L’archivio del 17 dicembre 2022

La musica del sabato

Il compositore Antonín Leopold Dvořák, considerato uno dei fondatori della scuola musicale ceca, fece nelle proprie composizioni un ampio uso di motivi ed elementi della musica popolare della Moravia e della Boemia…
Una precisazione che non c’entra alcunché con l’argomento del presente post: qualche anno fa una signorina un po’ particolare mi aveva detto di essere sempre stata convinta che io fossi «un musicista di boemia». Scrivendo di questo fatto curioso ho evitato appositamente la maiuscola perché penso di capire cosa avesse inteso. E, soprattutto, l’ho scritto per dire che la composizione della prima frase dell’articolo si è rivelata un compito difficilissimo: mi sono interrotto da solo con una risata stupida. Va bene, chiudo la parentesi.
Nonostante un notevole legame con le tradizioni musicali locali, Dvořák può essere considerato (e lo è) uno dei più interessanti compositori europei della seconda metà del XIX secolo. La sua fama internazionale iniziò con la prima serie delle Danze slave (op. 46) pubblicate nel 1878:

Negli anni successivi Dvořák confermò le proprie alte qualità di compositore con una buona varietà di tipi delle composizioni, ma per il post odierno ho pensato di sceglierne una delle più note: la Sinfonia n. 9 «Dal Mondo Nuovo» (op. 95), composta nel 1893 – nel periodo della direzione del National Conservatory di New York.

Fortunatamente, il nome – e la musica – di Antonín Leopold Dvořák non si è perso in mezzo a quelli dei numerosi compositori più noti al pubblico «comune».


Le ipotesi – o, a volte, le speculazioni – circa la possibilità dell’uso della bomba atomica, da parte della Russia, nel contesto della guerra in Ucraina spuntano sui media occidentali un po’ a ondate. Solitamente ogni nuova ondata è dovuta al fatto che Putin – in prima persona o con la bocca di qualcuno dei suoi portavoce ufficiali e non – per l’ennesima volta inizia a ricattare il mondo intero: «trattatemi bene o spacco tutto». A me (e non solo a me) la possibilità dell’uso della bomba atomica sembra non nulla, ma nemmeno particolarmente realistica. Allo stesso tempo, non vorrei ripetere l’errore di febbraio, quando in base alle semplici logica e razionalità avevo escluso la possibilità di una vera guerra tra la Russia e l’Ucraina.
In ogni caso, gli unici abitanti del nostro pianeta a non dimenticare e a non sottovalutare mai il rischio dell’uso della bomba atomica sono gli ucraini: da quasi dieci mesi, ogni giorno, più volte al giorno, devono prepararsi al peggio (provate a immaginarvi in una situazione simile). Proprio a questo argomento è dedicato l’interessante articolo che vi segnalo questo sabato: The Washington Post ha raccontato del come alcuni abitanti di Kiev si stanno preparando all’attacco nucleare da parte della Russia.