L’archivio del 12 luglio 2022

Fortunatamente, non troppe persone si sono preoccupate dell’avvertimento di Vladimir Putin, secondo il quale «Non abbiamo ancora cominciato». Capisco che qualche persona particolarmente emotiva avrebbe potuto pensare alla presunta constatazione del fatto che Putin non ha ancora cominciato a usare le armi di distruzione di massa o qualcosa del genere… Ma in realtà la situazione è molto più tranquilla: non solo perché vediamo — per fortuna! — che l’esercito russo si confronta a fatica con quello ucraino, ma anche, per esempio, perché potremmo ricordare il messaggio di Putin alle Camere riunite del Parlamento russo pronunciato il 1 marzo 2018. Quel messaggio nel quale per la prima volta si era parlato degli armamenti russi super innovativi e nel corso del quale erano stati mostrati dei cartoni animati sul funzionamento degli armamenti in questione.
Ebbene, vediamo i «risultati» di quel messaggio di oltre quattro mesi fa.
Secondo Putin, i missili «Sarmat» erano all’epoca del discorso in fase di sperimentazione attiva. Ora, a quanto pare, sono in una fase di sperimentazione iperattiva: non sono ancora in servizio regolare.
Il sottomarino autonomo «Poseidon»: il vettore non è ancora pronto, ma è promesso per il 2027.
Il missile a propulsione nucleare «Burevestnik»: nel corso delle sperimentazioni c’è stato un incidente radioattivo, sono morte di diverse persone, la conclusione dei lavori è promessa per il 2025.
Le armi laser: è stato annunciato che il «Peresvet» sarebbe stato realizzato, ma non si sa nulla della sua applicazione pratica.
Il missile supersonico «Zirkon»: i test sono in corso.
Il missile supersonico «Pugnale»: usato una volta. Non ci sono più stati dei tentativi di utilizzarlo.
Il sistema missilistico ipersonico «Avangard»: Putin si è vantato del presunto fatto che con i 27 Mach di tale sistema l’esercito russo sarebbe in vantaggio rispetto a tutti gli altri nell’ipersonico. Non si ha ancora alcuna prova di questa cosa.
Il carro armato «Armata»: si dice che ne siano stati prodotti ben 30 esemplari. Nella realtà che ormai conosciamo quei cari armati sarebbero stati sufficienti per alcuni giorni di operazioni di combattimento. Ma gli «Armata» non sono stati proprio visti in Ucraina. Al loro posto combattono i rottami T-62 prodotti negli anni ’60 e ’70.
Il caccia di quinta generazione: è stato prodotto un solo aereo (sì, 1). Non ha mai raggiunto la zona di difesa aerea, probabilmente perché si ha troppa paura di perderlo…
A questo punto dovrebbe essere evidente a tutti che, effettivamente, Putin e i suoi complici non hanno ancora cominciato: a costruire un esercito temibile. Se poi ripensate a tutto quello che avete letto negli ultimi quattro mesi e mezzo sulla organizzazione dell’attuale esercito russo, vi rasserenate ancora di più.