Il supergruppo The Traveling Wilburys era stato formato, nell’aprile del 1988, da Jeff Lynne e George Harrison; poco dopo ai due fondatori si erano uniti Bob Dylan, Roy Orbison e Tom Petty. L’intero gruppo si era unito in studio (quello di Bob Dylan) per registrare il B-side del singolo «This Is Love» di Harrison. La canzone scritta a tal fine era la «Handle with Care».
La casa discografica che doveva pubblicare il singolo aveva però ritenuto che il brano registrato dai The Traveling Wilburys fosse troppo bello per essere una semplice canzone di supporto. Proprio a questo punto il supergruppo aveva accettato l’idea di registrare il proprio primo album. Bob Dylan doveva però andare a breve in tour, quindi l’album «Traveling Wilburys Vol. 1» era stato registrato in appena dieci giorni. La seconda canzone facente parte di quel disco che ho selezionato per oggi è la «Rattled»:
Il 6 dicembre 1988 era morto Roy Orbison, ma l’attività del gruppo non si era fermata subito: nel 1990 era uscito il secondo album «Traveling Wilburys Vol. 3» (chiamato in questo modo perché molte persone chiamano con il nome Vol. 2 l’album di Tom Petty «Full Moon Fever», alla registrazione del quale avevano partecipato Lynne, Garrison e Orbison). Il Vol. 3 aveva però ottenuto un successo notevolmente inferiore rispetto al primo: non so se sia stato questo il vero motivo per il quale il gruppo non ne aveva pubblicati altri.
L’archivio del 13 agosto 2022
La lettura che vi consiglio per questo sabato è una inchiesta della «Novaya Gazeta» su chi, come, perché e tra quali elementi sociali conduce in Russia l’arruolamento nei battaglioni da spedire alla guerra contro l’Ucraina. Si potrebbe dire che si tratta di una mobilitazione di fatto (ma almeno per ora non di massa) che fa preoccupare, tra l’altro, anche per le sue conseguenze sociali future.
Capisco benissimo che gli organizzatori di questo arruolamento sperano tanto nella morte in guerra di tutti gli elementi ingaggiati. Proprio per questo i battaglioni dei «volontari» vengono utilizzati per «testare» con i loro corpi le direzioni degli attacchi da tentare. Ma, allo stesso tempo, capisco che diversi di quei criminali – armati ed esperti della guerra – un giorno vorranno e riusciranno a tornare in Russia. Dopo la sconfitta in guerra dovranno tornare. A quel punto si evidenzierà un problema serio che dovrà essere osservato e risolto ormai non da chi lo ha creato.