Come ben sanno molti miei lettori, in tutto il mondo si osserva la tendenza di regolamentare l’uso (stavo per scrivere la guida) dei monopattini in città. Io, personalmente, non trovo particolarmente necessaria e/o urgente la legiferazione in questo ambito specifico. Perché moltiplicare le regole, aggiungendo quelle sulle manifestazioni più semplici della vita umana? Al massimo, secondo me, si potrebbe scrivere qualcosa come «i monopattini si muovano seguendo i medesimi percorsi riservati alle biciclette». Ma pure gli autori delle leggi devono avere la possibilità di giustificare il proprio stipendio, quindi fino a un certo punto potremmo anche tollerare le loro fantasie.
Quindi oggi vi propongo un curioso esempio della attività legislativa in materia. Il Ministero degli Interni russo ha finalmente inventato un termine con il quale definire i monopattini (tradizionali ed elettrici), gli skateboard, le monoruote, gli hoverboard e i pattini. Tutti questi dovrebbero chiamarsi, secondo il Ministero, i «mezzi di mobilità individuale» (l’Italia che sta ancora perfezionando la propria legislazione in materia, potrebbe anche «copiare»!). Dovrebbero, secondo il progetto di legge, muoversi lungo le piste ciclabili o, in loro assenza, sui marciapiedi. In questo ultimo caso la velocità non deve però superare i 20 km/h. Effettivamente, sotto la velocità indicata l’uso di quei non avrebbe molto senso.
Mi capita sempre meno di frequente proporre degli esempi russi positivi in materia legislativa, ma spero che la semplicità razionale si affermi in tutto il mondo. Quindi pubblicizzo.
L’archivio del 8 ottobre 2019
08/10/2019 alle 13:27