L’archivio del novembre 2020

Lo show elettorale

Qualcuno non sa ancora che negli USA è iniziato il giorno ufficiale delle elezioni presidenziali? Chi non lo sa non usa l’internet, quindi andiamo avanti.
Qualcuno ritiene scontata – in base ai dati sulle probabilità pubblicati negli ultimi mesi – la vittoria di Joe «sleepy» Biden? Chi lo pensa, probabilmente non si ricorda che la volta scorsa la probabilità di vittoria di Hillary Clinton era attorno al 70%. Pure io ritenevo ovvia la sua vittoria, ma ora non voglio più ripetere l’errore ahahaha
Qualcuno ritiene che le elezioni di oggi siano solo un fatto interno americano? Farebbe bene a ricordarsi che gli USA sono – indipendentemente da quanto possa piacere questo fatto – la principale potenza mondiale (in tutti i sensi). Quindi conviene essere informati su quale dei due vecchietti (così diversi tra loro) avrà la carica presidenziale e il controllo del Congresso.
Qualcuno sente comunque la necessità di commentare queste elezioni prima della pubblicazione dei risultati definitivi? Io, a questo punto, dovrei ricordare che in alcuni Stati la pubblicazione dei risultati ufficiale avverrà non prima del 28 novembre. E, la cosa più importante, in ogni Stato il nome del vincitore potrebbe cambiare anche più volte nel corso dei prossimi giorni o settimane. Infatti, i cittadini statunitensi possono scegliere tra quattro modi di votare – anticipatamente, via posta, il giorno ufficiale delle elezioni e il cosiddetto voto preventivo (messo da parte e conteggiato solo se lo stesso cittadino non ha poi votato in alcun altro modo) – e in ciascun Stato c’è il proprio ordine per lo scrutinio dei diversi tipi di voto. A questo punto dobbiamo ricordare che gli elettori di Biden vengono ritenuti più portati al voto via posta, mentre quelli di Trump più portati al voto «in presenza» il 3 novembre. Di conseguenza, ognuno dei due schieramenti potrebbe avere una iniziale illusione di vincere largamente e poi vedere ridursi il vantaggio (o, addirittura, scoprire di avere perso).
Secondo me sarà interessantissimo osservare la reazione popolare a questa «altalena» dei voti conteggiati. Soprattutto se consideriamo che tale reazione sarà quasi sicuramente incoraggiata dai candidati principali. Anzi, uno dei due mi sembra molto più propenso a spacciare i risultati intermedi a lui favorevoli per quelli «reali ma rubati».
Saranno le elezioni molto interessanti. E i commercianti americani, logicamente, preferiscono osservarle dai loro negozi blindati per l’occasione.

Ah, per questa volta io non ho un candidato preferito.


Un nome insolito in un anno anomalo

Per quest’anno la ricorrenza del 2 novembre avrebbe potuto essere rinominata, a scopo di prevenire i comportamenti indesiderati, in «Open Day».
Ma, purtroppo, non tutti hanno a disposizione abbastanza cervello per apprezzare tale mossa. Infatti, sanno moltiplicare e trasmettere il panico, ma non sanno leggere e interpretare i numeri pubblicati.
Di conseguenza, in questi giorni mi sento un po’ indeciso sul proprio futuro ideale: non so se mi conviene aspettare che il mondo impari a risolvere i propri problemi ridendo o, al contrario, evitare di arrivare alle condizioni di un vecchio decrepito e totalmente deluso.
Boh…


Eat Like a King

Il regista Daniel Kontur (noto prevalentemente per alcuni documentari realizzati per il Netflix) ha realizzato una finta pubblicità di Burger King in stile «The Death of Stalin». Uno dei protagonisti è Lavrentij Berija, il capo della NKVD (quindi KGB) dal 1938 al 1945. Prestate l’attenzione ai sottotitoli:

Inizialmente, la sceneggiatura era stata scritta per Kashi Foods, ma poi ea stata scartata dal brand. Lo sceneggiatore aveva dunque pubblicato il testo sul sito specializzato Specbank.com, dove esso è stato trovano dal regista.