L’archivio del febbraio 2020

Sentirsi popolari

Non so se vi è già capitato di leggere di un nuovo social network chiamato Botnet.
Esiste solamente sotto la forma di una app ed è stato creato con il solo scopo psicoterapeutico. Sul Botnet, infatti, non si aggiungono gli amici, non si cercano altre persone da «seguire» (è anche tecnicamente impossibile farlo), non si bada minimamente alla qualità dei contenuti (anche se in realtà pure su Facebook vedo pubblicare una quantità enorme di stronzate inutili), ma si ottengono tantissimi like e commenti positivi (solo quelli positivi). Ad apprezzare tutte le pubblicazioni sono i bot creati e «istruiti» proprio per svolgere tale compito.

Per pura curiosità ho provato a installare l’app Botnet e ora posso testimoniare che assomiglia a un incrocio molto primitivo tra il Twitter e l’Instagram. Però funziona esattamente come dichiarato dai suoi creatori. In appena venti minuti il mio primo post di prova ha raccolto Continuare la lettura di questo post »


La legge del prezzo

I grandi economisti, accademici e non, sanno bene che l’economia non può non crescere. Pure la stagnazione può essere vista come una forma di crescita: la sua particolarità distintiva sta nei ritmi di crescita molto bassi, quasi impercettibili.
Anche nella eventualità di una forte inflazione le persone hanno la necessità vitale di effettuare degli scambi, quindi produrre, consumare e stabilire dei tassi di cambio che non debbano necessariamente prevedere l’uso della moneta ufficiale. Di conseguenza, l’economia va avanti nonostante tutto.
Ed ecco che arriviamo a formulare una legge già ben nota agli economisti praticanti: i prezzi di una singola azienda non possono scendere, indipendentemente dalle unità nelle quali si esprimono (in euro, in orologi, in schiaffi etc.).
Facciamo subito un esempio pratico. Supponiamo di avere un hotel a 5 stelle dove una stanza costa 1000 euro a notte. Supponiamo anche che nel bel mezzo della alta stagione il nostro hotel è vuoto (per qualche strano motivo), ma a un certo punto arriva un gruppo di cinesi disposto a pagare 300 euro a notte per ognuna delle 10 stanze a loro necessarie. Le opzioni a noi disponibili sono due.
Possiamo accettare i turisti a 300 euro, ma in tal caso la nostra attività va comunque a donne facili.
Oppure possiamo mostrare la disponibilità di fare un piccolo sconto rispetto al prezzo base ufficiale (che ne so, chiedere 900 euro per stanza) e allora non siamo del tutto persi.
La spiegazione della legge è semplicissima. Al crollo del sistema dei prezzi seguirà a catena anche il crollo di tutto il resto: non riusciremo a comprare i materiali di alta qualità, saremo costretti a pagare gli stipendi inferiori a prima (e quindi il personale sarà demotivato a lavorare come prima), perderemo la clientela ricca (quella abituata al lusso che prima comprava anche i servizi aggiuntivi) etc. etc. È meglio a questo punto lavorare in una fascia qualitativa diversa (più bassa) con il rispettivo sistema dei prezzi inferiore ma stabile (per esempio diventando un albergo a 3 stelle).
La legge appena formulata vale anche per le persone che lavorano in proprio. Grazie alla Esperienza che lo ha insegnato anni fa al sottoscritto.
Non si fanno gli sconti solo perché è iniziata una fase di crisi. Perché la crisi passerà, ma i soldi pure.

La diminuzione dei prezzi per alcune tipologie di beni o di servizi è possibile solo grazie al progresso tecnologico e alla concorrenza dei produttori di recente nascita, ma non per delle scelte «teoriche» delle imprese radicate sul mercato.


Larry Tesler

Ho appena scoperto che il 17 febbraio negli Stati Uniti è morto l’informatico Larry Tesler, il santo protettore di tutti gli studenti mediocri. Alla fine degli anni ’70, lavorando alla Xerox, Tesler aveva infatti inventato i comandi «copia» e «incolla».

La morte è un evento normale nel nostro mondo. L’accesso dei fanatici del «copia e incolla» al mondo lavorativo, purtroppo, lo è anche.
Questa è la versione sintetica del racconto sul triste destino di tutte le invenzioni inizialmente belle.


Le misure dubbie

L’attenzione prestata dai mass media – e, di conseguenza, dalle persone comuni in Occidente – al coronavirus mi sembra leggermente esagerata. In parte anche per questo trovo abbastanza strano (e poco opportuno) l’operato di alcune autorità sanitarie volte ad aggravare la situazione.
Facciamo subito un esempio concreto: la nave da crociera «Diamond Princess», messa in quarantena in Giappone già il 3 febbraio. Leggo quasi quotidianamente che i casi a bordo stanno aumentando, mentre tutti passeggeri senza distinzione vengono comunque trattenuti nello stesso ambiente limitato. Le persone sane rischiano dunque continuamente di essere contagiate dal personale che, passando da una cabina all’altra, svolge il ruolo del «postino batteriologico».
Si tratta di un buon esempio del fatto che le misure forti possono e devono essere messe in dubbio.


La politica araldica

Non so quanti miei lettori italiani conoscano l’attuale stemma belorusso (adottato nel 1995). Sospettando fortemente che ci sia più di una persona non abbastanza informata sull’argomento, metto subito la relativa immagine:

Come potete facilmente notare, il territorio belorusso è rappresentato assieme a una notevole parte del territorio russo. Focalizzarsi su quella parte del globo è del tutto normale: non solo perché la Bielorussia e la Federazione Russa fanno formalmente parte dello stesso stato unitario, ma anche a causa dei forti legami economici e sociali tra i due Stati-vicini.
Ma perché devo fingere di essere politicamente corretto? Scrivo onestamente che la Belorussia è sempre stata economicamente dipendente dalla Russia. Fino alla fine del 2019 la Belorussia ha sempre avuto il diritto di acquistare il petrolio e il gas russi a dei prezzi notevolmente inferiori a quelli di mercato. Inoltre, i prestiti finanziari statali russi alla Belorussia sono sempre stati «restituiti» attraverso il ricorso ai prestiti concessi dalla stessa Russia. In questi due modi veniva acquistata l’amicizia, la fedeltà geopolitica belorussa. E il presidente Lukashenko ha sempre minacciato di voltare le proprie preferenze amichevoli verso l’Europa qualora gli aiuti economici non dovessero essere rinnovati.
Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020, però, i rapporti tra i due Stati sono diventati un po’ tesi. I motivi reali di tale evento non sono noti al pubblico ma pare che Putin sia fortemente interessato all’assorbimento del territorio vicino. Quindi cerca di convincere il collega a fare il bravo negando i prezzi favorevoli per il petrolio (la Belorussia sta attualmente tentando di acquistarlo dall’Asia).
«Ma perché hai iniziato il post parlando dello stemma?», chiederete voi.
E io rispondo: «Perché in Belorussia, improvvisamente, hanno deciso di cambiare lo stemma».
Ecco il progetto:

Non fateci troppo caso ai colori un po’ più tranquilli. Notate la comparsa dell’Europa al posto della Russia: sarà un segnale?
Devo dire che questo gioco politico-araldico mi ricorda un po’ la storia delle monete belorusse.


Vietato trattino 18

Da quando i personal computers hanno iniziato a fare il loro ingresso nelle tipografie (in Europa, quindi, a partire dalla metà degli anni ’80), sul nostro mondo è calato il buio dell’analfabetismo totale. La gente ha iniziato a dimenticare la differenza tra i vari caratteri. Pensiamo, per esempio, alle linee orizzontali: la gente non conosce più la differenza tra «trattino», «meno» e «lineetta».
Il primo simbolo, il più corto, si usa nelle parole composte. In verticale si allinea a metà delle lettere minuscole.
Il secondo simbolo, il segno meno, è di lunghezza intermedia e si allinea a metà delle lettere maiuscole (perché le cifre hanno l’altezza delle lettere maiuscole).
Il terzo simbolo, la lineetta, è quello più lungo. In alcune tradizioni tipografiche nazionali è lunghissimo (per esempio negli USA o in Russia), mentre in altre è poco più lungo del segno meno (per esempio in Germania o in Italia).
Gli esempi dell’uso improprio dei tre simboli sono ormai innumerevoli. Ma alcuni di essi meritano di essere studiati singolarmente. Cosa significa, per esempio, il cartello che vieta «trattino18»?

Evidentemente, qualcuno voleva scrivere «meno 18», ma anche se avesse indovinato il simbolo, sarebbe rimasto lontano dalla regolarità grammatica.
Quindi io proporrei un simbolo come questo:

Si capisce meglio ed è più difficile da sbagliare.


La super radio car

L’ingegnere bulgaro Dimitar Tilev per circa un anno ha lavorato sulla realizzazione di una Oldsmobile Dynamic 88 Wagon del 1963 (in scala 1:10) radiocomandata. L’obiettivo del lavoro è stato quello di creare una auto realistica non solo nell’aspetto estetico, ma anche nel comportamento «sulla strada».
La carrozzeria è stata realizzata con una stampante 3D. All’interno della macchina si trovano, in particolare, quattro servomotori (uno per ogni ruota), un accelerometro e un circuito Arduino (che analizza le informazioni ricevute dall’accelerometro e fa derapare l’auto).
Il video illustra quanto può essere realistica una auto di appena 3,5 kg.

Prima di aggiungere anche il video un po’ più lungo, vi do due link per l’approfondimento:
– il sito del progetto,
– la pagina FB del progetto. Continuare la lettura di questo post »


La musica del sabato

Il compositore francese Georges Bizet è troppo famoso per esservi presentato pure da me. Quindi il tentativo di dedicargli un post un po’ meno banale di quello che verrebbe in mente alla maggioranza delle persone può essere basato sulla seguente logica. Dato che Bizet fu considerato dai suoi contemporanei un pianista virtuoso, proviamo ad ascoltare qualche sua composizione per il pianoforte. Conoscendo infatti perfettamente lo strumento, poté esprimere al meglio le proprie capacità da compositore proprio scrivendo per questo strumento.
Metterei due composizioni brevi.
La prima è «Chasse fantastique» («Caccia fantastica» del 1865):

E la seconda è «Jeux d’enfants» («Giochi dei bambini» del 1871):


C’è sempre stato

Nel 2018 gli storici ucraini hanno fatto una interessante scoperta. In grande pubblico mondiale, però, se ne è accorto solo la scorsa settimana.
La scoperta è: l’attore canadese Keanu Reeves nel 1932 fu impiegato come un operaio edile alla costruzione dei grattacieli newyorkesi.
Non ci credete? Vi faccio vedere la fonte: è il libro di testo di storia per le scuole superiori ucraine «Всевiтня iсторiя» («Storia mondiale») che riporta la famosa foto «Lunch atop a Skyscraper» del 1932:

Avete riconosciuto la figura cerchiata? È tratta da una foto abbastanza famosa: Continuare la lettura di questo post »


Cosa cercano

Sarà pure una grossa banalità…
Nella potenziale «controparte» della coppia le persone cercano quella cosa di cui sentono in particolare modo la mancanza. È per questo che vediamo spesso gli organizzati con gli spensierati, gli alti con i bassi, i ricchi con i poveri, gli amanti degli animali con gli indifesi, i loquaci con quelli di poche parole etc.
Di solito è difficile capire subito cosa vuole una persona appena o da poco conosciuta. Ma è sempre utile ricordare cosa e dove osservare. E non disperarsi troppo dopo avere scoperto di non avere quella caratteristica fondamentale (o, peggio ancora, di avere gli stessi bisogni).
Sarà pure una grossa banalità, ma l’averla capita mi ha facilitato molto la vita in quella età quando ero particolarmente sensibile ai fallimenti.