Il «Governo mondiale», i «poteri forti», i serial killer armati del 5G e le altre creature fantastiche (delle quali, per la mia enorme fortuna, non ho mai sentito parlare) vogliono nascondere una Grande Verità sul coronavirus cinese. Ma per fortuna ci sono io a illuminare i miei lettori.
Ebbene, le vittime europee più probabili del coronavirus cinese sono proprio gli adepti delle entità elencate all’inizio di questo post. Così, per esempio, gli organizzatori della fiera di elettronica Mobile World Congress (si svolge annualmente a Barcellona) hanno annullato l’edizione del 2020 proprio con il pretesto della diffusione del coronavirus.
In Spagna, come anche nel resto dell’Europa, non c’è l’epidemia. È impossibile essere contagiati se non si è in stretto contatto con tanti cinesi che si trovano in (o arrivano dalla) Cina. Molte delle aziende-produttrici che precedentemente avevano rinunciato al presentarsi alla fiera di quest’anno (come, per esempio, LG o Sony) non sono attualmente tra i più grandi innovatori nel campo del mobile. L’analoga fiera di Amsterdam (ISE 2020), non meno numerosa in termini di visitatori, si è regolarmente svolta senza alcun problema. Ma gli organizzatori della MWC 2020 hanno comunque annullato un evento che sarebbe stato visitato da oltre cento mila persone (e per il quale loro stessi avevano già organizzato dei buoni controlli sanitari).
Posso facilmente immaginare la gioia degli alberghieri e dei ristoratori locali.
E, di conseguenza, posso serenamente consigliarvi di controllare, in questi giorni, i prezzi degli alberghi a Barcellona tra il 22 e il 28 febbraio. In qualche modo dovranno pure recuperare le entrate mancate.
L’archivio del febbraio 2020
Lunedì mattina nel centro di Mosca sono stati fermati – ma poi rilasciati – quattro dei giovani attivisti che si sono inventati una strana missione: insegnare alle persone il trucco che permetterebbe di ingannare le telecamere di videosorveglianza con la funzione del riconoscimento facciale. La funzione di riconoscimento, in particolare, è entrata in funzione all’inizio di febbraio, ma almeno oggi non volevo scrivere di essa.
Volevo dare un prezioso consiglio a tutti i paranoici del mondo.
Se volete evitare di essere immortalati dalla videosorveglianza, dai turisti cinesi o invasori marziani, servitevi del pretesto forniteci dai Testimoni del Coronavirus, indossate pure una mascherina medica (abbinata con dei vestiti scuri non originali, vi renderà quasi completamente irriconoscibili). Una mascherina attira meno attenzione delle forze dell’ordine in tutto il mondo, quindi il vostro anonimato resterà impunito.
Anzi, dato che le mascherine mediche sono progettate per non infettare gli altri (e non al contrario!), molta gente cercherà anche di starvi lontana.
Nei giorni scorsi mi è stato segnalato che già a partire dal 9 gennaio è possibile vedere nei cinema italiani il secondo film del giovane regista russo Kantemir Balagov: «La ragazza d’autunno» del 2019. Non so perché abbiano tradotto il titolo in questo modo: forse per mancanza di un correspettivo dell’originale «Dylda» – una persona eccessivamente alta, magra e poco proporzionata.
In ogni caso, è un bel film che merita di essere visto. Prima o dopo lo avrei sicuramente consigliato anche per iniziativa propria. Seppure con un po’ di ritardo, in questi giorni posso inoltre augurare a tutti i lettori di organizzarsi in tempo per vederlo sullo grande schermo. Il tentativo dei germogli ancora verdi di sopravvivere in un mondo arrugginito – metafora non casuale – si osserva meglio così.
Approfitto della occasione per ribadire: secondo il mio giudizio personale, il primo film di Kantemir Balagov («Tesnota» del 2017) è uno dei migliori film russi del XXI secolo.
Purtroppo devo constatare che gli scacchi è una delle attività intellettuali pubbliche più deludenti degli ultimi decenni. I giocatori professionali hanno infatti imparato tutte le aperture esistenti e hanno ridotto il gioco al tentativo di applicarle meglio dell’avversario.
Secondo la mia percezione, è dunque diventata una questione molto più di memoria che di ragionamento. Ad aggravare la situazione è l’uso dei computer per il calcolo delle mosse future ottimali (si pratica nel corso delle pause nelle partite) qualora una partita dovesse durare oltre una certa quantità di mosse calcolate in una apertura classica.
Molto probabilmente i giocatori professionali trovano una certa soddisfazione nei tentativi infiniti di imporre il proprio schema di gioco preferito all’avversario (ben noto anche a quest’ultimo). Ma secondo me erano molto più divertenti le mie partite con i compagni di classe e di scuola: giocate con la sola applicazione delle regole, erano piene di imprevedibilità e di pura analisi. Le mie capacità di ragionare e di trovare le soluzioni, pur essendo relativamente deboli, derivano anche da quelle partite.
P.S.: una nota autobiografica che non c’entra con l’argomento centrale. Ogni anno al campionato scolastico di scacchi in finale c’eravamo io e un mio compagno di classe. Quasi ogni anno io perdevo.
Molto probabilmente vi eravate già accorti della bella pubblicità della Jeep per il Groundhog Day. È sempre con la partecipazione dei fratelli Murray:
Il musicista canadese Jeff Healey divenne cieco all’età di otto mesi a causa di una rara patologia oculare: la retinoblastoma. Tale sfortuna non lo ha però mai fermato nell’esercizio della sua grande passione per la musica. Essendo naturalmente meno avvantaggiato nel controllo dello strumento rispetto ai suoi colleghi vedenti, ha (re)inventato la propria versione del tapping, la tecnica di suono della chitarra consistente – semplificando – nel battere con le punta delle dita le corde come se fossero dei tasti. Ed è riuscito a produrre un po’ di musica ascoltabile.
Oggi posto due canzoni di Jeff Healey Band.
La prima è «Angel Eyes» (dall’album «See the Light» del 1988):
E la seconda canzone è «How Long Can a Man Be Strong» (dall’album «Hell to Pay» del 1990):
È curioso il progetto Deep Sea. Scrollando verso il basso, ci immergiamo sempre più nel mare incontrando le creature che vivono a quelle profondità. Oltre ai nomi e ai metri di profondità, periodicamente vengono indicate alcune altre informazioni.
Non male direi.
Ho sempre pensato, con una certa fondatezza, che l’invidia fosse uno dei motori più efficienti del progresso, una ottima motivazione per le persone di ogni età, professione etc.. Vale anche le aziende, le quali nascono, funzionano e crescono grazie alla attività umana. Ma a volte l’invidia si manifesta in modi veramente perversi.
Pensiamo, per esempio, alla industria automobilistica. Essendo già di suo una delle più grandi manifestazioni del progresso, come e con quali resultati può manifestare l’invidia al suo interno e, allo stesso tempo, verso quei settori dell’economia che storicamente sono molto conservativi? L’invidia può riguardare l’età della azienda. A causa della specializzazione moderna non si può – e non avrebbe senso – competere con dei dinosauri come Monte dei Paschi di Siena, ma, applicando un po’ di fantasia, forse si potrebbe tentare di ripetere i record di alcuni altri. I primi tentativi della competizione del genere si sono registrati in Giappone, dove le fabbriche automobilistiche dichiarano di avere le storie secolari (come, per esempio, 150 anni per la Mitsubishi o 110 anni per la Suzuki): chissenefrega che nei primi decenni producevano tutt’altro (per esempio, i telai per la tessitura). E, soprattutto, chissenefrega che nei primi decenni della loro «storia automobilistica» l’automobile non era ancora stata inventata.
E poi è scattata l’invidia interna al settore ma di portata mondiale. La prima a non avere resistito è stata la Peugeot che ha dichiarato di essere stata fondata nel 1810. Devo constatare che rispetto a quell’anno la qualità delle loro automobili non è migliorata tantissimo. Ma, almeno, in due secoli hanno portato a un buon livello la qualità delle loro biciclette e dei macina pepe.
Mentre nel 2020 al club degli invidiosi si è unita pure la russa UAZ. Il mitico produttore ha annunciato il modello Patriot Antartic Edition dedicato ai 200 anni della scoperta dell’Antartide. Zittite pure coloro che esclamano «cosa c’entra la UAZ con quella scoperta geografica?!» Come ben sapete, infatti, nel 1820 due dipendenti della fabbrica – Bellingshausen e Lazarev – salirono sulla loro UAZ, partirono dalla città che portava già allora il cognome vero di Lenin (Uljanovsk) e dopo qualche giorno di viaggio, mentre furono in cerca di un benzinaio aperto, avvistarono un nuovo continente. O forse non era andata proprio così? Vabbè, non importa.
L’importante è creare il modello. Che sarà presentato entro quest’anno. Ma non si sa ancora quanto costerà. E nemmeno cosa avrà di speciale rispetto a un Patriot normale. Si sa solo che sarà bianco e avrà dei loghi commemorativi sui lati.
Affrettatevi.
Secondo me a causa degli standard ecologici non rispettati il nuovo modello non verrà importato ufficialmente in Europa. Ma questo problema è risolvibile in privato.
Il risultato della votazione del Congresso repubblicano sull’impeachment a Donald Trump non è una grandissima sorpresa. E, soprattutto, ha permesso a Trump di entrare nella storia con una caratteristica mai ottenuta da alcun suo predecessore: è il primo presidente impeachnuto positivamente. Non so se è stato proprio questo l’obiettivo dei democratici.
I dettagli si dimenticano presto, quindi alle elezioni presidenziali di quest’anno ci sarà un candidato repubblicano «giudicato non colpevole». E contro di lui ci saranno i democratici che «hanno le forze solo per strappare i fogli di carta».
Prima di sottoporre un nemico a una procedura d’accusa, anche quando dovesse essere meritata, bisogna sempre controllare se politicamente non si sta sparando a un piede.
P.S.: per coloro che avessero dei dubbi preciso di non essere un grande fan di Trump.
Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Teglio (in provincia di Sondrio) di dicembre.