Oggi faccio un altro tentativo di consigliare ai miei amatissimi lettori un film russo non troppo cupo o triste (il primo tentativo è stato fatto quasi un mese fa). Si tratta comunque di una impresa non facilissima: non perché mancano dei film russi allegri di qualità, ma perché nella maggioranza dei casi essi non sono tradotti in italiano. Inoltre, non so ancora quanto sia opportuno consigliarvi dei film russi tradotti in inglese.
Il film che sto per consigliarvi oggi, però, dovrebbe essere reperibile con una certa facilità anche in italiano. Ebbene, il film è «Città Zero» (1988, regista Karen Shakhnazarov).
Per evitare di fare dei spoiler, mi limito a comunicarvi che si tratta di un curioso «trapianto» della trama de «Il castello» di Kafka nella realtà quotidiana della tarda URSS. Quindi pur risultando, formalmente, un film mistico/di fantascienza, «Città Zero» descrive in modo quasi documentale i processi decisionali nello Stato sovietico. La sua fortunate realizzazione è stata possibile allo stato abbastanza avanzato della Perestroika e alla conseguente espansione del concetto della «critica costruttiva», ma anche alla autorevolezza del regista.
È un film fortemente consigliato!
L’archivio del 9 agosto 2018
09/08/2018 alle 13:31