Non è necessario capire le parole iniziali del video: semplicemente, vengono presentati Aleksij e Anastasia Mixhenko.
L’archivio del Giugno 2022
A volte mi capita: nel corso di diversi anni periodicamente sento – ogni volta casualmente – una canzone che per qualche suo dettaglio rimane nella memoria, ma puntualmente mi dimentico di cercare il suo autore. Ma, prima o poi, quella canzone «vagante» mi capita mentre sono davanti al computer: e allora mi approfitto della situazione e la copio, assieme a tutti i suoi dati, su questo blog. Prevalentemente allo scopo di creare un promemoria…
Ecco, oggi è la volta della canzone «Shape of You» di Ed Sheeran (dall’album «÷» del 2017):
In qualità della seconda canzone dello stesso autore metterei la «Blow» (dall’album «No.6 Collaborations Project» del 2019):
Ora anche alcuni di voi sono più informati di prima.
Il modellista lituano Tomas Upckas ha creato – a maggio – un diorama di miniature raffiguranti i soldati russi che saccheggiano gli appartamenti degli ucraini. In particolare, il diorama mostra cosa fanno i militari russi nelle case degli ucraini: saccheggiano, bevono, buttano tutto per terra, rubano pure i caloriferi e i water, defecano… Le foto delle miniature sono visibili anche sull’account Facebook di Upckas.
Il diorama è stato poi messo all’asta con il prezzo di partenza di 2000 euro. L’artista intende donare tutto il ricavato a sostegno della Ucraina.
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Sulla condanna a morte dei primi tre foreign fighters nella cosiddetta DNR è utile ricordare due principi basilari:
1. La DNR (come pure la LNR) è stata creata anche per questo motivo: in qualità di un territorio russo, ma allo stesso tempo formalmente non appartenente al sistema giuridico russo. Un territorio dove si può fare qualsiasi cosa.
2. Ogni prigioniero di questa guerra – condannato o meno – è una merce di scambio. «Più» il prigioniero è occidentale, più è considerato prezioso. Quindi possiamo essere relativamente tranquilli per la vita di ognuno di loro.
Al secondo principio, in particolare, è legato un concetto che dobbiamo ancora verificare – con l’esito positivo, si spera – sulla pratica: se il grado attuale di follia di Vladimir Putin fosse 9999 invece di 10.000, il suo intento sarebbe ancora quello di apparire il personaggio più civile tra tutti i «vertici» della politica russa. Di conseguenza, sarà lui a spacciarsi per il «salvatore» dei prigionieri condannati da un «tribunale» «indipendente» dalle sue volontà. Sarà quindi ancora una persona con la quale trattare, alla quale chiedere umilmente dei favori. Non si tratterebbe di una situazione bellissima, ma non so in cos’altro sperare nel caso specifico dei foreign fighters condannati.
I tentativi dei giornalisti occidentali di dare una qualsiasi interpretazione alle parole di Dmitry Medvedev (l’ex premier, l’ex custode della sedia presidenziale, l’ex primo tra i collaboratori di Putin) sorprendono e fanno un po’ ridere allo stesso tempo.
Sorprendono e fanno ridere perché indicano chiaramente il grado della (in)competenza delle persone che sono state incaricate a scrivere della Russia.
Da oltre due anni ogni dichiarazione di Dmitry Medvedev — che a differenza di Putin sa usare anche l’internet — ha un obiettivo solo: ricordare della esistenza di chi la esprime. Da quando non ricopre più l’incarico del premier (dal 15 gennaio 2020) e non passa più il tempo libero in compagnia di Putin (dai tempi ancora più lontani), Medvedev si sente, non senza motivo, escluso dalla vita politica «seria» russa. Ma, ovviamente, vorrebbe tanto esservi riammesso. Quindi cerca di attirare costantemente l’attenzione del capo, tentando di apparire il più agguerrito, il più categorico e il più fedele di tutti.
Di conseguenza, dobbiamo ricordare che tutte le parole di Medvedev sono rivolte prima di tutto (o addirittura solo) a Putin. Ed è una cosa normalissima, le cose del genere succedono in ogni struttura gerarchica non democratica.
Avrei potuto anche ipotizzare che stia lottando per qualche incarico importante nella Russia post-putiniana, ma non vorrei dedicarmi troppo a ciò che per ora non è fondato su alcuna informazione certa.
Ogni qualvolta sentite o leggete (per esempio, sulle pagine di questo sito) che bisogna cercare di lasciare Vladimir Putin senza le risorse per continuare la guerra, molto probabilmente non riuscite a immaginare, in concreto, di quali somme debba essere privato attraverso le sanzioni.
Io, finalmente, sono pronto a fare un primo piccolo esempio pratico. Oggi scrivo molto brevemente dei costi legati all’utilizzo dei missili più «comuni».
Il costo di un razzo per il lanciarazzi BM-21 Grad (calibro è di 122 mm) è di circa mille dollari americani. In una salva un BM-21 Grad lancia 40 missili: quarantamila dollari in appena venti secondi. La precisione di questo elemento di artiglieria è molto scarsa anche perché si tratta di una macchina progettata nei primi anni ’60. In sostanza, si «spara» quasi a caso sperando di colpire qualcosa o qualcuno.
Il lanciarazzi pesante 9K57 Uragan: il calibro 220 mm, 16 razzi. Ogni razzo costa circa 12.000 dollari americani, quindi una salva costa 192.000 dollari.
Il lanciarazzi 9K58 Smerch: il calibro 300 mm. È capace di colpire a distanze molto lunghe (fino a 120 km) e danneggiare delle aree molto vaste: fino 672 mila metri quadrati. La precisione di questo sistema è dello 0,3% della distanza. La capienza è di 12 razzi, ognuno dei quali costa circa 80.000 dollari. In 40 secondi vengono quindi lanciati (e «bruciati») circa 960.000 dollari.
Un colpo di una «semplice» obice 2A65 da 152 mm costa dai 300 ai 400 dollari. Un colpo di un carro armato costa tra i 300 e i 1000 dollari. Questi sono i costi per le munizioni ordinarie, ma quelle a carica sagomata (ZBK29M o 3BK31) arrivano a costare anche 5000 dollari. Se si tratta di lanciare dei missili guidati (per esempio 3UBK20 INVAR) il costo di ogni singolo lancio è di diverse decine di migliaia di dollari. Oltre alle munizioni, poi, bisogna considerare anche le spese – altissime! – per il carburante, la manutenzione, le riparazioni, il deposito, gli stipendi dei militari e le armi stesse.
Ah, e poi ci sono i missili tattici: per esempio, il K79 Tochka che ha colpito la stazione ferroviaria di Kramatorsk. Quello costa 300.000 dollari… Etc. etc…
Ora dovrebbe essere un po’ più chiaro a cosa serve – in questo momento storico – non far guadagnare lo Stato russo con le risorse naturali.
Le avventure del tristemente noto incrociatore russo «Moskva» (eliminato dall’esercito ucraino quasi due mesi fa) continuano! Più precisamente, continuano a cambiare le notizie ufficiali diffuse dallo Stato russo circa la sorte della suddetta nave.
Non so se vi sia capitato di leggerne qualcosa, ma da quando si è saputo del naufragio del «Moskva», i genitori di molti suoi marinai stanno cercando – senza successo – di ottenere alcune risposte ufficiali e precise dallo Stato russo: i loro figli «spariti» erano sull’incrociatore al momento del naufragio? che fine hanno fatto? sono morti? salvati ma imprigionati? effettivamente dispersi?.. Lo Stato non ha mai fornito delle risposte chiare.
Ma ecco che, all’inizio di giugno, la Procura della Flotta del Mar Nero ha risposto ufficialmente a una delle madri che l’unità militare 84201 (dove prestavano servizio i marinai dell’incrociatore «Moskva» affondato) è stata aggiunta alla lista dei partecipanti alla «operazione militare speciale» al fine di «assicurare la possibilità di diritti e garanzie sociali, e che l’equipaggio della nave e i suoi familiari ricevano pagamenti [previsti per legge per i famigliari dei militari russi caduti in guerra]». Nel documento non viene specificato quando, esattamente, l’unità militare sia stata aggiunta all’elenco indicato. Allo stesso tempo, Allo stesso tempo, né la Procura né il Ministero della Difesa ammettono ancora che l’incrociatore Moskva abbia mai preso parte alla guerra con l’Ucraina.
In una situazione diversa mi sarei espresso sulle capacità dei marinai russi a navigare senza alcuna nave, ma ora preferisco evitare.
Non ho avuto la possibilità di dedicare molto tempo a uno studio approfondito dell’argomento, mentre da quello veloce mi sembra di dedurre che la stampa occidentale non rispecchi bene una situazione «curiosa»: la guerra in Ucraina ha già diviso pure gli scienziati.
Infatti, la moria di massa di delfini nel Mar Nero viene interpretata in modo diverso dagli ecologisti russi da una parte e quelli ucraini ed europei dall’altra. Per quelli che lavorano in Russia o in Crimea occupata, i motivi sarebbero la diffusione di infezioni o di atti di intossicazione (in entrambi i casi non ben definiti). Per gli ecologisti ucraini e, per esempio, quelli bulgari il motivo sarebbe la guerra, quindi le esplosioni delle bombe e i sonar potenti delle navi militari russe (che incidono negativamente sulle capacità dell’orientamento dei delfini).
In una guerra tra gli umani i delfini – come tutti gli altri rappresentanti della fauna – non sono le vittime alle quali presterei l’attenzione principale, ma la storia in generale (delle due spiegazioni dello stesso fenomeno naturale) illustra bene i tipi dei due mondi che si sono scontrati nella guerra stessa. Il mondo della libertà con quello della non-libertà.
Il nuovo paragrafo di Inerario (§ 32) è dedicato alla possibilità di utilizzare il formato MP3 per la riproduzione dell’audio in tutti i browser.
Il paragrafo è stato pensato per gli sviluppatori poco aggiornati sulla pubblicazione dei materiali multimediali, ma sarà utile anche per i semplici proprietari dei siti web.
https://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo32/
È successo! Dopo appena 28 anni in India è stato girato il remake del «Forrest Gump»:
So alcuni di voi hanno aspettato e desiderato tanto questo film. Quindi aspetto le vostre recensioni, ahahahaha