L’archivio del marzo 2021

Ecceso di mortalità

Capisco che molte (o moltissime?) persone non ne possono più di leggere del Covid-19. Certi giorni pure io mi unisco a loro: in qualche modo la tranquillità interiore va anche tutelata.
Ma ogni volta mi «richiamo all’ordine» e ricomincio a aggiornarmi dalle poche fonti valide.
Una di queste fonti è la pagina creata da Dmitry Kobak e Ariel Karlinsky su GitHub. Quella pagina che in «tempo reale» monitora e ci mostra l’eccesso di mortalità per il Covid-19 in giro per il mondo. Attraverso lo studio dei numeri e dei relativi grafici divisi Stato per Stato e della classifica mondiale tutti i visitatori possono informarsi e provare a trovare un po’ di ottimismo un po’ strano e forse un po’ egoistico (perché ci sono molte zone del mondo messe peggio di quelle dove ci troviamo noi).

Comunque sia il vostro rapporto con le informazioni del genere, quello appena indicato è uno strumento interessante.


68 senza Iosif

Più o meno in tutta l’Europa (e non solo) vivono numerose persone scontente per l’affermazione di una festa «estranea alla nostra cultura»: il halloween. Evito di commentare lo stato mentale di quelle persone. Per esempio, lo faccio perché ho una mia proposta originale che non alcunché in comune con le loro argomentazioni profondamente provinciali.
Ebbene, in Europa (o almeno in una sua parte) il halloween potrebbe essere sostituito o affiancato da una festa analoga, altrettanto allegra e, allo stesso momento, molto più vicina dal punto di vista culturale e/o storico. Il 5 marzo di ogni anno si potrebbe festeggiare l’anniversario ufficiale della morte di Iosif Stalin. La data non è precisa dal punto di vista storico, ma è ormai comunemente riconosciuta. In occasione della festa si potrebbe travestirsi da zombie in uniforme pseudo-militare o esporre delle zucche baffute con una pipa in «bocca» e gli «occhi» illuminati di rosso-sangue. In tal modo si riuscirebbe a ricordare la scomparsa di un personaggio malefico che per quasi un decennio era riuscito a condizionare anche la vita in almeno una parte dell’Europa (anche se in una misura inferiore rispetto a tutto quello che aveva combinato sul territorio dell’URSS).
Ma anche se la proposta non dovesse ricevere consensi, io continuo a festeggiare ogni 5 marzo. Almeno per ora è l’unica data di morte che festeggio.


I viaggi casuali

Qantas, la più grande compagnia aerea australiana, da oggi vende i biglietti per i voli nazionali con la destinazione sconosciuta. I passeggeri non conosceranno il punto di destinazione fino al momento dell’atterraggio (vabbè, fino a poco prima, viso che sui monitor interni in tempo reale verrà visualizzata la rotta). Le partenze sono previste per il 27 marzo (da Brisbane), 18 aprile (da Sydney) e 1 maggio (da Melbourne). Tutti i viaggi sono da un giorno (si parte la mattina presto e si torna la sera tardi) e costano 737 dollari australiani (circa 475 euro). L’obbiettivo di tutta l’impresa è quello di stimolare il turismo interno: in realtà, di questi tempi ci vorrebbe qualcos’altro, ma ognuno si diverte come può…
In Europa, intanto, si potrebbe andare ancora oltre. Si potrebbe vendere dei viaggi con la data sconosciuta. Visto che nessuno sa se, quando e entro quali limiti ci sarà restituito il diritto alla libera circolazione, qualche azienda di trasporti o agenzia di viaggi (esistono ancora?) potrebbe vendere dei biglietti (o tour) per il futuro indefinito. In questo modo, il cliente viene convocato appena è possibile effettuare il viaggio e riceve l’ordine: «Tu parti domani mattina. Punto. Destinazione: Uganda. Accetta o perdi i soldi. Punto. Ciao».
È strano che nessuno ci abbia ancora pensato…


L’inutilità delle sanzioni

Lo scrivono pure i giornali italiani: ieri l’UE e gli USA hanno adottato – in risposta alla persecuzione dell’oppositore Alexey Navalny – delle sanzioni contro alcuni alti funzionari russi.
In merito a tale notizia il concetto fondamentale da sapere è semplice: tutte le sanzioni del genere sono completamente inutili. Infatti, la grande maggioranza dei personaggi direttamente interessati non viaggia all’estero da anni (salve le rarissime, eccezionali, visite di lavoro presso alcune organizzazioni internazionali), tiene la maggioranza delle proprie ricchezze nelle banche russe (Vladimir Putin si è impegnato per anni a convincerli) e, allo stesso tempo, non ha alcun motivo di preoccuparsi per i parenti eventualmente residenti negli Stati occidentali. Di conseguenza, tutti i funzionari «sanzionati» non si sentono assolutamente scomodati.
Di fronte a tale situazione potremmo chiederci: perché l’UE e gli USA hanno adottato delle sanzioni del genere? Non si saranno accorti già nelle situazioni precedenti che tale modo di fare non produce alcun effetto? Ecco, in realtà la risposta è semplice: le sanzioni del genere vengono regolarmente adottate solo per mostrare la posizione dei leader occidentali nei confronti della politica russa (di solito quella internazionale, ma da poco anche quella interna). Allo stesso tempo, però, non si capisce quali altri obiettivi si vorrebbe raggiungere con l’uso dello strumento politico chiamato «sanzioni». E in assenza degli obbiettivi precisi vengono logicamente inventati degli strumenti inutili. Inoltre, è abbastanza evidente l’impossibilità di inventare delle sanzioni efficaci e, in contemporanea, continuare a comprare le risorse naturali (necessarie per il funzionamento della propria economia) e a evitare di colpire i cittadini comuni della Russia.
A questo punto non mi resta altro che constatare: è assolutamente normale la situazione in cui i politici siano più preoccupati per gli interessi nazionali che per i problemi interni di uno Stato lontano. Così, anche la Russia risolverà i propri problemi interni senza ricorrere all’aiuto esterno. Sarà una cosa bellissima nella sua normalità.


90 anni di Gorbachev

Non penso che ci sia il bisogno di presentare il protagonista del post di oggi. Quindi passo subito al pretesto che mi permette di scriverne.
Oggi Mikhail Gorbachev compie 90 anni.

Oltre a fare gli auguri (come se ci fosse anche una minima probabilità che egli se ne accorga), colgo l’occasione per ricordare quel falso mito che viene associato al nome di Gorbachev un po’ in tutto il mondo. Infatti, mi è capitato di sentire da molte persone – provenienti non solo dalla Russia o dall’Italia – delle frasi del tipo «Gorbachev ha fatto crollare l’URSS». Mah… se il lavoro di un anatomopatologo fosse sempre considerato la causa di morte, ci troveremmo oggi in un mondo abbastanza strano.
Il problema sta nel fatto che Gorbachev è stato un anatomopatologo che ha tentato di fare il lavoro di un rianimatore. Attraverso una serie di misure / riforme di vario genere (alcune sensate e alcune un po’ meno) Gorbachev ha tentato – con un grado di successo che ormai non ha più senso di commentare – di rianimare un grosso cadavere puzzolente e di colore viola, dimenticandosi (?) del problema principale: il corpo sul tavolo non aveva più alcuna ragione di vivere. Per un periodo abbastanza lungo, più o meno fino alla metà degli anni ’60, nell’URSS rimaneva ancora almeno una illusoria credibilità della ideologia statale. Di quella ideologia che era ancora capace di caricare molte persone di entusiasmo, di convincere che si stia costruendo un mondo migliore, «più giusto». Ma di fronte alla evidente realtà tutte le illusioni prima o poi svaniscono. Assieme a loro viene automaticamente meno anche la motivazione di mantenere in piedi ogni genere di entità che da quelle illusioni venivano motivate a funzionare e svilupparsi. Vale per le compagnie di amici, squadre sportive, aziende, Stati etc.
Mikhail Gorbachev non ha saputo, non ha voluto o non si è accorto di dover (sottolineate pure quella che preferite) rinnovare l’aspetto ideologico dell’URSS per proporre alle persone comuni e ai dirigenti locali qualche nuova (magari meno scadente, più attuale per quei tempi) motivazione alla futura vita comune. Di conseguenza, in occasione del tentato colpo di Stato nell’agosto del 1991 – quando alcuni vecchi gerarchi sovietici avevano tentato di difendere lo status quo a loro tanto conveniente – molte persone avevano capito: la scelta tra il passato noioso (da vomito) e il futuro nebbioso (ma forse migliore) va fatta ora. Il risultato è noto. Ma allo stesso tempo in molti preferiscono dimenticare che Mikhail Gorbachev aveva assistito al realizzarsi di quella scelta da prigioniero in una residenza in Crimea.
Mikhail Gorbachev è forse quel governante russo (nel senso largo del termine) degli ultimi trentacinque anni di storia, nei confronti del quale ho meno parole negative da dire o scrivere.
E quindi gli faccio serenamente gli auguri.
P.S.: per levare ogni dubbio, preciso: sono infinitamente felice che almeno l’URSS non esista più.


Le cifre in rilievo

Le cifre e altri caratteri in rilevo sulle carte bancarie inizialmente avevano un senso pratico particolare. In sostanza, al momento del pagamento la carta veniva appoggiata sul piano di una particolare pressa, sopra la carta venivano appoggiate alcune copie di un modulo prestampate alterate con la carta di carbone, dopo di che veniva azionata la pressa. In questo modo venivano ottenute più copie dello stesso modulo di uno scontrino o fattura. Una copia rimaneva al possessore della carta, una al fornitore del bene o del servizio e una veniva spedita alla banca.
So che in alcuni posti (anche in alcune cittadine degli USA!) questo modo molto antiquato di giustificare i pagamenti con una carta bancaria è stato utilizzato fino alla fine degli anni ’90. E non penso che oggi qualche banca si dimostri disponibile ad accettare una stampa di questo tipo.

Ma la vera domanda è un’altra. Perché ora, nel XXI secolo, si continua a produrre le carte bancarie con i caratteri in rilevo? Tutte le informazioni necessarie sono ormai contenute sulla striscia magnetica e sul chip: possono essere trasmesse in via elettronica e, in caso di necessità, anche stampate in un modo a noi abituale.
Anzi, una soluzione ancora più moderna sarebbe quella di abolire le carte bancarie. Tanto, si può fare tutto con il telefono.