L’archivio del 14 ottobre 2020

La sociologia virale

Più o meno da quando è iniziata la pandemia del Covid-19, sto cercando di scriverne meno possibile perché capisco benissimo: l’alimentazione dell’ansia collettiva non contribuisce in maniera positiva alla salute pubblica. Anzi, la danneggia fortemente. Allo stesso tempo, non posso non constatare alcuni aspetti curiosi.
Per esempio: possiamo facilmente osservare che molte persone sono ormai tanto abituate a convivere con il rischio del virus da adottare nei suoi confronti le stesse modalità comportamentali degli altri ambiti della vita quotidiana. Prima di tutto, si tende a diffondere le (e credere in) voci assurde sui provvedimenti anti-Covid anziché informarsi su quelle realmente prese dai vari Governi.
Possiamo a questo punto sostenere che le persone siano nella loro maggioranza pigre e/o stupide? Non sempre. Perché certi provvedimenti statali reali sono a volte ancora più assurdi delle voci che circolano sui social networks.
Così, dall’ultimo DPCM sulle misure volte al contenimento dei contagi possiamo apprendere, tra le altre cose, la notizia di una importantissima scoperta sociologica. Possiamo apprendere che il puntualissimo Covid-19 tutte le sere alle ore 21:00 si presenta al banco del bar. Mentre a mezzanotte si stufa di bere e si sposta al ristorante per mangiare. Quindi voi, umani responsabili, cercate di andarci tutti prima di quegli orari che poi diventa una cosa pericolosa.
Ma prima leggete pure la notizia della grande scoperta matematica: il Covid-19 sa pure contare fino a 1001. Infatti, il testo dello stesso DPCM ci fa sapere che al massimo 1000 persone possono assistere alle competizioni sportive svolte all’aperto (e al massimo 200 a quelle svolte negli ambienti chiusi). Con lo spettatore numero 1001 (o 201) si presenterà anche il virus, quindi state attenti.
Io sono totalmente disinteressato allo sport professionale e, in parte per lo stesso motivo, vado nei bar e ristoranti poco più spesso di ogni morte di papa, ma sono fortemente infastidito dalla tendenza generale. Perché il testo del nuovo DPCM mi fa sospettare fortemente che ora – come a marzo/aprile – la priorità sia sempre rimasta quella di far vedere di fare qualcosa, senza però capire cosa sia dal punto di vista medico sensato e cosa no.
Nella lotta per la salute il buon umore è sempre uno strumento importante. Quindi esercitiamoci pure nelle battute di ogni qualità finché possiamo.