Oggi «torniamo alle origini» della mia rubrica cinematografica e vediamo un cortometraggio muto. È la volta di «Tasya» (uscito nel 2007) del regista Roman Artemiev. Il titolo del film è il diminutivo del nome femminile Taisia. Le uniche parole che sentirete vedendo il cortometraggio in questione provengono dal televisore di Tasya e non aggiungono alcun significato al film: prima c’è un notiziario e poi una trasmissione di pattinaggio artistico sul ghiaccio (quindi, al massimo, si sottolinea la monotonia della vita).
Per ora è l’unico film di Artemiev che mi è capitato di vedere. Di conseguenza, in qualità del lungometraggio posso consigliarvi un film dove egli compare – anche se brevemente – da attore: «Daddy» di Vladimir Mashkov (uscito nel 2004).
L’archivio del 29 novembre 2019
29/11/2019 alle 22:00
alle 14:25
Tutti prendono in giro l’aspetto estetico del «pick-up futuristico» Tesla Cybertruck presentato da Elon Musk.
Io, da parte mia, inizialmente non avevo l’intenzione di farlo: i criteri del bello e/o del ridicolo variano da persona a persona. Ma poi mi sono ricordato della Lada Sputnik Vaz-21099…
E non mi sono trattenuto.