Esattamente 50 anni fa, l’8 aprile 1973, Pablo Picasso morì all’età di 91 anni nella sua villa Notre-Dame-de-Vie (a Mougins). Prima di morire pronunciò le famose parole: «Brindate a me, alla mia salute, poiché sapete che io non posso più bere».
Dall’altra parte del mondo, in Giamaica, Paul McCartney fu a cena con Dustin Hoffman. L’attore chiese al musicista se fosse capace di comporre – per scommessa – una canzone in questo esatto momento, letteralmente dal nulla. McCartney accettò di fare un tentativo.
A quel punto Hoffman prese una rivista e lesse la notizia della morte di Picasso e delle sue ultime parole. McCartney prese immediatamente la chitarra e iniziò a comporre una canzone proprio con quelle parole:
The grand old painter died last night
His paintings on the wall
Before he went he bade us well
And said goodnight to us all.
Drink to me, drink to my health
You know I can’t drink any more
Drink to me, drink to my health
You know I can’t drink any more!
Così è nata la canzone «Picasso’s Last Words (Drink to Me)», poi entrata a far parte dell’album «Band on the Run» dei Wings (1973). Il grande pittore ispirò gli altri fino all’ultimo.
Cosa posso aggiungere a questa canzone? Posso aggiungere che Picasso continuò a ispirare gli altri anche dopo la propria morte. Per esempio, il gruppo The Modern Lovers registrò la canzone «Pablo Picasso» (inclusa nell’album «The Modern Lovers» pubblicato nel 1976):
È successo non solo nella musica, ma quello è un altro argomento…
L’archivio del 8 Aprile 2023
Molto probabilmente lo sapevate già, ma io ve lo ricordo comunque proprio oggi per non farvi sentire sprecare una quantità straordinaria delle giornate libere…
Vi ricordo che The Wall Street Journal ha impostato l’accesso libero a tutte le pubblicazioni di Evan Hershkowitz, il suo corrispondente a Mosca arrestato in Russia il 29 marzo con l’accusa di spionaggio. Quindi ora anche le persone non abbonate o non aventi l’accesso a un pacchetto aziendale (ehehe) possono andare a scoprire in prima persona cosa e come scriveva Hershkowitz.
Non so se voi ve ne accorgerete dalla sola lettura dei testi, ma i giornalisti russi che conoscevano personalmente Hershkowitz testimoniano il suo grande interesse ed entusiasmo per lo studio e la descrizione di tutto ciò che riguarda la Russia contemporanea. Assieme alla fama del giornale e alle esperienze passate dell’autore, già questo aspetto garantisce un certo livello qualitativo degli articoli.
Non posso non aggiungere, infine, che l’accesso di Evan Hershkowitz alla libertà è ancora più importante e sperata dell’accesso libero ai suoi articoli.