Con una certa sorpresa ho letto del boom di candidature al bando per la gestione di uno dei rifugi più isolati nelle Dolomiti. Si tratta del Nuvolau che si trova all’altezza di 2575 metri, è raggiungibile solo a piedi ed è, a quanto pare, poco servito anche delle risorse necessarie per la normale vita quotidiana.
Ma il primo dettaglio che ha attirato la mia attenzione in questo particolare momento, è la condizione dell’isolamento. Ero infatti abbastanza convinto che dopo il lockdown dell’anno scorso e tutti i periodi delle zone «rosse» e «arancioni», la gente abbia iniziato ad apprezzare di più la vita nella collettività. E dato che tale convinzione non è comunque esaurita, tendo a ipotizzare, diversamente dalla CAI, che il motivo di tante candidature non sia solo la scarsità del lavoro di questo periodo. Il motivo principale è la rassegnazione delle persone di fronte alla «gestione» della pandemia: sempre meno logica nelle misure scelte e accompagnata solo dalle affermazioni catastrofiche.
Spero che qualcuno se ne renda conto almeno in questi giorni delle consultazioni…
La mia speranza altrettanto forte riguarda il posto di lavoro di cui sopra: che vada assegnato a un vero introverso. Quindi a una persona che saprà realizzarsi professionalmente e, allo stesso tempo, trovare la pace interiore (invece di, semplicemente, andare da quelle parti solo per mandare tutto affanculo).
L’archivio del 11 febbraio 2021
11/02/2021 alle 14:25