L’archivio del 2022 год

AI campione di tetris

Lo sviluppatore Greg Cannon ha creato il programma StakRabbit che gioca a tetris in un modo professionale: l’intelligenza artificiale che sta alla sua base non solo riesce a prevedere le figure future, ma conosce pure la strategia di stoccare le figure in modo da poter eliminare quattro righe alla volta per fare più punti rispetto alla semplice eliminazione delle righe singole. La partita avrebbe dunque potuto andare avanti all’infinito, ma, purtroppo, la versione a 8 bit per la console NES (quella utilizzata ai tornei internazionali) si impalla alle velocità troppo elevate: quasi come i cervelli degli umani.
Il programma, comunque, ha raccolto 102 milioni di punti arrivando al livello 237. Il record mondiale attuale di un giocatore umano è di 1,6 milioni di punti e il raggiungimento del livello 29.

Greg Cannon è comunque fiero della propria creatura.


La musica del sabato

Il duo olandese Bolland & Bolland, nato nel 1971 e composto dai fratelli Rob e Ferdi, ha tentato di affermarsi in diversi generi musicali (soft-rock, folk, elettronica, pop…), senza però raggiungere dei risultati rilevanti. Anzi, la loro canzone più nota è diventata conosciuta nel mondo e nel tempo solo perché una sua cover è stata registrata, nel 1986, da un noto gruppo inglese. Ma a quest’ultimo fenomeno sarà dedicato un post musicale specifico. Oggi, invece, mi concentro sulla tesi che alcune canzoni dei fratelli Bolland potrebbero anche essere inserite in fondo a una playlist di riserva, quella playlist che viene «tirata fuori» ogni x mesi: quando tutte le altre si conoscono già a memoria o non possono essere riprodotte per qualche strano motivo.
Quindi la prima canzone dei Bolland & Bolland selezionata per oggi è il brano con il quale sono diventati relativamente conosciuti: «Wait For The Sun» (dall’album «Florida» del 1972). Si percepisce facilmente il tentativo di imitare lo stile dei Simon & Garfunkel.

La seconda canzone scelta per oggi è la «Shoot The Moon» (dall’album «Brotherology» del 1987). Niente di particolare, ma almeno c’è un po’ di vita.

Insomma, si tratta di due mediocrità ascoltabili in casi estremi. Proprio in questa qualità vanno tenuti nelle nostre eventuali raccolte.
P.S.: per la loro fortuna, i due fratelli hanno saputo applicarsi nella produzione musicale.


Come potrebbe essere descritta questa settimana di guerra in Ucraina? Per esempio, si potrebbe parlare della cittadina Volnovakha che si trova a 60 chilometri da Donetsk. Anzi, ormai è meglio dire che si trovava… Infatti, l’11 marzo il Ministero della difesa russo ha comunicato che le truppe della cosiddetta DNR avrebbero «liberato» la città dal «famoso» «pericolo ucraino». Il Servizio di frontiera dello Stato ucraino ha formulato diversamente il concetto: ha comunicato che Volnovakha non esiste più in qualità di un centro abitato. Prima della invasione russa Volnovakha era abitata da più di 20 mila persone. Dopo la «liberazione» a opera russa, invece, la casa di quelle persone ha l’aspetto come da foto seguenti.

La scuola di Volnovakha:

Un negozio e una casa privata:
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La giornata del riciclo

Provo a fare una pausa dall’argomento [giustamente] dominante, per evitare dei pesanti danni celebrali miei e vostri…
Ho scoperto che oggi, il 18 marzo, è il Global Recycling Day: una ricorrenza speciale inventata nel 2016 dal Bureau of International Recycling (BIR) e volta alla sensibilizzazione degli umani di tutto il mondo al problema dei rifiuti.
Allo stesso tempo, devo constatare di avere trovato – nelle varie fonti – altre due date: il 17 maggio e il 15 novembre (quest’ultima esisterebbe solo negli USA)…
Ma noi, i semplici umani, dobbiamo preoccuparci del riciclo con una giusta costanza e non solo una (o tre?) volta all’anno. Questo significa, per esempio, che dobbiamo essere sempre attenti a separare correttamente i rifiuti per facilitare la raccolta differenziata. Così, io mi sono organizzato in tal senso già tempo fa, in tutti i luoghi dove posso in qualche modo influire sulla gestione della spazzatura. Eccone una dimostrazione:

P.S.: devo ricordare a tutti che dal punto di vista pratico la divisione dei rifiuti da parte dei singoli cittadini (o famiglie) ha come l’unico obbiettivo l’abbattimento dei costi di tale operazione. Nel nostro mondo particolare la ragione economica è la garanzia migliore del fatto non finisca tutto allo stesso inceneritore… O, almeno, dobbiamo sperare che sia così…


Le conquiste di Putin

Nel corso di queste [prime] tre settimane di guerra Vladimir Putin ha «raggiunto» alcuni risultati quasi sorprendenti. Ora non intendo alla catastrofe umanitaria, mi riferisco ad altro. Per esempio, ha portato al massimo il livello dell’unità nazionale ucraina, ha dato l’avvio alla fine della Russia che conoscevamo fino al 23 febbraio, ha ridotto al minimo la quantità degli scenari possibili della propria uscita dalla politica, ha indotto tantissimi ucraini e russi (e non solo, presumo) ad augurare apertamente la morte a una persona concreta… Tra i risultati meno traumatici c’è anche la trasformazione di Joe Biden – in un anno esatto – in un politico capace di dare le risposte concrete, intenzionalmente non diplomatiche: «Oh I think he is a war criminal».
In ogni caso, spero che non tenti nemmeno a raggiungere altri risultati di qualsiasi genere.


La paura della guerra

I giornali europei e i post su Facebook di alcuni miei amici europei mi suggeriscono che diverse persone hanno realmente paura di una guerra mondiale…
Mah… Per commentare qualsiasi cosa – anche i sentimenti meno razionali delle masse e delle singole persone – bisogna necessariamente operare con dei concetti razionali. Il problema principale è proprio questo: la persona che ha dato l’inizio a questa guerra è totalmente irrazionale. È irrazionale contrariamente addirittura alle mie vecchie valutazioni già non particolarmente positive circa le sue capacità intellettuali. Avendo in mente la razionalità di una persona mediamente normale (non era nemmeno necessario rendermi conto delle reali condizioni precarie dell’esercito russo), prima del 24 febbraio avevo dunque sempre ritenuto irrazionale l’ipotetica – ai tempi – l’invasione militare dell’Ucraina: perché immaginavo facilmente tutte le possibili conseguenze e mi illudevo nell’attribuire almeno lo stesso livello di immaginazione a Putin.
Ora, il ventunesimo giorno della guerra in Ucraina, potrei anche riprovare ad appellarmi alla razionalità e dire che l’esercito russo ha ampiamente dimostrato di non avere le capacità e i mezzi tecnici e umani sufficienti per condurre una guerra seria. Infatti, da tre settimane non sta riuscendo a raggiungere dei risultati voluti nel confronto con un esercito non particolarmente evoluto.
Ma, allo stesso momento, devo ormai riconoscere che per un presidente irrazionale non potrebbe essere un problema. È da considerare capace di attaccare gli altri Stati europei senza avere gli strumenti per farlo.
Anzi, uno strumento potente ce l’ha. Ma è inutile temerlo o anche semplicemente pensarci: se dovesse essere funzionante, noi non avremo alcun modo di reagire al suo utilizzo e in pochissimo tempo smetteremo di provare qualsiasi cosa. Fortunatamente, la NATO sta cercando di non provocare l’utilizzo del buttone rosso. Proprio per questo non entra direttamente nel conflitto: non istituisce la no-fly zone e non fornisce (quasi) le armi all’Ucraina.
Quindi il mio parere, in sintesi, è: la guerra tradizionale difficilmente arriverà sulla terra dell’Europa centrale/occidentale «grazie» alla scarsità dell’esercito russo. La guerra non tradizionale non avrà come protagonisti gli umani.


La bandiera della pace russa

Più o meno tutti conoscono la bandiera russa contemporanea, quella con tre strisce orizzontali di colori bianco, blu e rosso. Ufficialmente a quei colori non è stato attributo alcun significato, mentre diverse persone cercano di interpretarli secondo le proprie preferenze politiche o in base alla propria concezione del bello. Dal punto di vista araldico, tutte quelle interpretazioni sono di natura non vincolante, delle semplici fantasie.

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I fantomatici aiuti cinesi

Una delle domande più strane che mi capita di sentire costantemente negli ultimi giorni è quella sulla possibilità di una maggiore collaborazione tra la Russia e la Cina: secondo diverse persone i rapporti tra i due Stati dovrebbero intensificarsi dopo la quantità record delle sanzioni occidentali contro la Russia.
Devo tranquillizzare tutti: la Cina non fa regali. A nessuno. Gli ultimi vent’anni – più o meno – dei rapporti tra la Cina e la Russia hanno dimostrato alcune tendenze abbastanza chiare. Per esempio, la Cina (scrivo «la Cina» perché le decisioni importanti vengono prese dal partito al potere) concede i prestiti finanziari solo in presenza di precise garanzie. O, per esempio, partecipa alla realizzazione di grandi opere solo in presenza di garanzie circa un buon livello di redditività. O, ancora, non compra le materie prime a prezzi sconvenienti o in quantità superiori alle reali necessità (a qualcuno sembra strano anche questo? ahahaha). E, infine, non è fisicamente in grado di vendere alla Russia – come a qualsiasi altro Stato – quelle tecnologie che sono vietate alla Cina stessa.
Di conseguenza, la Russia non è, nelle sue condizioni attuali, un buon cliente per quella Cina che abbiamo conosciuto fino a oggi. Nel migliore dei casi la Russia potrà mantenere lo stesso livello di vendite delle materie prime (in questo contesto non è nemmeno rilevante riportare i numeri), ma non riuscirà a fare due cose:
1) attirare i capitali cinesi (non riuscendo a fornire garanzie a causa delle difficoltà dovute alle sanzioni);
2) continuare a essere un buon mercato per i produttori cinesi (a causa dell’impoverimento della popolazione e della uscita delle compagnie dei container dal mercato russo).
I rapporti tra la Russia e la Cina cambieranno. Molto probabilmente la Russia (il governo russo) cercherà di migliorare quei rapporti. Ma non vedo in quale modo la Cina possa salvare l’economia russa.


Inerario §30

Il nuovo paragrafo di Inerario (§ 30) è dedicato al modo di realizzare un blog su una pagina diversa dalla pagina iniziale di un sito creato con il WordPress.
Il paragrafo è stato pensato per gli sviluppatori web, ma sarà utile anche per i semplici proprietari dei siti web.
https://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo30/


I bassi consumi

Alcuni giorni fa mi sono ricordato – per una serie di motivi che potrebbero non esservi interessanti – di una vecchia pubblicità automobilistica sovietica. Non l’ho mai postata su questo blog (così mi sembra), quindi lo faccio oggi.
In questo modo si intendeva pubblicizzare in Europa l’auto sovietica/ucraina ZAZ-1102 Tavria:

Il video è stato premiato con il Leone di bronzo al Festival internazionale di creatività di Cannes nel 1989.