Per non rischiare di rendere questo blog troppo deprimente, oggi provo a postare qualcosa di più positivo. Per esempio…
Al Pacino è Al Pacino perché sa vivere da Al Pacino: sempre, in ogni momento, anche quando va a passeggiare.
Molto probabilmente avete già visto questo video, quindi lo posto prevalentemente per non perderlo.
L’archivio del marzo 2022
Secondo la cronologia ufficiale, 69 anni fa – il 5 marzo 1953 – è schiattato uno dei personaggi più repugnanti della storia. È schiattato con l’aiuto dei propri collaboratori più «fedeli», «fidati» e fino a poco tempo prima pure impauriti.
La storia si ripete spesso. Spero.
E intanto metto, nella consueta rubrica musicale del sabato, due brani dal film «The Death of Stalin».
Aggiungerei anche questa:
Libertà e pace a tutti.
È sempre curioso apprendere le notizie come questa: negli USA l’agenzia per la protezione dell’ambiente (EPA, Environmental Protection Agency) ha multato la Tesla per 275.00 USD per le ripetute violazioni del Clean Air Act. Le violazioni sono state rilevate in un impianto produttivo a Fremont (in California) nel periodo tra il 2016 e il 2019. In particolare, la fabbrica non è riuscita a sviluppare un piano di minimizzazione delle emissioni e a registrare il livello delle emissioni di sostanze inquinanti provenienti dai processi di verniciatura delle auto. Si tratta delle sostanze formaldeide, etilbenzene, naftalina e xilene.
Secondo l’EPA, La Tesla avrebbe corretto tutte le violazioni, ma già il solo fatto della multa per le questioni legate all’inquinamento inflitta a una azienda che sembra quasi un simbolo religioso di alcuni ecologisti è abbastanza divertente.
Ogni sera, da alcuni giorni ormai, passando in piazza Duomo (a Milano) verso le 19:15, vedo questa piccola manifestazione contro la guerra in Ucraina. Si tratta di poche decine di persone (una trentina o poco più? boh, non si capisce molto) con una lunga bandiera ucraina e pochi slogan esclamati in italiano, in russo e in ucraino (a giudicare dall’accento, sono prevalentemente gli ucraini).
Un po’ mi dispiace che siano in pochi a manifestare, anche se capisco benissimo che la sera di un giorno feriale non è il momento ideale per aspettare una ampia partecipazione delle persone impegnate in quella vita quotidiana che rimane sempre importante per i singoli e per la collettività.
Allo stesso tempo, spero che un giorno si ripetano delle grandi manifestazioni che abbiamo visto in giro per il mondo nel fine settimana passato. Anche se osservando da anni il mondo posso constatare che la partecipazione alle manifestazioni può solo diminuire. Però qualche altra grande manifestazione sarebbe stata utile: perché una delle cose che infastidiscono maggiormente Putin è l’amore non condiviso da parte dell’Occidente (in tutte le sue forme, cominciando dalla comunità dei leader politici). Se il termine amore vi pare poco appropriato nel contesto delle relazioni internazionali, sostituitelo pure con l’amicizia. Ma la sostanza è la stessa: in oltre ventitré anni Putin ha percorso la strada da un politico orientato ai buoni rapporti con l’UE e la Nato a un politico che inizia una guerra di conquista in Europa proprio perché si sente – almeno a partire dal 2008 – una persona rifiutata. Una persona rifiutata dalla collettività la cui attenzione e benevolenza ha cercato di conquistare con tutta la sincerità e (oppure «ma»?) con tutti i modi a egli noti. Una persona rifiutata che ora si è arrabbiata e quindi tira le pietre contro le finestre chi lo ha rifiutato.
(Una tristissima curiosità: si dice che ora sarebbe depresso per il fatto che il suo esercito «liberatore» non sia accolto con gioia dagli ucraini!)
Ci vogliono – forse – diverse e intense manifestazioni per convincere definitivamente Putin o almeno una persona della sua cerchia (sì, ne basterebbe una ma coraggiosa) che non ha più senso insistere.
Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita ad Albino del 24 dicembre 2021.
E sono costretto ad anticipare alcune domande particolarmente «divertenti»: no, a Leffe non ci sono (ancora) stato…
Non voglio certo dare dei suggerimenti agli avvocati del prossimo processo di Norimberga (spero che l’imputato principale sopravviva per essere presente fino alla fine), ma Putin avrà una interessante attenuante: è riuscito a scacciare dalle teste delle masse e dalle prime pagine dei mass media i resti del panico per il Covid-19.
Ma ha ampiamente esagerato con i metodi. Quindi è già diventato il protagonista di alcune copertine abbastanza gentili e diplomatiche:
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Come avrete letto, il 21 febbraio su AppStore è (finalmente?) comparsa l’app del più volte annunciato social network di Donald Trump: si chiama Truth Social e, dicono, ha una alta quantità di problemi tecnici (compresi quelli di sicurezza). Io ero quasi pronto a sperimentarlo in prima persona – per la sola curiosità tecnica, ovviamente, – ma per qualche strano motivo riesco a trovare l’app solo dal computer.
Il mio computer ha il Windows e, soprattutto, non sono tanto voglioso di mettere a rischio il mio principale strumento di lavoro. L’iPhone (il mio telefono) ha invece un contenitore singolo per ogni app, quindi si rischierebbe molto meno.
Ma dato che al momento della scrittura di questo post il mio iPhone non trovava il nuovo social su AppStore (ho una ipotesi del perché, ma non ne sono certo), sono costretto a raccontarvi solo di una piccola curiosità legale. Il logo del nuovo social è molto simile a quello della azienda Trailar: una società britannica che installa pannelli solari sui camion e fornisce dati analitici sul trasporto su strada. Sulla immagine che segue potete vedere i logo quasi identici di Trailar (a sinistra) e Truth Social (a destra). L’azienda di logistica utilizza il proprio logo dal 2019 e, nei giorni scorsi, ha pure ringraziato Trump per aver promosso la sua attività (aggiungendo che è meglio chiedere il permesso di usarlo la prossima volta).
Allo stesso tempo, Trailar sta pensando di intraprendere un’azione legale contro Truth Social.