Vi è mai capitato di salire sulla scala per cambiare una lampadina fulminata/bruciata e accorgervi di avere dimenticato giù quella nuova? Penso che capiti pure a questo tipo che cambia le lampadine per lavoro:
L’archivio del 2018 год
È da un po’ che manca la musica classica nella mia rubrica musicale. Oggi recuperiamo con qualcosa di bello, per esempio la suite tratta dalla musica del balletto «L’uccello di fuoco» di Igor Stravinskij.
L’Onesoil è un curioso progetto belorusso.
Consiste in una mappa molto dettagliata dei campi agricoli europei e statunitensi degli ultimi tre anni. Possiamo osservare cosa, dove e su quali superfici viene seminato, come evolve l’agricoltura occidentale.
Anche se non vi importasse alcunché della agricoltura, potreste trovare le mappe belle almeno dal punto di vista estetico (quando ingrandite, aspettate qualche frazione di secondo il caricamento dei nuovi dettagli).
Ripeto l’indirizzo del progetto: https://map.onesoil.ai/
Ho finalmente pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Chiasso all’inizio di agosto.
Uno dei passatempo più inutili al mondo consiste nel commentare le notizie: esse diventano obsolete in poche ore. Un passatempo ancora più inutile consiste nel commentare le notizie scritte al futuro. Le fantasie, le promesse e le migliori intenzioni rese pubbliche esistono per non essere realizzate (oppure essere realizzate non come e non quando si pensava inizialmente).
Un bel esempio di una notizia scritta al futuro è quella riguardante il secondo tentativo di costruire una copia del famoso «Titanic». Il commento più esteso che meriterebbe tale notizia è una curiosa coincidenza: per la seconda volta consecutiva l’investitore del progetto diffonde le voci sulla costruzione della nave proprio nel momento in cui decide di entrare attivamente in politica interna australiana. Naturalmente, a questo punto potremmo anche dimenticarcene.
Ma lasciamo pure un messaggio alle generazioni future. A quelle generazioni che saranno più ricche, più tecnologicamente avanzate e più ingenue. La persona realmente intenzionata a ricostruire il «Titanic» non deve limitarsi a fare una ennesima nave da crociera. Per recuperare presto gli investimenti e iniziare a guadagnare, dovrà fare qualcosa di insolitamente interattivo. Non propongo di creare una nave con un lungo foro apribile nella prua (potrebbe essere pericoloso). Propongo di fare semplicemente un incrocio tra una nave e un sommergibile. E poi fare le simulazioni del naufragio a ogni viaggio transatlantico. Altrimenti sarebbe solo uno spreco clamoroso del nome.
Nel nuovo paragrafo di Inerario (§ 13) illustro come può essere realizzato il reindirizzamento verso una nuova – cambiata – collocazione dei file (pdf, mp3, jpg etc) sul server. Il metodo è particolarmente utile qualora la quantità dei file spostati fosse alta.
http://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo13/
È un oggetto interessante, ma anche un po’ spavetoso:
Aspetto che inventino il cibo che si mangia da solo.
Il tastierista statunitense Tony Carey fece parte – secondo il mio parere da consumatore – di una delle formazioni migliori degli Rainbow. Il leader del gruppo (un certo Ritchie Blackmore che molto probabilmente conoscete) ebbe però la mania di cambiare la formazione del gruppo con una frequenza piuttosto alta. Il protagonista del post di oggi resistette nel gruppo per oltre 20 mesi (un risultato superiore a circa la metà degli altri ex componenti del gruppo), ma alla fine venne cacciato anche egli. Anziché consolarsi con le statistiche del gruppo e, ovviamente, con le proprie capacità musicali, fece però la strana scelta di accettare la proposta di andare a lavorare in Germania. Direi che con tale mossa in termini di popolarità si è sparato a una gamba. In effetti, gli epicentri della gloria rock si trovano, per ovvi motivi, negli Stati di lingua inglese.
Pur acquistando un certo livello di popolarità in Germania, Tony Carey mi sembra quasi dimenticato dalle altre parti del mondo. Secondo me non è giusto. Di conseguenza, approfittando del suo recente compleanno (il 16 ottobre ha compiuto 65 anni) vi ricordo di egli con due sue canzoni.
La prima e «Room with a View» (scritta per il telefilm tedesco «Wilder Western Inclusive» del 1988)
Mentre la seconda è «A Fine Fine Day» (dall’album «Some Tough City» del 1984).
Ora mi è tutto chiaro…
Nel medioevo esisteva una unità di misura del tempo chiamata «momento». Era pari a 90 secondi, cioè 1/40 dell’ora solare.
Ed io conosco delle persone che usano tutt’ora questa unità nella vita quotidiana.
Ho l’impressione che la maggioranza dei produttori del software non capisca una cosa banalissima: gli utenti aprono i loro prodotti a) per usarli, b) per usarli ora e non tra minuti o ore.
Quando apro un programma e vedo che esso mi saluta con la comunicazione della disponibilità di un aggiornamento, io chiudo la comunicazione e mi metto a utilizzare il programma. E chissà quando mi ricordo dell’aggiornamento da installare manualmente.
Quando apro un programma aggiornato e vedo che esso mi saluta con la proposta di fare un tour della nuova versione, io chiudo la proposta e mi metto a utilizzare il programma. E l’opzione del tour non si trova più.
O sono l’unico a non voler sprecare la concentrazione?