Forse avete già visto il nuovo video della Boston Dynamics: dieci robot «da tiro» della sua produzione trascinano un camion:
Ma io continuo a preferire quei loro prodotti che oltre alla forza hanno anche altre abilità difficilmente immaginabili – fino a qualche anno fa – per i robot. Per esempio, il robot Atlas: Continuare la lettura di questo post »
L’archivio del Aprile 2019
Il compositore Pietro Mascagni è oggi conosciuto e ricordato prevalentemente per le sue opere liriche. Direi che dal punto di vista qualitativo questa forma della memoria passiva non è del tutto ingiustificata. E, in ogni caso, è giusto ricordare una persona solo per ciò che ha fatto.
Nel post musicale odierno, comunque, propongo la sua sinfonia in fa maggiore per pianoforte perché gli artisti meritano di essere ricordati sotto molteplici aspetti professionali.
Nei tempi ormai lontanissimi dei miei terrificanti esercizi con il pianoforte detestavo le opere a quattro mani perché lasciavano pochissimo spazio per l’interpretazione personale. Ma almeno avevano una utilità didattica di base. Da ascoltare, invece, sono molto meglio.
Non tutti lo sanno, ma la capacità di provocare è una delle più utili nella vita quotidiana delle persone. Tale capacità serve per liberare lo spazio vitale dalla gente stupida, bigotta, poco istruita, priva del senso dell’umorismo o antipatica per qualche altro motivo.
Oggi facciamo un esempio pratico.
Propongo un flashmob. Esso consiste nel raccogliere un gruppo di amici, portarli in un luogo pubblico, e – tutti insieme – alzare il braccio teso e gridare «Adobe filter ZIP-file!»
Avete visto che funziona?
Ormai quasi tre anni fa, il 3 giugno 2016, avevo scoperto che con un po’ di fantasia è possibile trovare un nome bellissimo anche per una agenzia viaggi. Infatti, a Calolziocorte avevo visto l’agenzia «Uscita d’emergenza».
Per trovare un nome di qualità paragonabile avevo dovuto viaggiare per quasi due anni e mezzo. Alla fine di dicembre avevo trovato – ad Arona – l’agenzia «Nuova mente viaggi». Non è una battuta elegante come la prima, ma una severa verità.
Presumo che in questo periodo denso di festività (ben tre in undici giorni) tutti, anche coloro che non hanno pianificato le ferie, abbiano più tempo libero del solito. Provate a fare un viaggio almeno alla città più vicina che non avete mai visitato: la vostra mente starà molto meglio.
Come ben sapete, non è necessario essere ricchi per viaggiare. Chi non ha abbastanza denaro per un volo intercontinentale, può benissimo prendere il terno, l’autobus, la bicicletta, il motorino o la macchina e andare a vedere uno dei luoghi più vicini ancora sconosciuti.
Oggi non tutti, soprattutto tra i giovani, sono in grado di immaginare fino a quale punto arrivava la pianificazione nella economia sovietica. Ma io ora sono pronto a fare un esempio interessante.
Il mio nuovo articolo automobilistico (nuovo dopo anni di pausa) è dedicato al sistema unico dei nomi delle automobili introdotto nell’URSS per tutti i produttori. In sostanza, ogni modello nuovo doveva avere un codice numerico facilmente interpretabile dai cittadini.
La spiegazione dettagliata è nell’articolo: http://eugigufo.net/it/autourss/nomimodelli/
Il difetto principale dei connettori USB è la necessità di inserirli con il lato orizzontale corretto. Addirittura, mi è capitato di sentire la battuta sul fatto che un usb si inserisce con successo solo al terzo tentativo.
Ebbene, qualche giorno fa ho scoperto che esistono gli USB reversibili: possono essere inseriti senza controllare il lato dei contatti. In sostanza, i cavi con quel tipo di attacco hanno il piano dei contatti che si sposta nella direzione giusta al momento del contatto con la porta dove si tenta di inserire il cavo.
Dieri che è una invenzione bella e utile. Allo stesso tempo, però, non sono sicuro che abbia senso applicarla anche alle «chiavette»: i contatti mobili potrebbero essere più fragili di quelli tradizionali fissi (nessuno vuole perdere i dati, vero?).
L’incendio della Notre-Dame de Paris è un evento tristissimo, ma allo stesso tempo rassicurante.
Prima di tutto lo è perché le persone hanno dimostrato di sapere riconoscere (e preoccuparsi per) il patrimonio culturale dell’umanità senza alcun suggerimento da parte dei terzi.
In secondo luogo, almeno i miei contatti su Facebook hanno finalmente evitato di voler apparire dei massimi esperti in qualcosa (nello spegnimento delle fiamme nel caso specifico).
I soldi per il restauro si troveranno presto e in un modo bello, come sono già stati promessi i primi 300 milioni da appena due francesi.
UPD: La raccolta dei fondi per la ricostruzione è stata organizzata velocemente. Le persone interessate possono parteciparne tramite questo sito.
Da quattro giorni, quindi dal momento del famoso arresto, continuo a vedere con una particolare frequenza delle persone che non hanno una minima idea di cosa sia diventato Julian Assange negli ultimi anni.
Inizialmente Assange era solo un ladro famoso, un Robin Hood dell’informazione convinto che con la pubblicazione dei segreti sporchi degli Stati si possa cambiare il mondo. Per un periodo abbastanza lungo Assange aveva svolto un lavoro grosso e importante di raccolta e pubblicazione delle informazioni, grazie alle quali sono state possibili alcune scoperte clamorose. I documenti raccolti e pubblicati erano però tanti e nell’intero mondo non si sono palesate delle persone disposte a leggerli tutti. Ma allo stesso tempo tantissime persone private nel mondo continuano a vedere Assange come un santo. Un «santo» perseguitato, logicamente, dagli Stati colpiti dalle sue pubblicazioni: le accuse che hanno portato Assange alla auto-reclusione nella Ambasciata ecuadoriana appaiono come il risultato di quelle persecuzioni.
Ma è passato del tempo e Assange è cambiato. Ha venduto la propria reputazione a una delle parti. A una parte per nulla simpatica: si chiama «Russia Today» ed è uno dei principali strumenti della propaganda russa verso l’estero. È uno di quegli strumenti con i quali l’attuale amministrazione russa tenta di destabilizzare politicamente l’Occidente al fine di minimizzare l’opposizione alla propria geopolitica. Così, per esempio, nel recente «rapporto Mueller» sulla ingerenza russa nelle elezioni presidenziali statunitensi si dimostra come il WikiLeaks fosse diventato un canale di distribuzione dei materiali reperiti dai hacker russi. Da quei hacker che sarebbero a servizio dei servizi segreti russi.
È dunque assolutamente normale che l’Ecuador non avesse più ritenuto opportuno ospitare un personaggio del genere. Un informatore pagato dal nemico che allo stesso tempo si approfitta della ospitalità. Allo stesso tempo penso che la sua estradizione verso gli USA possa avvenire non facilmente e solo in cambio delle garanzie sulla non-applicazione nei suoi confronti della pena di morte. Ma, onestamente, la sua sorte mi interessa veramente poco.
Mi incuriosiscono solo i motivi che lo spinsero a spendere sette anni di vita per l’esistenza da carcerato (comunque già garantitagli al momento dell’ingresso nella Ambasciata) e a vendere la reputazione.
In qualità di una pubblicità va bene, ma come un casa quotidiana dovrebbe stancare presto (almeno gli adulti, i veri desinatari che allo stesso tempo sono meno tolleranti ai suoni casuali non controllabili):
Spero che i miei lettori non mi prendano per un fan della balalaika. Il fatto è che mi sorprendo tantissimo ogni volta che sento qualcuno suonare bene questo strumento primitivo (ricordiamo il primo post della serie).
Oggi sentiamo due brani di un musicista non famoso: Serghei Malenkin.
Il primo:
Il secondo: