Per puro caso ho letto una notizia stranissima: «Nei primi tre mesi del 2021 il vinile, per la prima volta dal 1991, è tornato a superare il cd in Italia».
Non c’è alcunché di strano nelle buone vendite del vinile: in quasi tutto il mondo è tornato meritatamente di moda da oltre dieci anni. Se e quando divento sufficientemente ricco, pure io mi metterò a creare una mia collezione della musica sul vinile. Indipendentemente dal fatto che in quel momento storico sia ancora di moda o meno. Semplicemente, mi piace quel tipo di suono (e sta bene con la musica che solitamente ascolto).
Nella notizia citata all’inizio del post è invece strano il riferimento ai cd… Vuol dire che qualcuno compra ancora la musica in cd?! Potrei capire le persone un po’ avanti con l’età che sono affezionate a quel formato, ma loro dovrebbero avere già quasi tutta la loro musica preferita e/o abituale. Pure io uso ancora i cd (non solo quelli musicali), ma già da un po’ di anni non aumento la loro quantità in casa. Uno dei motivi principali è quello tecnologico: il cd è un supporto fisico spesso poco durevole, c’è sempre il rischio che si rovini praticamene da solo (senza alcun intervento esterno).
Insomma, mi sorprende molto che il sorpasso sia avvenuto solo ora.
L’archivio del 2021 год
Dopo tanto tempo, la Apple ha finalmente presentato, in occasione dell’evento di ieri, un prodotto realmente nuovo per il proprio ecosistema: l’AirTag. Era atteso già da anni. In sostanza, si tratta di una «compressa» metallica che può essere interrogata dai telefoni, tablet e computer della Apple circa la sua posizione. Se si trova vicino, emette un suono; se si trova lontano, comunica la propria posizione geografica utilizzando come «ponte di connessione» il dispositivo della Apple più vicino. Nascosto in un qualsiasi vostro oggetto personale, l’AirTag permetterà di localizzarlo in caso dello smarrimento o, se siete (s)forunati, del furto (dipende dal fatto se il ladro ci pensi e ci riesca a cercare e buttare via l’AirTag).
Ma in realtà so benissimo che tutti gli interessati sono capaci di leggere la descrizione del prodotto direttamente sul sito del produttore: è breve e facilmente comprensibile. Quindi passo alla mia grande domanda sull’argomento…
L’AirTag è ora proposto a 35 euro (oppure 119 euro per una confezione da 4 pezzi). Con la custodia opzionale costa ancora di più. Di conseguenza, è evidente che sia più sensato utilizzalo solo per mettere al sicuro gli oggetti di un particolare valore economico. Le prime cose che vengono in mente sono ovviamente i portafogli (rifare tutti i documenti è un casino) e le borse con gli oggetti personali importanti. Ma io mi sono chiesto se l’AirTag possa essere utile anche quando nascosto nei mezzi di trasporto personali: auto, moto, biciclette costose etc. Se dovesse funzionare anche in quel modo, meriterebbe di essere comprato a bancali.
Bisogna studiare con attenzione le prime reazioni degli utilizzatori affidabili.
P.S.: sarà particolarmente curioso riuscire a rintracciare le proprie cose rubate grazie al supporto tecnologico dell’iPhone del ladro stesso.
P.P.S.: ogni innovazione diventa rivoluzionaria quando è utilizzata bene e con una certa dose di fantasia.
Non ho la mania di seguire le notizie legate alla attività di vari pazzi e ignoranti (spesso è già difficile evitare i personaggi del genere nella vita reale quotidiana), quindi a volte mi perdo delle storie abbastanza curiose. Così, solo poco tempo fa ho letto dell’ultima grande impresa di Greta Thunberg: più di due mesi fa la ragazza aveva (probabilmente per sbaglio) pubblicato le istruzioni fornitele sul modo di commentare i disordini popolari in India. Si era velocemente accorta dell’errore e aveva cancellato il tweet, ma l’internet si ricorda sempre tutto. Quindi è successo un ennesimo piccolo scandalo.
Cosa possiamo imparare da questa breve storia triste? Possiamo finalmente imparare (se, stranamente, non lo abbiamo ancora fatto) che tutti i materiali che ci capitano davanti agli occhi vanno letti bene, anche quando ci fidiamo cecamente della fonte. Tra i numerosi possibili effetti di questo modo di fare ci sarà la caduta di popolarità dei vari personaggi di dubbio gusto.
E, ovviamente, ricordiamoci che è impossibile cancellare i contenuti di ogni genere dall’internet.
P.S.: su Greta Thunberg era già tutto chiaro da tempo, ma, probabilmente, sarebbe curioso scoprire da chi esattamente viene manipolata.
Nel mare delle notizie importanti e/o interessanti che ci circondano in questo periodo, ne abbiamo quasi perso una che in qualche modo riguarda la nostra vita quotidiana da molti anni. Tre giorni fa, il 16 aprile, è morto Charles Geschke: uno dei fondatori della Adobe e il creatore dei formati PDF e TIFF.
Il primo formato menzionato è noto a (e spesso è una salvezza per) tutti coloro che lavorano almeno occasionalmente con i documenti digitali. Il secondo formato è ancora oggi apprezzato (anche se, probabilmente, un po’ meno di prima) dai fotografi e grafici per una buona gestione dei colori.
Di conseguenza, mi sembrava particolarmente brutto non ricordare uno dei personaggi più importanti del mondo tecnologico terrestre.
P.S.: probabilmente sono uno dei pochissimi a non temere di ammettere il proprio affezionamento al Dreamweaver. Lo utilizzo serenamente – nelle varie sue versioni – da circa vent’anni e sono molto contento che la Adobe abbia continuato a svilupparlo dopo l’acquisizione della Macromedia del 2005.
Google ha realizzato – e pubblicato in settimana – il più grande aggiornamento del proprio progetto Google Earth dal 2017. In particolare, è stato perfezionato lo strumento Timelapse: mettendo insieme 24 milioni delle fotografie satellitari scattate tra il 1984 e il 2020, gli autori dell’aggiornamento hanno mostrato – nei video di altissima qualità – come sono cambiati i vari luoghi del nostro pianeta. Per esempio, è possibile vedere come sono cresciute le città, come sono cambiate le foreste o i fiumi etc.
Non riuscendo (e, in realtà, non volendo) scegliere una sola categoria di cambiamenti, oggi posto ben due video. Inizio con la crescita delle città:
E poi scelgo qualcosa che riguardi la natura. Per esempio, i cambiamenti delle foreste:
I più interessati saranno capaci di accedere da soli agli altri video.
Fino a oggi non ho ancora dedicato un post specifico agli Scorpions per più motivi. Uno di questi è il curioso fenomeno della loro popolarità «sdoppiata». Infatti, da un lato è uno dei gruppi hard rock europei più noti di sempre. Dall’altro lato, già molti anni fa ho scoperto – con una certa sorpresa – l’esistenza di un ampio insieme di persone che vivono in una specie di «vuoto culturale»: conoscono il gruppo solo per le loro ballate (non tantissime, ma comunque abbastanza numerose per un gruppo di questo tipo) che potrebbero essere classificate come «rock classico».
Insomma, non sapevo se dedicare il post musicale esclusivamente alla stilistica prevalente del gruppo oppure aggiungere anche qualche ballata. Ma alla fine ho pensato che nessuna legge suprema mi vieta di pubblicare due post invece di uno. Quindi oggi inizio con quello dedicato al hard rock degli Scorpions.
La prima canzone di oggi è la «Virgin Killer» (dall’album «Virgin Killer» del 1976):
Mentre la seconda è la «The Sails Of Charon» (dall’album «Taken by Force» del 1977):
Probabilmente sarebbe stato meglio aspettare il 31 ottobre per la pubblicazione di questo post, ma non riesco proprio a resistere. Quindi lo faccio oggi…
Oggi vi consiglio a visitare e studiare bene il sito ufficiale della azienda Dying Art di Auckland (Nuova Zelanda). Spero che riusciate ad apprezzare anche voi i prodotti ideati da Ross Hall, il fondatore della azienda. Il signore sostiene, infatti, che le sue bare sono molto richieste perché non tutti sono ormai desiderosi a essere chiusi per sempre in una scatola noiosa. Quindi i prodotti della Dying Art sono popolari nonostante il fatto che i loro prezzi vadano da 1250 a 3220 euro.
L’idea di creare le bare allegre venne a Ross Hall circa 15 anni fa in occasione della stesura di una prima versione del suo testamento. In un certo senso lo posso capire: quando arriverà il momento di farlo, pure io vieterò a trasformare il mio funerale in una gara di tristezza (la quale è, in realtà, la vera fonte di molti mali del nostro mondo).
Una delle scelte più strane in merito alla campagna vaccinale anti-Covid è quella recente della Google: l’azienda ha promesso, tra le altre cose, di vaccinare 250 mila persone nei Paesi con il reddito medio-basso. Anche se dovesse riuscire a vaccinare la suddetta quantità di persone in ogni Stato scelto, probabilmente non si tratta di numeri particolarmente rilevanti… Ma, comunque, è sempre meglio di niente, quindi complimenti a Google.
Ah, e poi la stessa azienda promette la pubblicità gratuita – per un valore massimo di 250 milioni di dollari – delle informazioni veritiere sui vaccini. Chi non vive negli Stati con il reddito medio-basso potrebbe provare a usufruire almeno di questa parte della spesa!
Dopo avere comprato una qualsiasi cosa online, è bello essere aggiornati sull’avanzamento della relativa spedizione. Allo stesso tempo, però, è un po’ strano leggere delle cose del genere sulla mail informativa:
La «notizia» del fatto che il contenuto di una spedizione debba essere controllato (possibilmente in tempi brevi) non è una grandissima notizia. Ma stranamente, ho sempre pensato che fosse il venditore a dover preparare con l’attenzione il pacco…
Ma, in ogni caso, conta il risultato finale. Vedremo.
Stamattina Vladimir Putin ha comunicato di avere ricevuto la seconda dose del vaccino innominato contro il Covid. Come è già successo il 23 marzo per la prima dose, non lo ha fatto pubblicamente perché «non gli piace imitare alcuni altri leader».
Ricordiamocelo la prossima che verrà diffusa qualche sua foto ufficiale in stile rambo, ahahaha
L’estate è sempre più vicina, quindi forse non dovremmo aspettare troppo.