Il giornale spagnolo El Mundo ci rivela che l’acqua è umida che la Russia sta bruciando il gas non venduto all’Europa (non venduto a causa del depotenziamento artificiale del «Nord Stream 1»). In tale notizia, in realtà, non c’è alcunché di strano o allarmante. Infatti, l’evento è sempre stato inevitabile e facilmente prevedibile per almeno tre motivi:
1) la Russia non ha la possibilità di destinare il gas ad altri mercati (ne avevo già scritto più volte: i gasdotti esistenti sono pieni e gli acquirenti asiatici non hanno bisogno del gas ulteriore rispetto a quello che stanno già ricevendo per contratto);
2) i sistemi russi di stoccaggio del gas estratto sono pieni (perché da quasi due mesi si sta fornendo molto meno gas all’Europa);
3) «fornire meno gas all’Europa» non significa automaticamente «estrarne di meno» (il «rubinetto» del gas di ogni pozzo non può essere regolato come quello dell’acqua di casa nostra: l’unica cosa che puoi fare è tappare il pozzo, ma poi ci metti anni e soldi per «stapparlo». E non è detto che riesci a stapparlo bene.).
Di conseguenza, alla Russia non resta altro che bruciare una delle proprie merci più preziose.
Ancora una volta possiamo fare i complimenti a quel grande tattico…
L’archivio del 9 agosto 2022
09/08/2022 alle 13:25