L’archivio del ottobre 2019

I gadget trasparenti del futuro

Nei vari film, video musicali, pubblicità etc ambientati nel futuro ci mostrano spesso i telefoni e i tablet trasparenti.
Se il nostro futuro dovesse essere veramente così, io ne sono terrorizzato.
Porco Giove! Io non voglio avere un telefono trasparente. Già mi infastidisco ogni volta che qualcuno guarda il mio schermo sui mezzi pubblici. E allora perché dovrei essere contento (o almeno indifferente) per il fatto che qualcuno possa guardare cosa faccio sul telefono pure standomi di fronte?
Dato che – secondo un mio forte sospetto – non sono l’unico ad avere le stesse preoccupazioni, è molto probabile che i gadget trasparenti, pur diventando possibili dal punto di vista tecnologico, non conquistino mai il mercato.
P.S.: in più, non ho alcuna voglia di vedere altra gente attraverso il mio telefono.


Chi indovina meglio

Il lunedì 14 ottobre Vladimir Putin è arrivato in Arabia Saudita con una visita ufficiale. Nell’aeroporto di al-Riyāḍ egli è stato accolto con tanto onore. L’orchestra locale ha pure suonato l’inno russo. O, almeno, ci ha provato:

Se non vi ricordate bene la musica originale dell’inno russo/sovietico, eccola:

In realtà, non è la prima volta che l’inno russo viene interpretato in una maniera… ehm… fantasiosa. Nel 2010 è già successo in Siria: Continuare la lettura di questo post »


La musica del sabato

Il compositore austriaco Franz Schubert ebbe una vita breve (morì a 31 anni) e una carriera musicale intensa (iniziò a comporre musica solo a 13 e, nonostante ciò, solo le sue composizioni vocali sono circa seicento). Anche per questo motivo è stato considerato, nonostante l’altissima qualità delle sue opere, un giovane promettente morto prematuramente. Tra una grandissima varietà stilistica delle sue opere, per il post di oggi ho scelto la «Grande» Sinfonia n. 9 in Do maggiore. In questo caso specifico è suonata dalla Orchestra filarmonica di Vienna diretta da John Eliot Gardiner.


La macchinetta del the

Alla fine di agosto mi ero già chiesto perché fossero così poco diffuse e limitate nella loro varietà le capsule di the da utilizzare nelle macchine comuni da cucina.
Trovo assolutamente normale il fatto che anche qualcun altro si sia tempo fa accorto della discriminazione ingiusta a favore del caffè. Pochi giorni fa ho scoperto che sul piattaforma di crowdfunding Kickstarter è in corso la raccolta di fondi per la realizzazione della macchina the universale BRÜ.

La macchina può funzionare con il the in foglie normale e con le bustine. Possono essere regolate la temperatura dell’acqua, il suo volume e il tempo di preparazione.
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La lotta alla povertà

La motivazione di assegnazione del premio Nobel per l’economia di quest’anno – «per l’approccio sperimentale nella lotta alla povertà globale» – non mi faceva pensare ad alcunché di buono o almeno interessante. Ma alla fine, cercando di superare i propri pregiudizi, sono andato a informarmi sui dettagli degli studi premiati.
In sostanza, i tre economisti premiati (Abhijit Benerjee, Esther Duflo e Michael Kremer) stanno conducendo gli studi, fondati sulla loro matrice di dati, circa l’efficienza delle politiche statali volte al contrasto della povertà. La conclusione alla quale giungono è semplice, scontata e condivisibile: la povertà si sconfigge non con la distribuzione degli aiuti materiali, ma con le politiche che garantiscono la crescita economica nazionale. Mentre se lo Stato non si arricchisce, non si risolve nemmeno il problema della povertà.
Non si tratta, secondo me, di chissà quale scoperta, ma allo stesso tempo immagino che sarebbe stato politicamente scorretto non riconoscere l’impegno nello studio dell’argomento. Direi dunque che la premiazione sia stata dettata più dalla moda che dal valore scientifico degli studi.
A questo punto avrei voluto spendere qualche «buona» parola nei confronti degli ultimi due Governi italiani, ma evito. Tanto avete capito.


La differenza tra le professioni

Esistono i poliziotti: intervengono quando lo ritengono necessario e decidono di farlo in base a una serie di principi.
Esistono le guardie: essendo dei dipendenti delle strutture private, intervengono solo quando lo vuole il cliente.
Il lavoro del poliziotto è pagato con le tasse di tutti i residenti in territorio a cui appartiene; il lavoro di una guardia è pagato interamente dal cliente.
In questi giorni mi è capitato di vedere le persone che per anni o decenni si sono lamentate del ruolo da «poliziotto del mondo» degli USA, ma li rivogliono in quella qualità proprio ora. Proprio quando gli USA stanno lasciando quell’incarico. Le persone perennemente scontente, allo stesso tempo, non sono disposte a ingaggiarli in qualità della guardia, pur sapendo che con il presidente imprenditore è possibili trattarne.
Dopo il 2020 o, nel peggiore dei casi, dopo il 2024 il poliziotto molto probabilmente tornerà, ma per i curdi siriani potrebbe essere un po’ tardi. Nonostante ciò, molte persone attorno a noi non impareranno nulla e torneranno a lamentarsi del poliziotto del mondo.


“Stop Celebrating Genocide”

Si dice che negli Stati Uniti aumenta la quantità delle persone che si rifiutano di festeggiare il Columbus Day (il secondo lunedì di ottobre di ogni anno) per protesta contro il genocidio della popolazione locale che accompagnò la colonizzazione del continente. In alcuni Stati, addirittura, lo stesso giorno si festeggia la Giornata delle popolazioni aborigene.
Io continuo a non capire come si possa valutare i fatti accaduti secoli fa con gli standard morali del XXI secolo (molto diversi, se qualcuno non lo sapesse). Ancora meno mi è chiaro il ruolo di Cristoforo Colombo nel genocidio – chiamiamolo pure con questo termine moderno – degli indigeni. Eppure…
Il monumento a Providence:

Il monumento a San Francisco:

Il monumento a Detroit:

Con questa moda di rivalutare tutto, comprese le cose emotivamente ormai nulle per il 99,99% della popolazione terrestre, tra qualche anno sentiremo che Eva è stata violentata da Adamo… Ma per un agnostico come sarà una bella notizia: migliorerà molte teste.


Le forme moderne

In passato tutti gli oggetti avevano delle forme tipiche facilmente riconoscibili. Talmente riconoscibili che le loro sagome erano pronte a diventare dei pittogrammi.
Oggi, invece, quasi tutti gli oggetti si sono trasformati in due forme primitive: un rettangolo e un proiettile.
Prima c’erano una locomotiva, una nave, una automobile – ora c’è un proiettile.
Prima c’erano un telefono, un televisore, un computer – ora c’è un rettangolo.
Al giorno d’oggi è quasi impossibile creare una icona grafica di un oggetto moderno perché le sagome uniche e inconfondibili non esistono più.
Questo è uno dei motivi per i quali, per esempio, gli sviluppatori del software utilizzano ancora l’icona di un floppy disk per l’azione di salvataggio dei file (anche se molti utenti giovani non hanno mai visto dal vivo un «dischetto»). Ma ogni qualvolta ci sia la necessità di rappresentare qualche oggetto moderno o una azione meno radicata nella coscienza delle persone, si va incontro a delle grosse difficoltà. Ricordiamolo prima di chiedere «che penis hanno disegnato qui?!».


Con un quadrocopter

Guardando questo video, pure io un paio di volte mi sono chiesto se è veramente l’Ucraina. Ebbene, lo è.
Un consiglio: è meglio vederlo a schermo intero.

Senza le parole iniziali inutili il video sarebbe stato ancora meglio.


La musica del sabato

È veramente strano che Chuck Berry non sia mai comparso nella mia rubrica musicale. Oggi provvedo a correggere questo errore e posto due brani dal suo secondo album, il «One Dozen Berrys» del 1958.
Il primo brano è il super hit dell’epoca «Sweet Little Sixteen»:

E poi metterei il brano strumentale «Blue Feeling»: