La sera del 30 agosto è morto Mikhail Gorbachev. Oggi è il giorno del suo funerale.
Giovedì avevo già scritto quello che ho potuto scrivere in quel momento (anche se di Gorbachev si potrebbe dire tantissimo), quindi oggi mi limito a pubblicare un post fotografico su alcune tappe della vita del grande personaggio storico.
Mikhail Gorbachev (al centro con il copricapo) con i compagni di classe, anni ’40:
Mikhail Gorbachev, anni ’50:
Mikhail Gorbachev a Stavropol, anni ’60: Continuare la lettura di questo post »
L’archivio del Settembre 2022
Il Washington Post scrive di come l’esercito russo abbia sprecato in Ucraina almeno dieci costosi missili «Kalibr» per colpire dei simulacri fatti di legno che sono stati scambiati per dei sistemi missilistici statunitensi HIMARS. In particolare, i droni russi hanno trasmesso i dati sulla posizione delle «attrezzature militari» alle portamissili nel Mar Nero, le quali a loro volta hanno colpito i HIMARS finti. Ogni missile «Kalibr» costa circa sei milioni e mezzo di dollari e contiene l’elettronica che non può essere fornita alla Russia a causa delle sanzioni.
La notizia in questione mi fatto venire in mente delle immagini di oltre cento anni fa: Continuare la lettura di questo post »
Si possono e si devono dire molte cose negative della stampa russa, ma a volte mi stupisce tantissimo anche quella italiana. Per fortuna, mi stupisce in relazione ai dettagli notevolmente più ingenui e pacifici rispetto a quella russa. Tra ieri sera e stamattina ho scoperto due nuovi piccoli esempi che «salvo» in questo post per non dimenticare di approfondirli in seguito.
L’esempio numero 1. Al «Corriere della Sera» non sanno ancora – dopo secoli – che il sesto piano in Russia corrisponde al quinto piano in Italia (e in quasi tutto l’Occidente). Eppure, sarebbe utile avere – soprattutto in questo periodo – almeno un giornalista o redattore che si intenda anche dei piccoli dettagli della vita quotidiana russa.
[N.B.: la morte del manager in questione mi sembra molto sospetta, ma per ora non sono in grado di commentarla.]
L’esempio numero 2. Il giornale italiano «Il Tirreno» (che non ho mai sentito nominare fino a ieri) ha pubblicato, in sostanza, una voce diffusa da non si capisce chi sulla base della lingua che apparentemente non conosce. Il russo si parla (ancora) in moltissimi Stati dell’ex URSS (spesso con accenti ben riconoscibili) e, inoltre, ci sono moltissimi russi anti-putiniani che vivono stabilmente fuori dalla Russia. Ma il giornale « Del Cazzo » «Il Tirreno» ha deciso comunque di fare un regalo enorme alla propaganda russa, la quale sta già sfruttando l’a «articolo» sul mercato interno.
[N.B.: cazzius, potevano essere pure dei parenti di Zelensky stesso, il quale fino a due anni fa parlava malissimo l’ucraino.]