capitare che qualche mio post musicale venga influenzato dalle mie scoperte cinematografiche. Per esempio: qualche settimana fa mi è venuta la voglia di riascoltare la Sinfonia n. 5 di Gustav Mahler. L’avrei condivisa anche con voi, ma mi ricordo di averlo già fatto poco più di due anni fa… Di conseguenza, ho iniziato a pensare alle alternative valide e ho trovato presto la soluzione ovvia!
Il post di oggi può essere dedicato al Concerto per violoncello in mi minore (Op. 85) del compositore inglese Edward Elgar. Questa composizione, scritta presumibilmente nel 1919, è stata per la prima volta eseguita il 27 ottobre 1919 alla apertura della stagione 1919–1920 della London Symphony Orchestra. Nonostante l’occasione importante, la prima di questo Concerto è stata professionalmente tragica per Elgar: il resto del programma doveva essere diretto dal suo collega / concorrente Albert Coates, il quale aveva tenuto impegnata l’orchestra nelle prove fino a non lasciare a Elgar il tempo necessario per le prove del suo concerto. Inevitabilmente, dunque, la prima esecuzione era andata un po’ male…
Per fortuna, però, la composizione non è andata persa: nei decenni successivi è stata eseguita e registrata molte volte. Ora la potete apprezzare anche voi:

E, ovviamente, ricordatevi che nei buoni film sono nascosti tanti riferimenti interessanti.


Il britannico Royal United Services Institute for Defence and Security Studies ha pubblicato un rapporto intitolato «I risultati preliminari delle operazioni non convenzionali russe nella guerra Russia – Ucraina, febbraio 2022 – febbraio 2023». Alcune delle conclusioni alle quali giungono gli autori del rapporto sono abbastanza interessanti (anche se in parte già ipotizzate da molti mesi fa), le elenco per i lettori che non hanno voglia di leggere l’intero testo:
1) La FSB ha ricevuto l’ordine di prepararsi a un’invasione dell’Ucraina (a giudicare dall’improvvisa espansione del suo personale) già nel luglio 2021.
2) La strategia russa si basava sulla costruzione di una enorme rete di agenti in Ucraina, una rete che la Russia stava preparando da decenni. Al giorno d’oggi Kiev ha già scoperto una parte di questa rete.
3) I servizi segreti russi hanno reclutato molti ucraini influenti, i quali, a loro volta, hanno poi creato delle reti di agenti sotto la propria guida. Si tratta di una tipica strategia descritta nei manuali sovietici. Continuare la lettura di questo post »


Probabilmente avete già letto che ieri l’UE ha incluso la tristemente nota PMC Wagner in un’altra lista delle sanzioni: quella rivolta contro le persone fisiche e giuridiche che minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina. L’unico motivo per quale ci può interessare tale provvedimento è definizione abbastanza diplomatica fornita dall’UE alla Wagner:

Wagner Group è un’entità militare privata non registrata con sede in Russia, istituita nel 2014 come successore dello Slavonic Corps. È guidata da Dimitriy Utkin ed è finanziata da Yevgeniy Prigozhin. Attraverso la creazione di entità locali e con il sostegno dei governi locali, Wagner Group finanzia e conduce le sue operazioni. Wagner Group ha guidato gli attacchi contro le città ucraine di Soledar e Bakhmut nel gennaio 2023 e partecipa attivamente alla guerra di aggressione russa nei confronti dell’Ucraina. Wagner Group è pertanto responsabile di fornire un sostegno materiale ad azioni che compromettono e minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina.

Ecco: spero che con una migliore comprensione della partecipazione della Wagner ai crimini di guerra arrivi anche la comprensione del fatto che essa, la Wagner, è in una buona misura finanziata proprio dallo Stato russo: almeno attraverso la fornitura dei materiali bellici. Ma tale comprensione sarà, formalmente, il risultato delle future indagini e processi giudiziari verso i quali è stato fatto un altro piccolo passo.