Una notte dell’aprile del 1953 lo scrittore russo Nikita Krivoshein stava tornando a casa a piedi dopo una sera trascorsa con degli amici. Passando di fronte alla sede centrale della KGB (all’epoca si chiamava NKVD), aveva improvvisamente compreso che la vita – non la sua, ma in generale – è cambiata radicalmente. Per darsi una spiegazione razionale di questa illuminazione gli ci erano però voluti alcuni attimi.
Ma alla fine la spiegazione era arrivata.
Nel palazzo della KGB, a differenza di tutte le notti dei decenni precedenti, non c’era nemmeno una finestra illuminata.
Non so se devo precisare, per le persone nate e cresciute al di fuori dal contesto della storiografia russa, in conseguenza a quale evento fu possibile quel cambiamento…
Per me il 5 marzo – la data ufficiale della morte di Stalin – è sempre una festa.
L’archivio del 5 Marzo 2020
05/03/2020 alle 14:25