Ormai, non è certo notizia (come io non sono una agenzia stampa) che l’IKEA ha «finalmente» «svelato» la ricetta delle sue famose polpette.
Quello che manca ora è la spiegazione del perché prepararle e mangiarle a casa.
Il pop-corn, per esempio, è buono quando è mangiato nel buio di una sala cinematografica. Mentre nel buio della propria casa (e davanti a un computer) lo stesso pop-corn sembra solo una specie di polistirolo salato che lascia delle briciole da tutte le parti.
Un hamburger, per esempio, è buono in mezzo a un viaggio palloso in autostrada, mentre a casa sembra un panino fragile un po’ scomodo da mangiare.
Le polpette della IKEA mangiate, appunto, all’IKEA vengono servite al sottocosto e già solo per questo creano un grande entusiasmo tra i consumatori. In più, consentono di fare una pausa nelle ricerche pallose dei mobili (io odio i negozi fisici) e creano l’illusione di trovarsi in un luogo pieno di prezzi vantaggiosi. Ma sono certo che a casa il 99% della magia verrebbe meno.
Chissà quante persone avranno il coraggio di riconoscerlo pubblicamente.
L’archivio del 21 aprile 2020
21/04/2020 alle 13:25