Anni fa, ai tempi del mio lavoro nella consulenza informatica, mi capitava spesso di essere inserito nei team delle piccole e medie imprese. E, in una quantità dei casi non trascurabile, la contemplazione dei miei colleghi temporanei mi faceva sorgere la stessa domanda: «Ma questi casi umani come hanno fatto ad essere stati assunti?» Dal punto di vista professionale erano tutti (beh, quasi) delle persone validissime, a volte pure geniali. Ma dal punto di vista umano no, proprio non tutti. Il mio stupore nasceva quindi dalla comprensione del fatto che quelle non erano sicuramente le uniche risorse disponibili sul mercato.
Crescendo, avevo però capito una cosa semplice e importante. I dipendenti vengono scelti non solo in base alle qualità professionali. Infatti, gli imprenditori, i dirigenti, i manager e i dipendenti semplici non sono dei robot programmati alla sola produzione. Pur essendo delle persone responsabili e avendo dunque in mente la necessità di produrre/fatturare, vogliono lavorare con le persone in compagnia delle quali si trovano bene. Di conseguenza, non bisogna stupirsi della esistenza dei colleghi in qualche modo strani: semplicemente, il capo si trova bene proprio con loro e non con i potenziali altri.
La comprensione di quanto appena scritto potrebbe in realtà rendere la vita più facile a un sacco di persone. Così, per esempio, non dovreste disperarvi troppo per un trasferimento d’ufficio o addirittura un licenziamento: non è detto che sia il risultato di una valutazione della vostra professionalità (ma forse della vostra capacità di relazionarsi). E, soprattutto, ricordatevi che nemmeno voi siete costretti a lavorare con dei colleghi o dirigenti umanamente non compatibili: non siete degli schiavi legati con le catene alle vostre scrivanie.
L’archivio del 2 agosto 2019
02/08/2019 alle 13:25