L’archivio del 19 Febbraio 2021

I carcerati volontari

Come avete probabilmente già letto, su Facebook non possono più essere condivise le notizie riguardanti l’Australia. E gli utenti australiani del Facebook non possono proprio vedere le notizie condivise. Tutti i mass media australiani si sono trovati, il 18 febbraio, con le proprie pagine di Facebook vuote:

Si tratta di una scelta tecnica consapevole del Facebbok stesso: è una reazione (abbastanza naturale e prevedibile, direi) alla recente legge australiana (News Media and Digital Platforms Mandatory Bargaining Code) che obbliga le piattaforme digitali a pagare gli emettenti delle notizie per le condivisioni o citazioni da parte dei propri utenti. Di conseguenza, già nelle prime ore i vari siti australiani specializzati nella pubblicazione delle notizie hanno perso circa il 13% del traffico proveniente dalla Australia e circa il 30% del traffico proveniente dall’estero.
Noi, a questo punto, avremmo anche potuto limitarci a constatare che ogni tentativo statale di regolare il naturale e libro sviluppo dell’internet è destinato al fallimento. Tale sviluppo, infatti, è solo uno «specchio digitale» della «vita reale» e di tutti i relativi comportamenti tra gli umani. Se un rapporto è regolamentato in un modo sfavorevole alle parti, esso viene spesso cancellato dalle usanze invece di essere adeguato alle fantasie perverse dei governanti: non si vive per accontentare chi crea problemi.
Ma la questione più interessante è un’altra. In base alla ricerca della Università di Canberra, il 21% degli australiani percepisce le notizie principalmente dai social networks e il 39% della popolazione ottiene le notizie dal Facebook. Non pensando che nei Paese europei la situazione sia radicalmente diversa, mi chiedo: che senso ha un comportamento del genere? Sappiamo bene tutti da anni che il Facebook ha gli algoritmi «allenati» a proporci solo le pubblicazioni che secondo egli dovrebbero interessarci. E allora perché utilizzare uno strumento che limita artificialmente la nostra visione del mondo per accedere alle informazioni di cui l’internet è già pieno?
Stranamente, tante persone si chiudono volontariamente nella cella di Facebook…