L’archivio del 17 ottobre 2020

La musica del sabato

Come si intuisce facilmente anche dal nome, il gruppo The Allman Brothers Band si è formato attorno ai due fratelli Allman: Gregg e Duane. Inizialmente, negli anni ’60, Gregg era visto potenzialmente più «vendibile» dai produttori musicali, mentre Duane era già un musicista-turnista molto richiesto dai «grandi» del blues, jazz e soul. Al giorno d’oggi, invece, il gruppo formato dai fratelli e alcuni loro amici è considerato uno dei creatori del southen-rock americano: un genere che include alcuni elementi del blues, jazz e country.
Da parte mia posso confermare che la musica dei The Allman Brothers Band è effettivamente interessante, soprattutto quella composta negli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80. Nel post musicale di oggi, pensavo di concentrarmi esclusivamente sui primi anni ’70: il periodo nel quale entrambi i fratelli erano ancora in vita (Duane è morto in un incidente con la moto nel 1971), ma poi ho cambiato idea.
Metto dunque due canzoni che rappresentano due epoche diverse del gruppo (sciolto e riunito più volte).
La prima canzone selezionata per oggi è «One Way Out» (dall’album «Eat a Peach» uscito nel 1972):

E la seconda è «Come On in My Kitchen» (dall’album «Shades of Two Worlds» uscito nel 1990):


Leslie Jones

Il fotografo Leslie Jones (12/X 1886 – 8/XII 1967) non amava essere chiamato giornalista e si autodefiniva «camera man». Molto probabilmente si tratta di una modestia esagerata. Infatti, per 39 anni – dal 1917 al 1956 – aveva lavorato per il giornale Boston Herald-Traveler, immortalando in oltre 40 mila foto la vita quotidiana della propria città. Aveva fotografato non solo gli eventi ufficiali e di cronaca, ma anche tutte quelle cose che avremmo rischiato di perdere, dal punto di vista grafico, per sempre solo perché vengono puntualmente snobbate dai turisti e dai fotografi interessati solo alla loro concezione molto dubbia dell’arte fotografica.

Fortunatamente, all’inizio degli anni ’70 la famiglia di Leslie Jones aveva donato il suo archivio fotografico alla Boston Public Library. La quale, a sua volta, ha provveduto – appena è stato tecnicamente possibile – di pubblicare la maggioranza delle foto su internet. Quindi oggi tutti hanno la preziosa possibilità di vedere le immagini di quei quattro decenni di storia di almeno una città statunitense.
Studiando quell’archivio, ho scoperto che una delle sue sezioni più grandi è dedicata agli incidenti stradali. Incidenti avvenuti in una epoca caratterizzata da un grado di motorizzazione talmente basso che ci potrebbe oggi sembrare incredibile la quantità degli schianti avvenuti annualmente.

Ma le sezioni nelle quali è suddiviso l’archivio sono in realtà numerose e di contenuto molto vario: Continuare la lettura di questo post »