Da quando i personal computers hanno iniziato a fare il loro ingresso nelle tipografie (in Europa, quindi, a partire dalla metà degli anni ’80), sul nostro mondo è calato il buio dell’analfabetismo totale. La gente ha iniziato a dimenticare la differenza tra i vari caratteri. Pensiamo, per esempio, alle linee orizzontali: la gente non conosce più la differenza tra «trattino», «meno» e «lineetta».
Il primo simbolo, il più corto, si usa nelle parole composte. In verticale si allinea a metà delle lettere minuscole.
Il secondo simbolo, il segno meno, è di lunghezza intermedia e si allinea a metà delle lettere maiuscole (perché le cifre hanno l’altezza delle lettere maiuscole).
Il terzo simbolo, la lineetta, è quello più lungo. In alcune tradizioni tipografiche nazionali è lunghissimo (per esempio negli USA o in Russia), mentre in altre è poco più lungo del segno meno (per esempio in Germania o in Italia).
Gli esempi dell’uso improprio dei tre simboli sono ormai innumerevoli. Ma alcuni di essi meritano di essere studiati singolarmente. Cosa significa, per esempio, il cartello che vieta «trattino18»?
Evidentemente, qualcuno voleva scrivere «meno 18», ma anche se avesse indovinato il simbolo, sarebbe rimasto lontano dalla regolarità grammatica.
Quindi io proporrei un simbolo come questo:
Si capisce meglio ed è più difficile da sbagliare.
L’archivio del 17 febbraio 2020
17/02/2020 alle 14:25