Il 30 luglio è la Giornata Mondiale dell’Amicizia (istituita dall’ONU nel 2011). È una «festa» abbastanza stupida – come la maggior parte delle altre «Giornate» – ma noi possiamo comunque provare a trarne qualche utilità.
Questa volta, per esempio, sfruttiamo l’occasione per parlare della ben nota anche in Occidente parola tovarisch.
Infatti, è interessante notare che con la scomparsa dall’URSS sul suo ex territorio è scomparso pure l’uso del termine tovarisch in qualità del modo di rivolgersi alle persone. A volte, anche se raramente, si utilizza in plurale per indicare un gruppo legato da un rapporto di amicizia, ma non quando si parla di un insieme di persone di cui si fa parte. E non in presenza di quel gruppo.
Il fatto è che il termine tovarisch si associa nelle menti delle persone con il fottuto marcio passato sovietico. Quindi qualora ci fosse la necessità di rivolgersi a un gruppo di persone si dice ormai «Signore e signori».
Allo steso tempo, nessuna parola si è ancora affermata in qualità del modo di rivolgersi a una persona concreta. Signore? I signori sono stati sparati nel 1917, sembra un termine obsoleto.
Tizio? Coso? Non abbiamo voglia di prendere dei pugni in faccia.
Amico? Fratello? Sono delle familiarità in stile carcerario (almeno in Russia).
Uomo? Giovane? Vecchietto? Escludiamo.
Al posto di tutte queste parole c’era tovarisch. Ma non è più tra noi.
L’archivio del 30 luglio 2018
30/07/2018 alle 13:45