L’archivio del settembre 2018

Il ritorno dei libri lunghi

Nel nostro mondo esistono molte cose delle si potrebbe (e si dovrebbe) parlare e scrivere senza un motivo formale: solo perché esistono. Tra queste cose vi è anche la cultura; se andiamo più nello specifico, vi è anche la letteratura.
Ma, per fortuna o purtroppo, sono alcune date importanti a ricordarmi di scrivere di alcuni argomenti. Ieri, per esempio, Lev Tolstoj avrebbe compiuto 190 anni. Ed io approfitto di tale data per consigliarvi — senza fare alcuna sorpresa — il suo romanzo già più noto in Europa: «Guerra e pace». Anticipando la possibile reazione (anche quella espressa mentalmente) dei miei lettori, aggiungo anche una mia considerazione che finalmente — dopo anni di tentativi — sono riuscito a formulare in un modo relativamente comprensibile.
Sul nostro pianeta sono sempre esistite moltissime persone incapaci di comprendere un testo scritto più lungo del contenuto di un «balloon». Quelle persone, nel migliore dei casi, non hanno mai letto un libro dai tempi degli studi scolatici. Tale triste fatto non significa, però, che quelle persone siano rimaste totalmente fuori dalla vita culturale: in varie epoche hanno avuto l’accesso ai combattimenti dei gladiatori, alle rappresentazioni degli artisti di strada, cabaret, cinema etc. Oggi hanno l’accesso alla televisione e al suo sostituto online (cioè il segmento dal punto di vista educativo meno sensato dell’internet). Grazie alla accessibilità pressoché totale della televisione e dell’internet, verso questi ultimi sono definitivamente migrate anche tutte (o quasi tutte) quelle persone che fino a pochi anni fa cercavano nella letteratura esclusivamente il divertimento.
Di conseguenza, la letteratura ritrova, dopo svariati secoli, la possibilità di tornare a orientarsi ai lettori di qualità. Ai lettori capaci di comprendere un testo lungo e non leggero. Volendo, potete chiedere la conferma a un qualsiasi scrittore contemporaneo: al giorno d’oggi è molto più facile pubblicare un romanzo che, per esempio, una raccolta di racconti. Gli editori si stanno adeguando al nuovo contesto!
Mi adeguo pure io. E vi consiglio ancora il romanzo «Guerra e Pace» di Lev Tolstoj. Lo faccio perché spero che i mei lettori appartengano, alla categoria dei lettori. Secondo l’idea iniziale dell’autore, «Guerra e Pace» doveva essere la parte introduttiva di un ciclo di romanzi, una introduzione utile alla comprensione dei motivi che spinsero i cosiddetti decabristi alla loro azione politica. Purtroppo, però, con l’avanzare dell’età Lev Tolstoj rimase affetto dal morbo della religiosità, lasciando dunque da parte la realizzazione della sua idea grandiosa. Ma noi, per fortuna, ne possiamo apprezzare almeno la parte iniziale.
In conclusione, vi invito a controllare bene l’edizione del romanzo che eventualmente andrete a comprare in libreria. Il romanzo, infatti, contiene delle considerevoli parti del testo in francese (come per tutti gli altri intellettuali russi dell’epoca, anche per Lev Tolstoj la lingua francese era naturale quanto quella russa), dunque accertatevi che siano presenti le note con le traduzioni. Tale avvertimento, ovviamente, non vale per le persone che leggono tranquillamente in francese: più si è vicini all’originale, meglio è.


I gadget di una volta

Si potrebbe scegliere un gadget a caso tra quelli che abbiamo in casa, trovare la relativa pubblicità, salvarla da qualche parte e provare a rivederla tra qualche decennio. Chissà se la reazione sarà la stessa che si prova durante la visione di questa pubblicità:


La musica del sabato

Eduard Khil, uno cantante sovietico/russo particolarmente popolare negli anni ’60 e ’70 del secolo scorso, una sera di gennaio del 2010 stava sbucciando le patate nella cucina del suo appartamento a San Pietroburgo. Improvvisamente in cucina era entrato di corsa il suo nipote:
«Nonno! Lo sai che sei diventato famoso su internet?»
«E come ho fatto a diventarlo?»
«Tutti stanno impazzendo per una tua vecchia canzone. Quella senza le parole».
Khil si era sforzato tanto per ricordarsi di cosa si trattasse e poi, guardando il video (ormai famosissimo), si era messo a ridere. In sostanza, era solo un vocalizzo (cioè un esercizio vocale durante il quale si canta senza parole) ripreso per scherzo nel 1976. Il nome ufficiale del vocalizzo è «Sono molto felice perché, finalmente, sto tornando a casa».

Il 4 settembre Eduard Khil avrebbe compiuto 84 anni (è morto il 4 giugno del 2012) e per ricordarlo metterei nella mia rubrica musicale una delle sue canzoni più note, «L’inverno» del 1971.


Smistando le foto

Posso constatare che questa estate non è andata sprecata…

Avrei voluto commentare la foto con dei nomi propri, ma ho in mente ben più di quattro candidati.


La prima auto

All’inizio di agosto, vagando per le vie di Parma ho incontrato una automobile bella e rara. Talmente rara che non l’ho mai vista dal vivo fino a quel giorno.

Sì, è una Fiat 1107 «Nuova Campagnola», prodotta dal 1974 al 1987.

Sembra essere conservata con cura nel suo stato originale.

Anche se alcuni dettagli sono stati evidentemente aggiunti in tempi successivi alla produzione per far corrispondere il veicolo Continuare la lettura di questo post »


La saggezza della settimana

Uno dei modi migliori di sprecare tempo è salutarsi nelle conversazioni via e-mail e vari messenger. Ha senso di farlo solo nel momento del primo contatto. Questo primo saluto da il via a una conversazione ininterrotta (secondo i criteri/ritmi della vita online) che può durare anche decenni (se siete entrambi fortunati).
Ma, visto che pure i decenni della vostra unica vita sono limitati, potete evitare di sprecare il tempo per i rituali privi di senso.


La storia è ciclica

Tutti (o quasi) conoscono lo stemma russo, quello con una aquila a due teste che tiene nelle zampe uno scettro e un globo crucigero (alla fine di novembre avevo scritto della sua storia).

Ora che tutti si sono ricordati dello stemma, passiamo al vero argomento di questo post. Non tutti (o quasi) sanno che in Russia l’anno scolastico inizia l’1 settembre. Tale data fu stabilita per legge come l’unica per tutto lo Stato solo nel 1935, ma di fatto si affermò in molte zone della Russia attuale nel corso dei duecento anni precedenti.
Inoltre, non tutti sanno che il «diario» di ogni scolaro russo è un documento, per di più importantissimo: serve non solo per scriverci gli orari delle lezioni o i compiti da fare (in teoria) a casa. Il «diario» svolge pure la funzione del libretto per la trascrizione dei voti presi tutti i giorni dall’alunno e per le comunicazioni scritte tra gli insegnanti ed i genitori. Di conseguenza, il «diario» è un oggetto standardizzato, uguale per tutti gli alunni non solo della scuola, ma pure della città o addirittura regione.
Ebbene, quest’anno a Surgut agli alunni del primo anno di scuola è stato fornito il diario con uno stemma della Russia un po’ particolare:

Vediamolo in un formato più grande:

Ora i dipendenti del Municipio dicono che si sarebbe trattato di un errore del designer… Ma secondo me è troppo difficile creare «per errore» una cosa del genere. Direi che l’autore della immagine ha un ottimo senso di humor.


La prima causa dei guasti

A volte capita che arriva qualcuno (ma è molto meglio quando arriva qualcuna) e dice: «Eugi aiutami, il mio pc è lento, si spegne da solo e fa un rumore brutto!»
Dopo quelle parole, di solito, il loro autore (o autrice) si aspetta di vedermi battere all’impazzata i tasti della tastiera per far comparire dei codici lunghissimi su uno schermo verde e, dopo circa trenta secondi di lavoro, pronunciare qualcosa come «Problema risolto grazie alla metodologia segreta della NASA». [Andrebbe aggiunta una risata diabolica e lo sguardo da figo che non sarei però capace di visualizzare con dei simboli alfanumerici.]
La realtà, invece, è molto prosaica. Spengo il computer «malato», prendo un cacciavite e lo apro. Nel 99% dei casi vedo qualcosa del genere:

E non si tratta solo della ventola, vediamo anche cosa c’è attorno:

E il dissipatore sotto la ventola:

E pensate che quello delle foto non è il caso più grave. Ho visto dei computer che sembravano un aspirapolvere mai svuotato. In sostanza, a causa della polvere il processore non si raffredda bene, si surriscalda e si spegne per sicurezza. E meno male che è ancora capace di farlo: potrebbe anche bruciarsi.
Purtroppo (e stranamente) la gente non immagina quanti guasti degli oggetti elettronici sono dovuti esclusivamente alla polvere o, più in generale, sporcizia. Perché sembra un motivo troppo semplice, troppo banale – ma proprio per questo è il più diffuso.
Chiudo il post di oggi con un piccolo consiglio tecnico. Se, per qualche motivo, non avete la voglia di pulire la ventola, potete anche cambiarla: costa poco (meno di dieci euro) ed è facile da staccare/installare.


L’autoironia

Non so se tutti tra i cantanti più famosi avrebbero avuto il coraggio di interpretare lo stesso ruolo di Elton John.


La musica del sabato

Negli anni ’80 del secolo scorso Chris Isaak fu definito «Elvis dei giorni nostri». Effettivamente, dopo l’ascolto di alcune sue canzoni tale analogia sembra quasi scontata, almeno se ci limitiamo all’aspetto stilistico. Ma io oggi vorrei ricordare due sue canzoni leggermente diverse.
La prima è «Wicked Game» (dall’album «Heart Shaped World» del 1989):

Mentre la seconda è «Only The Lonely» (dall’album «Baja Sessions» del 1996, in origine cantata da Roy Orbison):