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L’archivio del gennaio 2019
Avrei potuto chiedere, con tanto umorismo, se questa sarebbe una «pubblicità f…a».
Ma mi tratengo e chiedo ai miei lettori maschi maggiorenni di vedere il video di oggi in solitudine. Perché? Perché si tratta di una pubblicità geniale nella sua perversità.
Devo raccontarvi chi era Elvis Presley? Non penso.
Dato che quattro giorni fa, l’8 gennaio, avrebbe compiuto 84 anni, lo ricorderei nella mia rubrica musicale con due brani – entrambi dall’album «His Hand In Mine» del 1960. Nonostante fosse morto oltre quarant’anni fa, penso che molte sue canzoni siano ancora ascoltabili.
La prima canzone è «His Hand In Mine».
E la seconda è «I’m Gonna Walk Dem Golden Stairs».
Nel 1902 Moses Bruine Cotsworth, il contabile della britannica North Eastern Railway Company, presentò il Calendario Internazionale Fisso elaborato da egli stesso. Relativamente al calendario tradizionale, Cotsworth fu insoddisfatto della quantità diversa dei giorni e delle settimane nei mesi e del fatto che i giorni della settimana cambiassero di continuo la data. Inventò quindi un calendario di 13 mesi composto ognuno da 28 giorni (13 × 28 = 364). Ogni mese ebbe quattro settimane e ogni data corrispose a un giorno della settimana preciso: il primo giorno del mese fu sempre di domenica e il 13 sempre di venerdì (una scelta interessantissima, probabilmente Cotsworth non amava la superstizione).
Il 13-esimo mese dell’anno fu chiamato Sol in onore del solstizio d’estate e inserito tra il giugno e il luglio: proprio quando avviene il solstizio. Per portare la quantità dei giorni fino ai 365, Cotsworth aggiunse il Giorno dell’Anno dopo il 28 dicembre. Il Giorno dell’Anno dovette essere un giorno festivo globale, non appartenente ad alcun mese e alcuna settimana. Il giorno aggiuntivo dell’anno bisestile fu messo alla fine del Sol.
Il Calendario Internazionale Fisso piacque molto al fondatore della Kodak George Eastman. Quest’ultimo adottò quindi il calendario di Cotsworth nella propria azienda ai fini finanziari e produttivi. La Kodak utilizzò il Calendario Internazionale Fisso dal 1928 al 1989.
Purtroppo, nella maggioranza dei Paesi europei le colonnine per la ricarica delle auto elettriche sono ancora troppo poche. In Italia, addirittura, ogni tanto vedo aprire delle nuove stazioni di sevizio con i soli diesel e benzina, quindi degli esercizi che saranno per forza costretti a chiudere per l’inutilità entro 10–15 anni.
Allo stesso tempo, il problema della autonomia delle batterie delle auto elettriche è un problema ormai quotidiano. Ogni proprietario si organizza come può. Qualcuno, per esempio, si porta dietro un generatore a benzina per i casi di emergenza:
Purtroppo bisogna ricordarsi di avere sempre anche una scorta di benzina, prepararsi al tempo di carica di alcune ore (passeggiare all’aria aperta fa bene) e al risultato scarso (con un generatore così piccolo si guadagneranno poche decine di chilometri di autonomia).
P.S.: la fonte della foto.
Nel 2016 la SanDisk aveva dichiarato di avere finalmente costruito un prototipo funzionante della scheda di memoria SD da 1 TB. Per quanto riguarda la produzione in serie, però, è stata superata.
Oggi la Lexar ha presentato alla CES di Las Vegas la prima scheda di memoria SD da 1 Tb al mondo. Ed è una notizia temporaneamente bellissima: si potrà finalmente andare in vacanza per un paio di settimane senza portarsi dietro una scorta di schede o dischi esterni. Ma solo fino al momento in cui si forma l’abitudine di produrre decine di ore di filmati in FullHD.
Chi sarà più veloce: il progresso tecnologico o la comprensione globale del fatto che nessuno (nemmeno gli autori) si guarda i video delle vacanze, feste etc?
«The New Yorker» ha dedicato un articolo abbastanza dettagliato al «Spider-Man» francese Vjeran Tomic. Quest’ultimo, nel 2010, aveva rubato dal museo d’arte moderna di Parigi dei quadri per decine di milioni di euro (opere di Picasso, Matisse, Modigliani, Léger, Braque).
Ecco, l’unica cosa che continuo a non capire è il senso economico delle rapine del genere. Non mi è chiara la convenienza del rubare anche una sola opera d’arte famosa.
Avrei capito colui che ruba «per sport», per provare qualcosa di forte. Ma una volta compiuta l’impresa, potrebbe anche restituire in qualche modo i beni presi.
Avrei potuto capire colui che ruba per chiedere un riscatto: si tratta delle opere uniche, il cui valore potrebbe giustificare un rischio in più.
Avrei potuto capire colui che ruba perché è un collezionista folle: senza soldi, disposto a tutto per far aumentare la propria collezione e conscio di non poterla mai mostrare al mondo.
Ma non riesco a capire come e a chi possa essere mai venduta una opera comunemente riconosciuta come rubata. I potenziali acquirenti «normali» dei quadri del genere solitamente non sono molto disposti a diventare dei complici di un criminale. E nemmeno comprano una opera famosa per nasconderla per eternità.
La contraffazione, da questo punto di vista, è molto più sensata.
Buon Natale a tutti coloro che lo festeggiano oggi. Speriamo che Egli vi porti tanta fortuna e tanta forza!
Alcune buone notizie da tutto il mondo che sono avvenute in giro per il mondo nel corso dell’anno passato:
La Germania ha annunciato un piano ambizioso per il riciclaggio dei rifiuti. Nel corso dei prossimi quattro anni si prevede di riciclare il 63% di tutti i rifiuti prodotti sul territorio, rispetto al 36% di oggi.
Dal 2010, il tasso di diffusione dell’AIDS è diminuito del 16% tra gli adulti e del 35% tra i bambini. La maggior parte dei Paesi sta per sradicare la malattia entro il 2030.
La Tunisia è stata la prima nazione araba ad adottare la legge sull’uguaglianza delle donne e degli uomini nei diritti di successione abolendo le leggi della Sharia in tale settore.
Jean Paul Gaultier ha rinunciato all’uso nelle sue collezioni di pellicce naturali, unendosi a Gucci, Versace, Armani e quasi tutte le grandi case di moda (non sono un animalista, penso solo che il pelo naturale sia un materiale tecnologicamente superato e quindi obsoleto).
Il tasso di suicidi del mondo è diminuito del 38% dal 1994, con conseguente salvataggio di quattro milioni di vite. Questo è quattro volte il numero delle vittime di guerre nello stesso periodo.
La Repubblica del Congo ha creato un quinto parco nazionale per la protezione dei gorilla, scimpanzé, elefanti e altri animali selvatici in via di estinzione.
Gli Stati Uniti chiudono 22 centrali elettriche a carbone in 14 Stati con una capacità totale di 15,4 GW.
Negli ultimi due decenni, le mutilazioni religiose dei genitali femminili sono diminuite dal 57,7% al 14,1% nel Nord Africa, dal 73,6% al 25,4% nell’Africa occidentale e dal 71,4% all’8% nell’Africa orientale.
Il Nepal è diventato il 54° Stato al mondo e il primo Stato in Asia Meridionale ad adottare una legge che vieta le punizioni corporali per i bambini.
Il Parlamento portoghese ha approvato una legge che vieta l’uso di animali selvatici nei circhi entro il 2024 (l’addestramento degli animali nei circhi è molto crudele).
La Malesia ha abolito la pena di morte per tutti i reati.
Per la prima volta nella storia, più della metà deli abitanti del pianeta sono i rappresentanti della classe media.
Il consumo di alcol tra gli adolescenti è diminuito in tutta l’Europa.
La Danimarca ha adottato una legge sul divieto delle auto a benzina e diesel entro il 2030, e di quelle ibride entro il 2035.
271 milioni di persone in India sono uscite dalla povertà negli ultimi dieci anni, e il tasso di povertà nel Paese è stato ridotto di quasi due volte.
Il tasso di criminalità tra i giovani in California è sceso così drasticamente che molte prigioni statali, costruite negli anni ’90 in attesa della ondata di criminalità, restano vuote.
Negli ultimi tre decenni, 200.000.000 alberi sono stati piantati in Niger
Nonostante l’accoglienza di centinaia di migliaia di rifugiati, il numero di crimini in Germania è diminuito del 10% nel 2017, scendendo al livello più basso degli ultimi 30 anni.
Dopo i risultati giudicati positivi di un test durato per cinque anni nella capitale, l’Estonia sarà il primo Stato al mondo a rendere il trasporto pubblico gratuito per tutti.
L’India ha portato l’elettricità in ogni villaggio del Paese.
Nel 1990, il 70% dei residenti urbani dell’Africa e il 50% di quelli in Asia e America Latina vivevano nelle baraccopoli. Entro il 2014, questi indicatori sono scesi rispettivamente al 56%, al 35% e al 25%.
Ci sono più di 100 città nel mondo che ricevono almeno il 70% di energia elettrica da fonti rinnovabili.
In Russia, il consumo di tabacco e alcol è diminuito del 20% negli ultimi dieci anni (ma comunque la frase «fuma come un russo» resta ancora più precisa di «fuma come un turco»).
Dopo la legalizzazione della marijuana medica negli Stati Uniti, nelle zone di confine con il Messico il numero delle rapine è diminuito del 19%, quello degli omicidi del 10% e quello omicidi legati alla droga del 41%.
Nel Regno Unito, le sole centrali eoliche producono il doppio dell’energia rispetto di quelle al carbone (e ora sarebbe il momento di rendere quelle eoliche almeno un po’ meno brutte).
Come da tradizione, il primo video domenicale dell’anno è quello del messaggio del presidente russo Vladimir Putin per l’anno nuovo. Non perché voglio sembrare un fan di questo funzionario (non lo sono!), ma perché il contenuto di un discorso del genere è un importantissimo elemento di analisi politica.
Come negli anni precedenti (si veda, per esempio, il messaggio dell’anno scorso), si tratta del messaggio privo di alcun contenuto concreto. Nemmeno una parola sulla complessità dei problemi – ma nemmeno sui pochi momenti positivi – che lo Stato ha dovuto affrontare nell’anno passato e dovrà continuare ad affrontare nel 2019 sotto la sua guida.
In mezzo alle formule generiche che si possono osservare nella maggioranza dei suoi discorsi pubblici, questa volta ha però preferito inserire un concetto spesso già trasmesso ma che fino ad ora ha sempre lascito fuori dal discorso per l’anno nuovo. Intendo il concetto della solitudine a livello internazionale. Seppure il crescente isolamento della Russia sia la diretta conseguenza della politica internazionale russa/putiniana (soprattutto a partire dal 2014 si sta facendo il possibile per meritarsi lo status del «rogue State»), cerca di convincere la popolazione della ostilità ingiustificata del mondo esterno. Non è vero che «non siamo mai stati aiutati». Io stesso mi ricordo la difficile situazione alimentare dei primi anni ’90, quando gli aiuti umanitari europei e statunitensi erano stati di enorme aiuto. (Prima o poi scriverò di un esempio, della carne in scatola distribuita a scuola un giorno del gennaio freddo: portare fino alla casa i 10 kg miei e allo stesso tempo aiutare a farlo a una compagna del classe residente nel palazzo vicino al mio era stata una missione di sopravvivenza in tutti i sensi). Dai racconti degli anziani so degli aiuti statunitensi degli anni ’40: nel corso della Seconda guerra e immediatamente dopo. Dai libri di storia so degli aiuti fondamentali sempre americani durante la carestia dei primi anni ’20. Questi sono solo gli esempi più grandi degli aiuti ricevuti dalla popolazione russa nei momenti della impotenza dello Stato.
Di conseguenza, nel mio messaggio per il felice 2019 avrei solo una cosa da augurare a Vladimir Putin: la pensione.