L’archivio del 2019 год

Superato come sempre

Per tanti anni ho cercato un modo, una formula compatta e facilmente comprensibile dalle masse, per spiegare perché vorrei evitare a ogni costo di lavorare nel settore pubblico. L’ho quasi trovata. Ho avuto la sensazione di essere a un passo dall’obiettivo tanto cercato.
Ed ecco che, come al solito, rovino la sensazione di essere un genio scoprendo che una persona concreta ha già espresso la stessa idea molto meglio di me. Anzi, in questo specifico caso è successo pure molto prima: quasi due secoli fa.
Sono comunque felice di condividere con i miei amatissimi lettori questa breve citazione dal romanzo «La lettera scarlatta» di Nathaniel Hawthorne (pubblicato per la prima volta nel 1850):

Qui basti dire che un doganiere, rimasto incarica a lungo, sarà difficilmente un personaggio degno di gran lode o rispetto per molte ragioni, una delle quali si è la maniera in cui assolve il suo incarico, ed un’altra la natura medesima del mestiere che, seppure onesto come spero, è d’una specie tale da impedirgli di partecipare agli sforzi concordi del genere umano.
Un effetto che credo si possa osservare più o meno in ogni individuo ch’abbia occupato quel posto, è poi il seguente: mentre s’appoggia al braccio gagliardo della Repubblica, gli vien meno la sua propria energia. Costui perde la capacità di sorreggersi da sé solo in misura proporzionata alla debolezza o alla forza della sua indole. Se possiede una porzione fuor del comune di volontà innata, o la snervante malia del luogo non opera troppo a lungo su di lui, le sue facoltà compromesse potranno venir riscattate. Il doganiere espulso, fortunato oggetto del villano spintone che lo manda innanzi tempo a lottare tra le lotte del mondo, potrà tornar in se stesso, ed essere quello di prima. Ma questo succede raramente. Di solito egli mantiene il proprio terreno fino al momento preciso di rovinarsi, e poi ne viene espulso tutto cionco e barcolla pel malagevole sentiero della vita arrangiandosi come può. Conscio del proprio malanno, d’aver smarrito la sua tempra d’acciaio e la baldanza, si guarderà ognora intorno ansiosamente in cerca d’un sostegno al di fuori di sé. La speranza ostinata e continua (un’allucinazione che in cospetto d’ogni scoraggiamento e tenendo in non cale l’impossibile, lo assilla finché è in vita e che, m’immagino, come gli spasimi convulsi del colera, seguiterà a tormentarlo per un breve lasso dopo la morte) si è che alla fine e tra non molto verrà rimesso al suo posto ad opera d’una fausta combinazione. Questa fiducia, più d’ogni altra cosa, spoglia dell’essenziale e dell’utile qualunque attività costui possa sognar d’intraprendere. A che mai arrabattarsi e dimenarsi e darsi tanta pena per uscire dal fango, quando di lì a un po’ interverrà il forte braccio di suo Zio Sam ad alzarlo e a sostenerlo? A che mai lavorare per vivere nella propria città od andare a cercar l’oro in California, quando sarà reso felice di qui a poco, a scadenze mensili, con un mucchietto di monete sonanti uscite dalla tasca dello Zio Sam? Meraviglia e rattrista vedere come un minimo assaggio della vita d’ufficio basti a infettare un poveraccio di questo morbo bizzarro. L’oro dello Zio Sam, salvo il rispetto dovuto al venerabile signore, possiede da questo punto di vista un potere analogo alla mercede del Diavolo. Chiunque lo tocca dovrà star bene attento, che non abbia a trovare il baratto troppo duro e svantaggioso nei propri riguardi, dacché ci andranno di mezzo, se non proprio l’anima, molti dei suoi migliori attributi: la forza incrollabile, il coraggio e la costanza, la schiettezza, la fiducia in se stesso, e tutto ciò che serve meglio ad accentuare un carattere virile.

Nei prossimi giorni scriverò più in dettaglio delle mie recenti scoperte letterarie.


La prima selezione

Qualche anno fa avevo inventato un «bel» modo di bocciare gli studenti all’esame di diritto privato con una sola domanda. Bisogna chiedere la definizione del Codice civile: più del 50% degli studenti sbaglia in un modo banalissimo e viene mandato a casa perché non sa una delle cose basilari.
Poco fa mi sono reso conto che è facilissimo adottare tale tattica anche agli esami di storia. I miei amici storici potrebbero chiedere agli studenti in quale lingua è scritto il motto sullo stemma del Regno Unito.
È sempre bello dimezzare il lavoro da fare, ahahaha


I delinquenti geniali

Il rapinatore «più» geniale non è ancora stato catturato perché nessuno sa chi sia.
Il hacker «più» geniale ci è sconosciuto perché nessuno ha mai trovato le sue tracce.
Il falsificatore «più» geniale di soldi e documenti è ancora a piede libero perché nessuno si è accorto di doverlo cercare.
Oppure devo mettere al femminile?
Non lo sappiamo.


Non sprecare le idee

Non sono certo un grande esperto delle competizioni ippiche, ma, nonostante ciò, non mi sembra che la fantasia di Gina Schumacher (figlia di Michael) sia andata molto oltre al costume:

Forse sulle foto si vedono più dettagli:


La musica del sabato

Giya Kancheli è stato uno dei compositori georgiani contemporanei più interessanti e sono costretto di scriverlo al passato solamente per una questione formale: è morto il 2 ottobre 2019.
Nel mondo Kancheli è noto prevalentemente per le sue composizioni orchestrali, mentre nella maggioranza degli Stati dell’ex URSS è conosciuto anche come l’autore delle musiche di diversi film popolari.
Per il post musicale di oggi ho pensato però di scegliere qualcosa di universalmente apprezzabile. Potrebbe essere, per esempio, la Sinfonia n. 5 «To the Memory of My Parents» (finita e suonata per la prima volta nel 1977).

In qualità del bonus track metterei un esempio della musica da film (dato che in un certo senso l’ho già annunciata). Qualcosa di molto semplice, per esempio il tema principale del film «Mimino» (per pura coincidenza, sempre del 1977).

Forse più in avanti lo sentiremo ancora. Ma non è necessario aspettare che succeda per l’iniziativa mia.


Cortometraggio russo №17

Questo venerdì sera vi faccio riposare dalla lettura dei sottotitoli e posto il cortometraggio muto «Sabato e domenica» (1982, regia di Konstantin Apryatin). È talmente semplice, che dovrebbe essere comprensibile senza alcun mio commento.

Si tratta dell’unico film diretto da Apryatin che di professione principale fece il cineoperatore. I lungometraggi per i quali è stato noto nell’URSS non sono stati tradotti, a quanto mi risulta, nelle lingue dell’Europa occidentale (probabilmente perché si tratta sempre dei film per ragazzi). Però potete provare a cercare il suo primo film – sempre da cineoperatore – girato nel 1969. Si chiama «Pirosmani» ed è stato diretto da Giorgi Shengelaya.


Alcuni giorni fa ho avuto bisogno di creare un video screenshot (la registrazione video di quello che accade sullo schermo) sul computer… Mi sembra che in tutta la mia vita sia stata appena la seconda o la terza occasione di doverlo fare, quindi, ovviamente, non mi ricordavo assolutamente come si facesse. Inoltre, attualmente non sono in grado di immaginare se e quando mi possa capitare ancora di doverlo fare. Per me futuro o per voi che leggete nel vostro presente, pubblico le mie scoperte tecniche in materia dei video screenshot.
Considerando che la creazione di quel tipo di video è per me una necessità molto rara, ho escluso sin da subito tutti i programmi a pagamento. Sempre da subito ho escluso le versioni-prova gratuite dei programmi a pagamento (per esperienza so che possono aggiungere dei grossi watermark oppure imporre delle restrizioni sulla qualità o dimensioni del video).
Di conseguenza, al giorno d’oggi mi sono noti tre metodi meritevoli di attenzione di creare i video screenshot.
Metodo № 1. Con grande stupore ho scoperto che tale funzionalità è già inclusa nel Windows 10. Se premete i tasti WIN+G, sullo schermo appaiono i comandi necessari:

La funzionalità è molto semplice da usare; è possibile scegliere se registrare anche la voce; il tasto stop e sempre presente sullo schermo ma non viene incluso nel video. La registrazione parte 3 secondi dopo il click sul «record».

Penso che questo metodo possa andare bene per gli utenti occasionali poco esigenti, mentre io ho riscontato alcuni problemi tecnici. Un video di 19 (diciannove) secondi in formato mp4 pesa 8,02 MB (ma ha la velocità dati 3017 kbps e 20,16 fotogrammi al secondo). Inoltre, dal video sono scomparsi alcuni elementi che ci dovevano essere (continuando con il presente post capirete quali).

Metodo № 2. Ancora più sorprendente è stata la scoperta della interessante funzionalità del Power Point. Continuare la lettura di questo post »


I costi della pigrizia

Una delle cose più stupide al mondo è utilizzare per i siti aziendali le immagini prese da un foto stock. Anziché utilizzare una foto comparsa già in altre migliaia di occasioni sulle pagine di altri siti (ma forse anche giornali e riviste), è facile spendere un po’ di tempo per fotografare, che ne so, una stretta di mano sullo sfondo di un frigorifero bianco.
Una cosa ancora più stupida è utilizzare per i siti aziendali delle immagini prese da un foto stock a caso. Perché il visitatore (potenziale cliente) nota subito che quelle foto non c’entrano alcunché con l’azienda e, di conseguenza, si fa una impressione negativa della azienda. Mettendo, per esempio, una foto del genere sulla pagina «Chi siamo», l’azienda ammette di essere sprovvista di dipendenti o collaboratori capaci di tenere in mano una macchina fotografica:

Spendete un po’ tempo o un po’ di soldi per fare delle foto normali. Le figure di M vi costeranno molto di più.


Un buon professionista

Molto spesso (o quasi sempre?) una persona che chiede di consigliare un professionista aggiunge l’epiteto «buono» o «bravo».
Conosci un bravo medico? Puoi consigliare un buon meccanico?
Per logica, però, tale precisazione è assolutamente inutile. Quando io chiedo di consigliarmi un commercialista, non ne intendo mica uno incompetente. Non chiederei nemmeno di un idraulico incapace o di un traduttore ignorante. Tutti cercano sempre e solo dei bravi professionisti.
La prossima volta che vi capita di chiedere di consigliarvi qualcuno, provate a evitare la parola «bravo». A meno che per voi non sia necessariamente un sinonimo della parola «caro» o, contrariamente, dell’espressione «che chieda poco».
Consigliatemi un disegnatore di soldi.


Le nuove tecnologie per tutti

Nelle acque della Baia di Hammerfest – in Norvegia – una beluga ha spinto il kayaker Joachim Larssen, facendo cadere in acqua (e quindi annegare) la sua GoPro assieme al bastone. Ma poi ha risolto lei stessa il caso.

Voleva solo provare la professione da cameraman camerawhale? Oppure era pazza e si sentiva un cane che gioca con un bastone? È un po’ difficile scoprirlo…
P.S.: non posso non sfruttare l’occasione per ricordare tutta la stupidità del vecchio mito sui delfini. Si dice che salvano le persone in mare, ma in realtà le persone che sono state portate dai delfini lontano dalle coste non possono ormai testimoniare alcunché.