Cari tutti!
Sta per finire un anno che è stato un po’ meno brutto di quello precedente in generale per tutti e, spero, in particolare per ognuno di voi. Sta per finire un anno al quale erano legate delle speranze (forse non tutte avverate) e, forse, qualche preoccupazione (anche quelle non tutte avverate). La fine di un anno del genere potrebbe essere un motivo sufficiente per festeggiare, ma noi viviamo per guardare al futuro. E per trasformare in strumenti tutto ciò che abbiamo acquisto nel passato.
Di conseguenza, potrei scrivere nel modo seguente. Allo stesso tempo, è stato un anno nel corso del quale nelle teste di molte persone si sono sviluppati e affermati dei nuovi processi cognitivi un po’ strani. Io, per esempio, ho iniziato a scomporre la parte visuale del nostro mondo in delle componenti non immaginabili fino a qualche tempo fa… Tra le altre cose, ho avuto la visione dei tradizionali fuochi d’artificio che nascono nel cielo come delle famose sfere cornute del coronavirus, ma poi si trasformano velocemente in qualcosa di bello e poi spariscono…
No, prima di mettermi a scrivere questo testo non avevo ancora bevuto nulla, e nemmeno assunto altre sostanze.
Volevo solo farvi un augurio: che anche ogni apparenza di problema manifestatosi davanti ai vostri occhi si trasformi in qualcosa di grande ma bello. Spero che presto succeda così anche con questa pandemia.
Buon 2022.
Andrà tutto bene.
P.S.: e ricordatevi che i desideri migliori per l’anno nuovo sono quelli la cui realizzazione dipende, almeno in parte, da noi.
L’archivio del Dicembre 2021
Dalla primavera di quest’anno tutti – sì, ormai tutti – sanno che cosa è e che aspetto ha un QR code. Molte persone hanno pure capito come funziona un QR code. Diversi possessori degli iPhone si sono pure ricordati di avere già un lettore dei codici QR preinstallato sui loro telefoni (il quale, però, non è in grado di leggere i «green pass»).
Ma non tutti sanno che l’invenzione del QR code non è arrivata proprio dal nulla. Si dice l’idea di questo codice sia venuta in mente all’ingegnere giapponese Masahiro Hara nel 1992 grazie a una analogia con il gioco Go, ma non possiamo escludere che abbia anche visto qualcuna delle immagini storiche che sto per mostrarvi, ahahaha
Alcune settimane fa nel segmento russo dell’internet è diventata famosissima la foto di Mengli Giray I (visse dal 1445 al 1515), il quale fu uno dei più celebri khan della Crimea. Salì al trono e regnò per un totale di 45 anni: nel 1466, dal 1468 al 1475 e poi dal 1478 al 1515. In questa sede non trovo opportuno raccontarvi tutti i dettagli della sua biografia ricca di avvenimenti (lo potete immaginare anche solo guardando le date elencate), quindi mi limito a sottolineare che il disegno del suo timbro assomiglia moltissimo ai moderni codici QR.
Tantissime persone hanno cercato di decifrare il disegno del timbro. Continuare la lettura di questo post »
A tutte le persone poco esperte della lingua inglese ricordo che il 2022 – l’anno che sta per arrivare – si pronuncia come «2020 too».
Siete felici di apprendere questa informazione, vero?
Allora colgo l’occasione per farvi gli auguri in anticipo, ahahaha
Riprendendo, in un certo modo, l’argomento del Babbo Natale, potrei finalmente scrivere di quel fenomeno che ormai da diversi anni commento nelle conversazioni tematiche con gli amici e conoscenti italiani. Si tratta delle date diverse del Natale cattolico e quello ortodosso.
Più o meno tutti sanno che il Natale ortodosso si festeggia il 7 di gennaio perché la Chiesa ortodossa segue [ancora] il calendario giuliano. Non tutti però sanno che per la Chiesa ortodossa la data della suddetta festività è fissa: infatti, nel corso dei secoli si è progressivamente spostata dal 23 dicembre al 7 gennaio dell’anno solare successivo. E, soprattutto, il processo dello spostamento della data non si dovrebbe fermare fino al momento della scomparsa del nostro sistema solare. Così, per esempio, a partire dal 2101 il Natale ortodosso si festeggerà l’8 di gennaio.
Il fenomeno dello spostamento della data è dovuto al fatto che il calendario giuliano — che è elevato al rango di un dogma e non può essere cambiato — considererà, a differenza del calendario gregoriano (quello seguito dalla Chiesa cattolica), l’anno 2100 come bisestile perché il suo numero si divide per 4. Secondo il calendario gregoriano, invece, l’anno 2100 non è bisestile perché il suo numero non si divide perfettamente per 400. Di conseguenza, nel calendario giuliano (quello ortodosso) compare un giorno «di troppo»: il 29 febbraio 2100 (che non può essere buttato via per una serie di motivi, la commemorazione di alcuni santi compresa). Questo comporta lo spostamento della data del primo Natale seguente al 29/II 2100 dal 7 all’8 di gennaio 2101. Sempre dalla data del 29 febbraio 2100 la differenza tra i calendari delle due Chiese sarà di 14 giorni e non più di 13.
Naturalmente, non è la prima volta che una cosa del genere si verifica in oltre due mila anni di storia. Quindi vi propongo una tabella che mostra come è cambiata la differenza in giorni tra il calendario giuliano e quello gregoriano. In sostanza, questa tabella mostra, secolo per secolo, quanti giorni vanno aggiunti al 25 dicembre per stabilire la data del Natale ortodosso in vigore per il secolo scelto.
Il secolo | I periodi (in anni) del calendario giuliano | La differenza in giorni | Il secolo | I periodi (in anni) del calendario giuliano | La differenza in giorni | ||
dal 1/III | al 29/II | dal 1/III | al 29/II | ||||
I | 1 | 100 | –2 | XII | 1100 | 1200 | 7 |
II | 100 | 200 | –1 | XIII | 1200 | 1300 | 7 |
III | 200 | 300 | 0 | XIV | 1300 | 1400 | 8 |
IV | 300 | 400 | 1 | XV | 1400 | 1500 | 9 |
V | 400 | 500 | 1 | XVI | 1500 | 1600 | 10 |
VI | 500 | 600 | 2 | XVII | 1600 | 1700 | 10 |
VII | 600 | 700 | 3 | XVIII | 1700 | 1800 | 11 |
VIII | 700 | 800 | 4 | XIX | 1800 | 1900 | 12 |
IX | 800 | 900 | 4 | XX | 1900 | 2000 | 13 |
X | 900 | 1000 | 5 | XXI | 2000 | 2100 | 13 |
XI | 1000 | 1100 | 6 | XXII | 2100 | 2200 | 14 |
Ovviamente, il cambiamento della differenza tra i due calendari comporterà — come ha comportato anche nel passato — lo spostamento anche di tutte le altre festività ortodosse.
La differenza tra i due calendari appare spesso una cosa bizzarra, scomoda, poco sensata etc. Entrambi i calendari, però, sono accumunati da un medesimo problema di logica: se nell’Occidente gli anni si contano dalla nascita di Gesù, perché la data della sua nascita è sempre diversa dalla data dell’inizio dell’anno? Perché secondo il calendario gregoriano l’anno inizia sei giorni più tardi e secondo quello giuliano sette (per ora) giorni prima?
Certo, nemmeno i teologi sono d’accordo tra loro sulla data precisa della nascita di Gesù: sanno solo che sarebbe nato verso la metà dell’inverno. Ma tale incertezza sarebbe un bel motivo aggiuntivo per abbandonare entrambi i calendari (gregoriano e giuliano) e passare a un calendario comune, nel quale la data del Natale sarà fissata per il 31 dicembre. Sarebbe una grande vittoria della logica.
Ma, purtroppo, l’eventualità di un largo consenso tra i rappresentanti dei gruppi concorrenti è un sogno tanto idillico quanto l’attesa delle azioni logiche intraprese da una qualsiasi Chiesa.
All’inizio di dicembre il vescovo siciliano Antonio Staglianò ha ingannato un gruppo di bambini in un modo particolarmente disgustoso… No, non ha raccontato a loro una di quelle frottole che è tenuto a raccontare quotidianamente in virtù della propria professione (anche se avrebbe potuto fare qualcosa di più utile nella vita). No, nemmeno l’affermazione «Babbo Natale non esiste» è così grave (anche se avrebbe fatto meglio ad ammettere qualche altra inesistenza).
Purtroppo, ha diffuso una affermazione sbagliata che rimarrà nelle teste dei suoi ascoltatori anche quando smetteranno di credere nella esistenza di tutte le creature fantastiche. Ebbene, non è vero che «il rosso del vestito che indossa [il Babbo Natale] è stato scelto dalla Coca-Cola esclusivamente per fini pubblicitari» (cit.). In realtà il Santa Claus, il Babbo Natale e tanti loro colleghi avevano i vestiti rossi anche prima della invenzione della suddetta pubblicità. Anzi, molti di loro li avevano anche prima della invenzione della bevanda stessa. La Coca-Cola ha solo preso una figura già ben riconoscibile e, grazie alla propria popolarità mondiale, ha trasformato in uno standard mondiale alcuni aspetti estetici dell’immagine del personaggio. L’unica caratteristica distintiva del Santa Claus inventato dalla Coca-Cola sono le sopracciglia nere: nessun altro grafico (o rappresentante di qualche altra professione), raffigurando il personaggio, ha voluto copiare quel dettaglio.
Se non volete fare una figuraccia da vescovo, rileggete pure la mia breve «Storia dei Babbi»: diventerete molto più informati sull’aspetto fisico, sulle abitudini e sui doveri professionali del Babbo Natale e dei suoi colleghi esteri che si impegnano onestamente per il bene di tutti: bambini ed ex-bambini.
In queste settimane in Spagna è diventata molto popolare la recente pubblicità della azienda Campofrío (un grande produttore dei vari tipi di prosciutti e salumi). Il protagonista del video è interpretato dal famoso attore spagnolo Carra Elejalde, insieme a egli nel video sono presenti anche diversi altri attori spagnoli noti.
La pubblicità è in spagnolo e, se non riuscite proprio a seguirla, potete attivare i sottotitoli e la loro traduzione automatica in qualsiasi lingua da voi preferita (naturalmente, questo tipo di traduzione non può essere di una qualità altissima, ma vi aiuterà a vedere un video già abbastanza facile da comprendere).
Il video pubblicitario in questione parla di un uomo che era tanto spaventato dal famoso coronavirus (ed era anche ossessionato da altre fobie, come, per esempio, il fatto che fare la doccia ogni giorno farebbe male al corpo perché «distrugge le sue difese»), che ha interrotto quasi completamente ogni forma di rapporto con altre persone. Ma poi si è reso conto che la sua non era più una vita normale, quindi è uscito di casa, ha ricominciato a parlare con la gente e ha riavuto la vita piena di un normale essere umano. Alla fine, ovviamente, ha organizzato una grande festa dove tutti mangiano i prodotti della Campofrío.
La morale del video: la vita in generale non è una cosa salutare di per sé (ricordatevi che essa è la prima causa della morte!), quindi è meglio godersi la vita e la socializzazione finché si può.
La prima canzone natalizia che viene in mente alla maggioranza delle persone è quella di un duetto degli anni ’80. Ma io quest’anno vorrei postare qualcosa di meno banale (almeno dal punto di vista quantitativo).
Per esempio, potrei postare la «Driving Home For Christmas» di Chris Rea:
Della suddetta canzone esistono anche delle cover più o meno simpatiche (per chi fosse interessato a questo genere). Così, ha senso di ricordare l’interpretazione di Helene Fischer:
Oppure l’interpretazione della stessa canzone da parte di Glennis Grace:
Sì, a volte ci vuole qualcosa di leggero.
Buon Natale a tutti coloro che ci credono.
Tanti regali a tutti coloro che non ci credono ma approfittano comunque delle utili tradizioni.
Ma, comunque sia la vostra categoria di appartenenza, siate moderati durante queste giornate intense (e che vi rimangano solo dei ricordi positivi di questo periodo di festeggiamenti).
E spero che almeno per alcuni questo Natale sia più allegro di quello precedente:)
Per quasi dieci anni ho serenamente utilizzato la versione gratuita del torrent client μTorrent. L’ho utilizzato con una certa costanza e intensità, ma, allo stesso tempo, non ho mai sentito la necessità di passare alla versione Pro a pagamento: la presenza dei banner pubblicitari nella finestra del programma non mi disturbava, mentre le eventuali funzionalità aggiuntive non mi venivano nemmeno in mente (non ne sentivo alcun bisogno).
Circa due settimane fa (o ne sono passate già tre? boh…), però, il programma è «impazzito» e ha iniziato a riprodurre, nei momenti casuali (quindi non prevedibili) il suono della video-pubblicità incorporata. L’unico modo di interrompere quei suoni indesiderati era quello di uscire dal programma. Non chiuderlo con la «x» in alto a destra, ma solo selezionando l’apposita voce del menu. I video-banner pubblicitari, intanto, non presentavano alcun segno della possibilità di disattivare il fastidioso audio. Insomma, si tratta di una trovata geniale di marketing, particolarmente bella di notte e nei momenti in cui l’utente sta vedendo qualche film sul computer (per i contenuti audio di solito utilizzo i dispositivi diversi dal computer). Il problema si aggravava dal fatto che a volte devo tenere il torrent client attivo per controllare il download di qualche seeding lento e/o raro.
Di conseguenza, ho iniziato a informarmi sulle alternative, gratuite ma non cretine, al μTorrent impazzito. E dopo alcuni giorni ho letto – sul sito di un giornalista tecnico che seguo – un articolo dedicato proprio allo stesso problema.
Ora posso condividere con voi il consiglio prezioso ricevuto: il torrent client qBittorrent è effettivamente bello e comodo. Per ora non ho notato alcun suo dettaglio che possa essere visto come un diffetto. Non c’è nemmeno la pubblicità, essa è completamente assente. Il programma è gratuito; viene sviluppato e mantenuto dai volontari che si accontentano delle sole donazioni (utili per il lavoro sul progetto).
Se anche voi siete alla ricerca di un buon torrent client, prendete pure in considerazione il qBittorrent.
P.S.: come tutte le altre cose di questo mondo, anche un torrent client può essere utilizzato, da chi lo ha scaricato e installato sul proprio computer, a scopi poco leciti. Ma, come sanno bene ormai tutti, anche chi va in giro mascherato non è necessariamente un ladro…
Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla parte conclusiva della mia grande camminata in montagna nell’agosto 2021: la mia breve visita a Varenna.