Esistono tanti modi – più o meno efficaci – di stimolare l’innovazione tecnologica a livello nazionale. Non sempre si tratta degli stimoli intenzionali: a volte si diventa innovatori reagendo a qualche situazione sfavorevole creata artificialmente. Uno degli esempi storicamente più interessanti è quello israeliano.
La telediffusione è iniziata in Israele nel 1968. In quel periodo quasi tutto il mondo sviluppato stava ormai passando alla telediffusione a colori, mentre i vertici israeliani erano molto attaccati alla immagine in bianco e nero. Tale arretratezza era giustificata in parte dai motivi economici (le attrezzature per diffondere l’immagine a colori risultavano troppo costose) e in parte dai motivi psicologici (i pionieri della televisione israeliana reputavano superflua l’immagine a colori). Quindi la televisione israeliana rimaneva tutta in bianco e nero.
Ma già negli anni ’70 la televisione israeliana aveva dovuto acquistare le attrezzature per la trasmissione della immagine a colori per le stesse ragioni economiche di prima: praticamente nessuno produceva ormai le attrezzature per l’immagine in bianco e nero, quindi i rispettivi prezzi d’acquisto erano diventati troppo alti.
Allo stesso tempo, la possibilità tecnicamente sempre più vicina di ricevere l’immagine a colori e il correlato import dei televisori a colori erano considerati un lusso inammissibile. Si temeva, infatti, che la televisione a colori potesse danneggiare l’economia nazionale e aumentare le disuguaglianze nella società (un televisore a colori costava circa 1500 USD). Alcuni, inoltre, temevano che la televisione a colori potesse portare a una sensibile riduzione del tempo dedicato dalle persone alla lettura e alla partecipazione alle attività pubbliche, mettendo dunque a rischio le norme tradizionali e la vita familiare.
Di conseguenza, l’unico (all’epoca) canale televisivo israeliano era stato obbligato ad accompagnare tutte le sue trasmissioni dal segnale chiamato Mehikon (letteralmente «cancellatore») per l’oppressione dei colori. Quindi anche i televisori a colori funzionavano come se fossero in bianco e nero. Non vi racconto tutti i dettagli tecnici che rendevano possibile questo trucco: in sintesi, all’epoca l’immagine veniva inviata verso i televisori a righe orizzontali, l’inizio non visualizzabile di ogni riga conteneva delle informazioni sui colori, quindi si interveniva su quella parte del segnale.
Gli ingeneri israeliani comuni non avevano però voluto rassegnarsi a tale limitazione e avevano dunque creato l’anti-mehikon: un dispositivo che si attaccava al televisore e neutralizzava l’oppressione dei colori. Questo strumento costava circa il 10% del prezzo di un televisore a colori. La produzione, l’aggiornamento e la diffusione (tre azioni svolte, ovviamente, in un modo clandestino) di tale dispositivo è continuata fino al 1981, l’anno dell’abbandono del mehikon da parte dello Stato.
C’è chi sostiene che la lotta tecnologica contro il mehikon abbia dato l’inizio ai processi che hanno portato, anni dopo, alla affermazione del Hi-Tech israeliano.
L’archivio del 6 dicembre 2021
06/12/2021 alle 14:25