L’archivio del ottobre 2020

Dove è la concessionaria?

Ci sto pensando da anni: esiste un modo legale e relativamente semplice di comprare una auto della Formula 1 per l’uso personale?

Capisco che per essere utilizzata sulle strade comuni una macchina del genere avrebbe bisogno di essere completa almeno delle luci e dei supporti per le targhe, ma tutto questo non costituisce una modifica del veicolo particolarmente impegnativa dal punto di vista tecnico. Pure sulla Plymouth Prowler (la quale aveva alcune somiglianze estetiche) avevano ai tempi trovato lo spazio per tutti degli elementi obbligatori.

Quindi, secondo me, i produttori potrebbero fare contenti gli appassionati ricchi e mettere sul mercato le versioni «da strada» delle proprie macchine da Formula 1. Si potrebbe farlo almeno con i modelli vecchi, quelli che non contengono più dei segreti tecnici rilevanti per le vittorie sportive.


Come cambia la moda

In questi giorni si osserva anche un’altra crescita – in questo caso decisamente più positiva e ancora meno spiegabile – della quale nessuno racconterà perché la moda è passata due o tre anni fa. Ebbene, negli ultimi giorni il valore del bitcoin ha registrato un nuovo balzo in alto: quasi due mila dollari in più.

Coloro che si dedicano allo studio della questione «chi sta economicamente bene nel 2020?» dovrebbero dunque tornare a osservare anche questa alternativa alla economia reale. Almeno perché potrebbe essere considerata una delle forme di digitalizzazione della vita.
E i pochi detentori del bitcoin potrebbero valutare l’opportunità di vendere.


Le vostre scoperte geografiche

Come molto probabilmente non sapete, in Canada esiste una cittadina di nome Asbestos, traducibile come Amianto. Logicamente, tale nome era dovuto al fatto che nella zona si trovano (e venivano sfruttate) delle riserve naturali del famoso minerale. Tale minerale, in realtà, può esistere anche nelle forme non cancerogene, ma non importa: la sua immagine popolare è oggi abbastanza negativa. Di conseguenza, gli amministratori della cittadina canadese hanno a un certo punto deciso di cambiarne il nome per migliorare la sua immagine e attirare più facilmente gli investimenti internazionali.

Non saprei immaginare quale interessamento internazionale possa ottenere un comune di poco più di sette mila abitanti. Ma, intanto, al referendum del 19 ottobre il 51,5% degli abitanti ha votato per Val-des-Sources come il nuovo nome della cittadina. Esso deve ancora ottenere l’approvazione ufficiale ministeriale.
Noi, intanto, possiamo costatare due cose. In primo luogo, vediamo che spesso per diventare famosi è sufficiente pubblicizzare i propri difetti – reali o presunti – ai quali nessuno ha mai prestato l’attenzione. In secondo luogo, dobbiamo ricordare che esiste almeno un’altra cittadina con lo stesso nome: la russa Asbest (si trova nella regione di Ekaterinburg). Con chi scommetto che tra poco ci si trasferisce qualche canadese nostalgico? Ahahaha


In una parola

Uno dei pochi effetti positivi che la fase attuale della pandemia porta nel nostro mondo è la possibilità di pubblicizzare il gioco degli scacchi. Così, per esempio, la lezione di ieri avrebbe potuto essere dedicata al concetto di zugzwang. In poche parole, si tratta di una situazione in cui ogni mossa del giocatore porta al peggioramento della sua situazione.
Cosa centra con la fase attuale della pandemia? Per me è evidente: il coprifuoco notturno in Lombardia è solo l’ennesima mossa nella sequenza dei provvedimenti che sono difficilmente spiegabili dal punto di vista sanitario, ma che palesemente non possono fare altro che portare a un risultato negativo.
Considerando che i provvedimenti adottati e discussi in questi giorni assomigliano tantissimo a ciò che è già stato fatto a febbraio, la reazione delle persone è scontata. Leggendo le notizie e temendo – direi logicamente – un nuovo lockdown, tutti si affrettano a godersi l’"ultimo" periodo di libertà. Perché chissà quando potranno vedere gli amici, andare in qualche locale, fare qualche acquisto o semplicemente uscire dalla propria abitazione… Di conseguenza, ogni restrizione imposta (o solo ipotizzata ad alta voce) dal Governo o da qualche ente locale provoca necessariamente nuovi incontri, assembramenti e/o spostamenti delle persone.
Bravissimi! Era così difficile immaginarlo?
Allo stesso tempo è importante precisare che non ho nulla contro le singole persone che vogliono continuare a condurre una vita normale. Ogni persona adulta e responsabile è capace di comprendere i rischi, prendere le semplici misure di autotutela e, soprattutto, deve essere libera di fare tutto quello vuole della propria vita.
Ma ora dobbiamo costatare che le restrizioni potranno solo aumentare nella quantità e nel contenuto. Perché, considerato il modello d’azione europeo nella lotta al virus, quell’aumento è la conseguenza naturale delle restrizioni stesse.
A questo punto qualcuno potrebbe chiedere quale sia la soluzione corretta del problema. Io, da parte mia, posso riproporre un principio che, fortunatamente, ho scoperto già moltissimi anni fa: se un metodo non funziona, bisogna tentare la soluzione di segno esattamente opposto. Questa, al 99%, funzionerà. Un esempio banalissimo: se non si riesce a sportare un oggetto pesante tirandolo a sé, molto probabilmente conviene tentare di spingerlo. Oppure: se non si riesce a obbligare le masse a tenere i comportamenti desiderati, probabilmente conviene fare in modo che diventi una scelta loro. Ma bisogna essere un giocatore abile…


Un dominio professionale

Leggendo le notizie sugli avvenimenti politici delle ultime settimane in Kirghizistan (non so quanto possano interessare alla maggioranza dei miei lettori) ho fatto una scoperta curiosa: il dominio di primo livello nazionale di Kirghizistan è .kg
Come potete facilmente immaginare, molti professionisti, imprenditori e sportivi sarebbero felici di venire a conoscenza del fatto che vi ho appena comunicato. Perché un sito registrato nella zona .kg già da solo funzionerebbe da pubblicità potenzialmente simpatica. Per esempio:
– ciao.kg – per una clinica specializzata in dimagrimento;
– tuttoal.kg – per qualche discount che vende tutti i prodotti a pressi stabiliti in base al peso;
– 109.kg – per qualche associazione o club di sollevamento pesi;
– trasportiamo.kg – per qualche azienda di traslochi o logistica…
Insomma, le persone con una buona fantasia potrebbero sfruttare bene questa opportunità. Sfruttarla bene e con la massima serenità: infatti, il dominio e lo spazio web possono essere acquistati dalle aziende diverse, quindi è possibile tenere i dati su un server europeo (o comunque occidentale) pur usando un dominio kirghiso per interagire con i visitatori.
E ora cerchiamo di capire come e a chi vendere l’idea ahahaha


Attorno a Giove

Ad agosto del 2011 la NASA aveva lanciato la sonda spaziale Juno, il cui «compito» era lo studio di Giove.
Da quel momento a oggi sono state raggiunte diverse tappe della missione e sono emersi alcuni problemi, ma il mio post di oggi è dedicato a un aspetto recente, particolarmente curioso e ben preciso.
All’inizio di giugno del 2020 Juno ha fatto 27 giri attorno a Giove a una altezza poco inferiore a 34 mila chilometri e con la velocità di 209 mila chilometri all’ora. Questo viaggio, tra l’altro, ha permesso di scattare delle foto del pianeta per 90 minuti.
Ebbene, quando le foto scattate da Juno sono state pubblicate su internet, l’ingegnere Kevin M. Gill ha avuto l’idea, la pazienza e la capacità di trasformarle in un bel video. Un video che è già stato molto apprezzato dalla NASA:

Dato che ci siamo, vi consiglio anche l’account di Kevin M. Gill su Flickr.


La musica del sabato

Come si intuisce facilmente anche dal nome, il gruppo The Allman Brothers Band si è formato attorno ai due fratelli Allman: Gregg e Duane. Inizialmente, negli anni ’60, Gregg era visto potenzialmente più «vendibile» dai produttori musicali, mentre Duane era già un musicista-turnista molto richiesto dai «grandi» del blues, jazz e soul. Al giorno d’oggi, invece, il gruppo formato dai fratelli e alcuni loro amici è considerato uno dei creatori del southen-rock americano: un genere che include alcuni elementi del blues, jazz e country.
Da parte mia posso confermare che la musica dei The Allman Brothers Band è effettivamente interessante, soprattutto quella composta negli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80. Nel post musicale di oggi, pensavo di concentrarmi esclusivamente sui primi anni ’70: il periodo nel quale entrambi i fratelli erano ancora in vita (Duane è morto in un incidente con la moto nel 1971), ma poi ho cambiato idea.
Metto dunque due canzoni che rappresentano due epoche diverse del gruppo (sciolto e riunito più volte).
La prima canzone selezionata per oggi è «One Way Out» (dall’album «Eat a Peach» uscito nel 1972):

E la seconda è «Come On in My Kitchen» (dall’album «Shades of Two Worlds» uscito nel 1990):


Leslie Jones

Il fotografo Leslie Jones (12/X 1886 – 8/XII 1967) non amava essere chiamato giornalista e si autodefiniva «camera man». Molto probabilmente si tratta di una modestia esagerata. Infatti, per 39 anni – dal 1917 al 1956 – aveva lavorato per il giornale Boston Herald-Traveler, immortalando in oltre 40 mila foto la vita quotidiana della propria città. Aveva fotografato non solo gli eventi ufficiali e di cronaca, ma anche tutte quelle cose che avremmo rischiato di perdere, dal punto di vista grafico, per sempre solo perché vengono puntualmente snobbate dai turisti e dai fotografi interessati solo alla loro concezione molto dubbia dell’arte fotografica.

Fortunatamente, all’inizio degli anni ’70 la famiglia di Leslie Jones aveva donato il suo archivio fotografico alla Boston Public Library. La quale, a sua volta, ha provveduto – appena è stato tecnicamente possibile – di pubblicare la maggioranza delle foto su internet. Quindi oggi tutti hanno la preziosa possibilità di vedere le immagini di quei quattro decenni di storia di almeno una città statunitense.
Studiando quell’archivio, ho scoperto che una delle sue sezioni più grandi è dedicata agli incidenti stradali. Incidenti avvenuti in una epoca caratterizzata da un grado di motorizzazione talmente basso che ci potrebbe oggi sembrare incredibile la quantità degli schianti avvenuti annualmente.

Ma le sezioni nelle quali è suddiviso l’archivio sono in realtà numerose e di contenuto molto vario: Continuare la lettura di questo post »


I musei automobilistici

Ormai da anni non riesco a capire: perché sui siti dei produttori delle automobili mancano i musei virtuali con almeno le foto dei modelli vecchi/storici?
Quasi tutti i produttori hanno i tradizionali musei analogici. Alcuni di questi musei sono anche molto belli (come, per esempio, quello della BMW). Mentre le foto di qualità riguardanti tutti gli aspetti di un modello vecchio (come anche le informazioni ufficiali), invece, vanno ancora cercati sui siti terzi e raccolti in piccole dosi qua e là. Ma è un processo lungo, scomodo e da risultato sempre imprevedibile!
Non oso neanche sognare qualcosa di più evoluto di una semplice raccolta ufficiale delle foto.

Spero che la pandemia aiuti la digitalizzazione anche su questo fronte…


Sarà una nuova tendenza

Come probabilmente sapete, l’altro ieri la Apple ha presentato i nuovi iPhone 12. Nel corso della presentazione è stato comunicato un dettaglio al quale dovrebbero prestare attenzione anche coloro che non sono dei fan (o semplicemente utenti) del marchio.
Infatti, più o meno tutti i giornalisti che scrivono dell’elettronica si sono già in qualche modo scandalizzati per il fatto che la Apple abbia deciso di non includere più nelle confezioni degli iPhone il caricatore i gli auricolari: verrà fornito solo il cavo usb (quello del formato della Apple, il type-C – Lightning). Tale scelta è stata ufficialmente giustificata dal fatto che si riuscirebbe a fare le scatole di confezione più piccole e, dunque, più ecologiche. E, con una certa logica, a prima vista questo potrebbe sembrare solo una ennesima manifestazione della famosa avidità della Apple: è noto che gli accessori di quest’ultima costano tanto, quindi costringere tante persone a comprarli a parte è una garanzia delle entrate aggiuntive.
Ma, come al solito, la verità è come quella figura tridimensionale illuminata da più lampade che avete sicuramente visto su molti meme diffusi su internet. Da una parte, dobbiamo ricordare che fino a oggi la Apple ha sempre fornito assieme agli iPhone i caricatori più «lenti» tra gli esistenti: quelli da 5V. Quindi l’utente che voleva caricare il telefono in meno tempo doveva comprarsi un caricatore con l’output maggiore. Dall’altra parte, chi comprava un iPhone nuovo non aveva alcun motivo di buttare via il caricatore, il cavo usb (che può essere attaccato al caricatore o essere utilizzato da solo) e gli auricolari comprati assieme al modello precedente. Nelle case dei fan dell’iPhone si accumulavano dunque gli accessori nuovi spesso mai utilizzati.
E ora, improvvisamente, proviamo a vedere come sono messi gli utenti dell’Android. Come ben sapete, già da diversi anni – più di dieci, mi sa – tutti gli smartphone con l’Android hanno lo stesso attacco per il caricatore (usb type c). Ogni volta che viene comprato uno smartphone nuovo, anche qualora dovesse trattarsi sempre delle marche diverse, alla collezione personale dell’utente si aggiunge un nuovo caricatore tecnicamente identico a quello del telefono precedente.
Cosa possiamo dedurre da questa osservazione? Possiamo dedurre che pure la scelta della Apple appena trattata – come moltissime altre negli anni passati – sarà presto imitata da altri produttori degli smartphone. Questa volta seguire la moda non costerà nemmeno tanto…
Preparatevi e non buttate via gli accessori funzionanti.