L’archivio del 2 maggio 2020

La musica del sabato

La lunga quarantena mondiale stimola molte persone a creare qualcosa di nuovo, a realizzare qualche vecchio piano lavorativo, finire un progetto archiviato tempo fa o, semplicemente, decidere di pubblicare qualcosa che altrimenti sarebbe rimasto nel cassetto per chissà quanti altri anni (forse per sempre).
Tutto questo vale anche per i musicisti che non hanno potuto svolgere la loro attività professionale quotidiana: concerti, tour o registrazioni in studio. Ma la creatività — non solo quella musicale — non si spegne con un tasto come un computer. Nel corso della quarantena molti musicisti hanno saputo pubblicare qualcosa di nuovo. Quindi oggi nella mia rubrica musicale propongo due dei tantissimi esempi scoperti nelle ultime settimane.
L’esempio numero uno. Per la prima volta dal 2012 i The Rolling Stones hanno pubblicato una canzone nuova: «Living In A Gost Town»:

L’esempio numero due. Per la prima volta dal 2016 i Kings of Leon hanno pubblicato una canzone nuova: «Going Nowhere»:

E chissà quanta musica nuova è stata scritta in attesa della riapertura degli studi.


Qualche tempo lungo la spiaggia di Portobello (in Scozia) è stata scoperta una massiccia presenza dei «temperini pubblici». La gente del posto ha iniziato a chiedersi chi li avesse installati e a cosa possano servire.

Come al solito, si tratta di un fenomeno che può rappresentare un mistero solo per la gente totalmente priva di fantasia. Eppure basterebbe osservare cosa fa, di solito, la gente in spiaggia. Io, per esempio, sono psicologicamente intollerante alle spiagge (forse spiegherò il perché in un post separato), e non ci vado praticamente mai (sì, mi sento esonerato da certi rituali sociali parareligiosi: secondo me l’estate è possibile anche senza il mare). Ma, dalle immagini che giungono ai miei occhi, pure io so che la gente cerca di divertirsi in spiaggia come può. Per esempio, utilizza attivamente le varie riviste di enigmistica. Oppure cerca di tenere i bambini all’ombra almeno per un po’, inventando per loro dei passatempo più o meno sensati. Ma, allo stesso tempo, non porta in spiaggia il 100% del materiale disponibile…
Cazzius, il mondo è pieno di gente che si dimenticava di portare l’astuccio pure a scuola e all’università.
Insomma, l’idea del temperino è bella, utile a molte persone e partorita dalle persone capaci di capire cosa serve al prossimo. È mancata solo la capacità di pubblicizzarla bene.
I lettori che vogliono avere i propri cinque minuti di gloria con un investimento minimo, possono provare a prendere l’esempio dal bravo osservatore di Portobello.
P.S.: perché in tutte le città che ho visitato finora manca il servizio dell’accendino pubblico? Gli accendini personali si scaricano sempre nei momenti meno opportuni!