La rivista The Economist ha pubblicato l’«Indice Democrazia 2022» (scaricabile gratuitamente dal sito ufficiale) nel quale si leggono alcune notizie tanto attese (attese in almeno due sensi).
In particolare, nella classifica globale osserviamo la Russia che ha perso 22 posizioni in colpo — un record — ed è scesa dalla posizione 124 alla posizione 146. Rimane dunque tra i regimi autoritari: non è una grossa sorpresa… L’unico aspetto che in un certo senso mi ha fatto ridere è, appunto, il numero della posizione: nel lontanissimo 2011 nella regione russa di Rostov alle elezioni politiche aveva votato, secondo i dati del Ministero degli Interni, il 146% degli aventi diritto. In quel modo il tristemente noto partito «Russia unita» era riuscito a prendere il 58,99% dei voti. Di conseguenza, con un ritardo di quasi dodici anni l’Indice de The Economist si è allineato con la realtà, ahahaha
L’Ucraina, invece, nel suddetto Indice si trova alla posizione 87 e viene dunque classificata come un regime ibrido. Ma il confronto delle due posizioni evidenzia comunque ancora una volta che da quasi un anno stiamo osservando un confronto violento tra due modelli di organizzazione della vita. Spero di sapere quale dei due vincerà.
L’archivio del 3 febbraio 2023
03/02/2023 alle 14:25