Una chiavetta USB di legno è una chiavetta ecologica?
P.S.: no, io sono il cliente di un’altra banca.
L’archivio del Dicembre 2018
Tre giorni fa, il 18 dicembre, c’è stato un anniversario che il nostro mondo avrebbe felicemente evitato: 140 anni dalla nascita di Iosif Stalin. E io avrei felicemente evitato l’argomento se esso non fosse caratterizzato da un dettaglio curioso.
Come molto probabilmente sanno i miei lettori, non si ha una certezza assoluta sulla effettiva data di morte di Stalin. Allo stesso tempo, non tutti potrebbero sapere che pure sulla data di nascita ci sono stati alcuni dubbi. Infatti, per lunghi decenni la storiografia sovietica e gli organi politici sostennero che Iosif Stalin fosse nato il 21 dicembre 1879.
Allo stesso tempo, sul registro della chiesa dove fu battezzato Stalin, la data è indicata correttamente. Proprio su quella registrazione si basano le informazioni sulla nascita di Stalin contenute nei verbali di arresto e nei testi delle condanne penali del periodo zarista. Sempre corretta è la data di nascita sull’unico documento indubbiamente compilato da Stalin stesso (un questionario compilato su richiesta del giornale social-democratico svedese Folkets Dagblad Politiken). Di conseguenza, è evidente che Stalin non ebbe mai l’intenzione di nascondere la propria data di nascita reale.
Come si spiega dunque la data sbagliata? La spiegazione più plausibile è anche quella più semplice: un errore di battitura mai corretto. Gli storici e gli archivisti, infatti, si sono da tempo accorti che la data di nascita sbagliata di Stalin compare per la prima volta nei documenti del VI Congresso del Partito social-democratico operaio dei bolshevichi (in sostanza il futuro Partito comunista sovietico). Quel Congresso si tenne dall’8 al 16 agosto del 1917. È facile dunque che in quel momento storico e in quelle circostanze vi furono poche persone particolarmente brave nell’uso delle macchine da scrivere. L’anno 1878 è dunque diventato 1879 e il 6 dicembre è diventato il 9 (entrambi i giorni indicati ancora secondo il calendario giuliano, utilizzato in Russia fino al 1918).
Chi ripeteva l’errore nei propri testi, non aveva dei motivi di mettere in dubbio la data indicata dalla propria fonte di riferimento, mentre Stalin non leggeva di certo tutte le note biografiche riguardanti la sua persona (o, almeno, prestava l’attenzione ad altri dettagli).
Quale è stato l’obbiettivo di questo mio post? Liberare i miei lettori dai possibili dubbi nel caso della lettura di due date diverse sia nel giorno che nell’anno.
L’unica data corretta è il 18 dicembre 1878.
Questa volta sono stato relativamente veloce. Ho già pubblicato il rapporto fotografico sulla mia visita a Morbegno del 7 dicembre.
Le sfere per l’albero di Natale alcoliche sono belle ma troppo piccole. Per le persone che fanno l’attenzione alla quantità e, eventualmente, anche alla frequenza, esiste un bellissimo calendario dell’avvento tedesco. Esso è composto da 24 bottiglie di vino europeo di qualità. Secondo l’idea originale bisognerebbe bere solo una bottiglia al giorno per completare il tutto giusto per il Natale. Ma oggi è già il 19 dicembre, quindi bisogna anche recuperare svuotando pure le bottiglie dei diciotto giorni precedenti.
Per tutti coloro che non avessero 249 euro da spendere in un colpo solo esiste una alternativa spagnola da 49,90 euro. Sono sempre 24 bottiglie, ma molto piccole: da 0,187 a 0,25 litri.
In ogni caso restano dei dubbi su cosa bisognerebbe bere dopo avere completato il calendario.
La società californiana SplashData da anni ci fornisce la classifica delle password peggiori del mondo. Si tratta di quelle combinazioni di caratteri troppo banali o facili che possono essere indovinate semplicemente per tentativi. In moltissimi casi i furti dei dati personali, soldi, accounts e tanto altro avvengono proprio grazie all’utilizzo di queste password, ma gli scemi di tutto il mondo sono uniti nel non cambiarle con qualcosa di più sicuro. Le password inefficienti da sempre popolarissime sono, per esempio, queste:
– admin
– password
– 123456
– qwerty
– iloveyou
Ma ogni anno ci sono anche delle new-entry. Così, per esempio, nel 2018 sono entrate nella Top25 delle password stupide più usate:
– donald
– password1
– 666666
– qwerty123
– princess
Almeno tre di queste sono delle novità finte (facilmente immaginabili), mentre la prima è una vera sorpresa. Perché mai è stata «inventata» da così tanta gente proprio in questo periodo storico?
A questo punto ritengo utile precisare che una password realmente originale è impossibile da indovinare «a mente», semplicemente provando a schiacciare i tasti della tastiera a caso. Si tratterebbe di scegliere la variante giusta in un insieme infinito delle possibilità. Di conseguenza, non è detto che una buona password debba necessariamente essere lunga e/o contenente numeri e lettere maiuscole. Indovinare le password «ozzac» e «eFjkC7o» è ugualmente difficile.
L’importante è non mettere una password stupida come una di quelle della lista delle peggiori.
Durante le lunghe festività natalizie dedicate pure un po’ di tempo al controllo delle vostre password.
Mi è sempre piaciuta la tradizione italiana di indicare sulle targhe le professioni delle persone realmente vissute alle quali vengono dedicate le vie e le piazze (e ne avevo già scritto). È un modo ancor più esteso di coltivare la memoria.
Un buon esempio – prima di continuare il discorso più serio – potrebbe essere la via dedicata a Rita Levi-Montalcini trovata dal sottoscritto a Morbegno (il fotoracconto sarà pubblicato a giorni).
Complimenti alla Prefettura competente per avere ritenuto opportuno di non aspettare 10 anni dalla morte e per avere dunque usufruito della deroga prevista dalla legge per i casi delle persone particolarmente distinte.
Purtroppo, però, bisogna constatare che moltissime targhe con i nomi delle vie riportano delle diciture che confondono le persone anziché informarle. Faccio tre esempi che ho accumulato sul computer negli ultimi tempi: Continuare la lettura di questo post »
Il nuovo paragrafo di Inerario (§ 15) spiega come va fatto un buon file robots.txt per i siti costruiti su WordPress.
http://www.eugigufo.net/it/inerario/paragrafo15/
Gli esperti della marca dicono che l’autopilota delle Tesla richiede comunque un controllo costante della situazione da parte dell’autista. Ogni 15–30 secondi, al segnale emesso dall’autopilota, l’autista deve fare un leggero movimento con il volante: nel caso contrario l’autopilota accende le quattro frecce e rallenta la macchina fino a fermarla del tutto.
Alcuni proprietari, però, hanno capito che è possibile ingannare tale particolarità dell’autopilota semplicemente sbilanciando il volante con qualche oggetto:
L’intelligenza naturale rimane sempre più avanti di quella artificiale!
Il post musicale di oggi è dedicato a Aleksandr Borodin, un fenomeno raro della musica classica. Borodin fu un medico e chimico che non ricevette mai una istruzione musicale seria. Anzi, essendo il figlio illegittimo di un nobile dovette fare dei «miracoli» burocratici anche per accedere agli studi superiori e universitari. Ma seppe comunque coltivare, sviluppare e mettere in pratica le proprie doti musicali.
Nonostante una quantità delle opere musicali relativamente bassa (dovette dedicarsi anche al primo lavoro: l’insegnamento e la ricerca), oggi Borodin è noto come uno dei più grandi compositori russi e non come uno scienziato. Io ho deciso di pubblicare due esempi brevi della musica che ci ha lasciato.
Il primo esempio è l’ouverture della opera lirica «Il principe Igor»:
Il secondo esempio è il quadro sinfonico «Asia Centrale» del 1880:
La distilleria britannica The Lakes Distillery ha trovato il modo di rendere l’albero di Natale ancora più utile del «normale». Infatti, normalmente quell’albero ha una utilità pratica solo una mattina dell’anno, mentre la soluzione proposta dagli inglesi lo rende utile tutte le sere (ma volendo anche tutte le mattine).
In sostanza, hanno prodotto le sfere per l’albero di Natale riempite con degli alcolici: è possibile scegliere tra il whisky, la vodka e il gin (gli ultimi due presenti in tre varianti).
Il set di 6 sfere da 50 ml (un po’ pochi secondo me) costa 41 euro.
Ora anche tanti genitori sono d’accordo di tenere l’albero di Natale per molto tempo e con più sfere possibile, vero?