Mi capita spesso di sentire o leggere della presunta tattica degli industriali di produrre gli oggetti tecnologici in modo da farli durare («vivere») poco tempo e riuscire quindi a mantenere un buon livello delle vendite. Delle vendite dei prodotti nuovi, ovviamente.
Ebbene, secondo il mio parere autorevolissimo, si tratta di una palese stronzata inventata dai giornalisti poco intelligenti: una specie dell’ennesima teoria del complotto. Infatti, un comportamento come quello sopraindicato è sconveniente per i produttori stessi: se un oggetto si rompe troppo presto (oppure il giorno dopo la fine della garanzia), il consumatore andrà a comprare l’oggetto sostitutivo da uno dei numerosi concorrenti e non da chi ha appena perso la sua fiducia.
Le uniche due cause reali della scarsa longevità della elettronica, delle automobili e di tutti gli altri oggetti sono altre: l’inadeguatezza professionale dei progettisti e la tendenza mondiale a minimizzare i costi di produzione (per esempio, risparmiando sui materiali di qualità). Non so bene come si possa risolvere il secondo problema senza perdere la concorrenza sul mercato di massa, ma capisco che la scarsa qualità del prodotto finale non è certo tra gli obiettivi intenzionalmente prefissati dai produttori.
Gli oggetti che durano tanto esistono, ma hanno dei prezzi non accessibili alla maggioranza dei consumatori e sono circondati da altre leggende metropolitane.
L’archivio del 23 agosto 2021
23/08/2021 alle 13:25