Come ben sapete, la notte tra il 25 e il 26 settembre sui gasdotti «Nord Stream 1» e «Nord Stream 2» nel Mar Baltico sono state registrate le strane perdite simultanee. Le indagini sono ancora in corso, ma tutti gli indizi disponibili indicherebbero un intervento dall’esterno: in sostanza, un sabotaggio. I probabili autori del danno, secondo alcuni, potrebbero essere la Russia e l’Ucraina.
A questo punto potremmo provare a ragionare e chiederci: a chi dei due conviene?
Alla Ucraina – che si sta difendendo da una invasione militare – conviene inviare dei sabotatori in un mare lontano per danneggiare due gasdotti non funzionanti del nemico? Conviene farlo mentre sul suo stesso territorio continua a funzionare un gasdotto russo indirizzato verso l’Europa?
Alla Russia – che spera di costringere l’Europa ad abolire le sanzioni e, allo stesso tempo, comprare le materie prime a condizioni russe – conviene danneggiare i propri gasdotti costati decine di miliardi di euro?
Apparentemente, in entrambi i casi la risposta sarebbe uguale: no. Anche se, per esempio, alla Ucraina potrebbe convenire essere l’unico territorio di transito del gas russo, mentre alla Russia potrebbe convenire avere una accusa in più contro il «regime di persone cattive» ucraine.
Purtroppo, decenni di osservazioni mi hanno insegnato due cose. Prima di tutto, vedo che Putin sa solo distruggere. Dall’inizio di questa guerra lo avrete visto anche voi: per realizzare le proprie fantasie perverse, con la tenacia di un maniaco Putin sta distruggendo non solo l’Ucraina, ma pure la Russia. Sta distruggendo la sua economia, scienza e cultura. Sta distruggendo le vite di centinaia di migliaia di persone. In questo contesto i due gasdotti sembrano quasi degli spiccioli. In secondo luogo, Putin segue da anni la logica «africana»: intervenire con durezza all’interno della Russia per intimorire (o apparire un duro) all’esterno: lo si è visto all’inizio del secolo negli interventi contro i terroristi islamici-caucasici, lo si è visto quest’anno durante la guerra in Ucraina.
Insomma, mi sembra infinitamente più probabile che i gasdotti siano stati danneggiati su ordine del Cremlino. Ma ancora una volta è stata una scelta incomprensibile per noi, per le persone razionali. Possiamo solo aspettare quale strana spiegazione inventino, prima o poi.
L’archivio del 28 settembre 2022
28/09/2022 alle 13:25