Come avete già sicuramente letto, dopo la bocciatura del progetto dell’accordo della Brexit il governo della Theresa May ha ottenuto – dallo stesso Parlamento – anche la fiducia. È una coincidenza prevedibile e rassicurante perché dimostra un fatto semplicissimo.
Jeremy Korbyn fa tanto il figo, ma non ha proprio la voglia di occuparsi della Brexit in prima persona. Ora che ne abbiamo avuto una ulteriore conferma, come l’ha avuta anche la May, comprendiamo che quest’ultima ha in realtà molta più libertà di azione di quanto si possa pensare.
Continuo a non prevedere delle grandi sorprese sul risultato finale.
L’archivio del 2019 год
Venivo bombardato dalle notizie sui tentativi italiani di far estradare Cesare Battisiti ormai da molti anni, da quando è iniziato il mio rapporto stretto con l’Italia. Più mi informavo sulla sua figura e più mi era antipatico, lo è anche ora. Ma, dato che a differenza dei miei primi amici e conoscenti italiani non voleva proprio scomparire dall’orizzonte informativo, avevo iniziato a seguire il suo rapporto con la giustizia italiana come una specie di partita sportiva. Vista la lontananza nel tempo dei fatti per i quali era stato condannato, non escludo che pure molti giovani italiani lo possano osservare in un modo simile. In ogni caso, io, a differenza degli italiani, ho più probabilità di rimanere uno spettatore emotivamente imparziale.
Ecco, ora che la suddetta gara è finita, posso sperare che qualcuno trovi la forza (e una certa libertà intellettuale dagli schemi preimpostati) di dirmi: in qualità di scrittore Cesare Battisiti merita la mia attenzione oppure no? Avendo poco tempo per la letteratura non tecnica, preferirei di non sperimentare su un campo così pericoloso.
All’inizio di dicembre, a Morbegno, avevo trovato un esempio di tentativo estremo di far scoprire alla gente… ehm… poco sveglia l’orario di chiusura di un negozio.
Il metodo potrebbe essere sviluppato e applicato da moltissimi altri negozi, locali, enti etc i cui dipendenti ogni giorno si trovano a dover ricordare gli orari di chiusura ai propri clienti.
Il nuovo paragrafo di Inerario (§ 16) è dedicato a un metodo alternativo (o, se volete, complementare) di regolare la comparsa del proprio sito tra i risultati di ricerca. Si tratta del meta tag robots.
http://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo16/
Avrei potuto chiedere, con tanto umorismo, se questa sarebbe una «pubblicità f…a».
Ma mi tratengo e chiedo ai miei lettori maschi maggiorenni di vedere il video di oggi in solitudine. Perché? Perché si tratta di una pubblicità geniale nella sua perversità.
Devo raccontarvi chi era Elvis Presley? Non penso.
Dato che quattro giorni fa, l’8 gennaio, avrebbe compiuto 84 anni, lo ricorderei nella mia rubrica musicale con due brani – entrambi dall’album «His Hand In Mine» del 1960. Nonostante fosse morto oltre quarant’anni fa, penso che molte sue canzoni siano ancora ascoltabili.
La prima canzone è «His Hand In Mine».
E la seconda è «I’m Gonna Walk Dem Golden Stairs».
Nel 1902 Moses Bruine Cotsworth, il contabile della britannica North Eastern Railway Company, presentò il Calendario Internazionale Fisso elaborato da egli stesso. Relativamente al calendario tradizionale, Cotsworth fu insoddisfatto della quantità diversa dei giorni e delle settimane nei mesi e del fatto che i giorni della settimana cambiassero di continuo la data. Inventò quindi un calendario di 13 mesi composto ognuno da 28 giorni (13 × 28 = 364). Ogni mese ebbe quattro settimane e ogni data corrispose a un giorno della settimana preciso: il primo giorno del mese fu sempre di domenica e il 13 sempre di venerdì (una scelta interessantissima, probabilmente Cotsworth non amava la superstizione).
Il 13-esimo mese dell’anno fu chiamato Sol in onore del solstizio d’estate e inserito tra il giugno e il luglio: proprio quando avviene il solstizio. Per portare la quantità dei giorni fino ai 365, Cotsworth aggiunse il Giorno dell’Anno dopo il 28 dicembre. Il Giorno dell’Anno dovette essere un giorno festivo globale, non appartenente ad alcun mese e alcuna settimana. Il giorno aggiuntivo dell’anno bisestile fu messo alla fine del Sol.
Il Calendario Internazionale Fisso piacque molto al fondatore della Kodak George Eastman. Quest’ultimo adottò quindi il calendario di Cotsworth nella propria azienda ai fini finanziari e produttivi. La Kodak utilizzò il Calendario Internazionale Fisso dal 1928 al 1989.
Purtroppo, nella maggioranza dei Paesi europei le colonnine per la ricarica delle auto elettriche sono ancora troppo poche. In Italia, addirittura, ogni tanto vedo aprire delle nuove stazioni di sevizio con i soli diesel e benzina, quindi degli esercizi che saranno per forza costretti a chiudere per l’inutilità entro 10–15 anni.
Allo stesso tempo, il problema della autonomia delle batterie delle auto elettriche è un problema ormai quotidiano. Ogni proprietario si organizza come può. Qualcuno, per esempio, si porta dietro un generatore a benzina per i casi di emergenza:
Purtroppo bisogna ricordarsi di avere sempre anche una scorta di benzina, prepararsi al tempo di carica di alcune ore (passeggiare all’aria aperta fa bene) e al risultato scarso (con un generatore così piccolo si guadagneranno poche decine di chilometri di autonomia).
P.S.: la fonte della foto.
Nel 2016 la SanDisk aveva dichiarato di avere finalmente costruito un prototipo funzionante della scheda di memoria SD da 1 TB. Per quanto riguarda la produzione in serie, però, è stata superata.
Oggi la Lexar ha presentato alla CES di Las Vegas la prima scheda di memoria SD da 1 Tb al mondo. Ed è una notizia temporaneamente bellissima: si potrà finalmente andare in vacanza per un paio di settimane senza portarsi dietro una scorta di schede o dischi esterni. Ma solo fino al momento in cui si forma l’abitudine di produrre decine di ore di filmati in FullHD.
Chi sarà più veloce: il progresso tecnologico o la comprensione globale del fatto che nessuno (nemmeno gli autori) si guarda i video delle vacanze, feste etc?
«The New Yorker» ha dedicato un articolo abbastanza dettagliato al «Spider-Man» francese Vjeran Tomic. Quest’ultimo, nel 2010, aveva rubato dal museo d’arte moderna di Parigi dei quadri per decine di milioni di euro (opere di Picasso, Matisse, Modigliani, Léger, Braque).
Ecco, l’unica cosa che continuo a non capire è il senso economico delle rapine del genere. Non mi è chiara la convenienza del rubare anche una sola opera d’arte famosa.
Avrei capito colui che ruba «per sport», per provare qualcosa di forte. Ma una volta compiuta l’impresa, potrebbe anche restituire in qualche modo i beni presi.
Avrei potuto capire colui che ruba per chiedere un riscatto: si tratta delle opere uniche, il cui valore potrebbe giustificare un rischio in più.
Avrei potuto capire colui che ruba perché è un collezionista folle: senza soldi, disposto a tutto per far aumentare la propria collezione e conscio di non poterla mai mostrare al mondo.
Ma non riesco a capire come e a chi possa essere mai venduta una opera comunemente riconosciuta come rubata. I potenziali acquirenti «normali» dei quadri del genere solitamente non sono molto disposti a diventare dei complici di un criminale. E nemmeno comprano una opera famosa per nasconderla per eternità.
La contraffazione, da questo punto di vista, è molto più sensata.