L’archivio del 10 maggio 2018

L’importanza delle facce nuove

Come avrete già letto, il lunedì 7 maggio il nuovo Presidente russo Vladimir Putin ha proposto al Parlamento, quasi subito dopo il proprio giuramento, la candidatura del nuovo Premier: un certo Dmitry Medvedev.
Il martedì 8 maggio il Parlamento ha approvato la candidatura con 374 voti favorevoli e 56 contrari. In questi giorni si sta dunque lavorando sulla composizione del futuro Governo (penso che il risultato di tale lavoro interessi ben poco alla maggioranza degli italiani).
Limitandoci anche ai soli nomi di Putin e Medvedev possiamo però constatare alcune cose rilevanti. Per chi ha delle conoscenze molto superficiali dell’argomento è molto facile ridere delle grandi «novità» che avvengono nella politica interna russa. È ancora più facile farlo conoscendo la «qualità» e l’"indipendenza" del precedente Governo guidato da Medvedev. Ma è importantissimo capire una cosa: nelle condizioni politiche attuali il Governo russo non è un organo che governa. Non è nemmeno un organo che esegue gli ordini di una persona determinata (indovinate il nome), perché quella persona è quasi totalmente disinteressata alla politica interna. Il Governo russo è un organo che trasmette le occasionali e non sistematiche Volontà Supreme verso il basso ed i dati (spesso elaborati in modo molto creativo) circa la realizzazione di quelle volontà verso l’alto. L’indice di efficienza del Governo russo è determinato dalla capacità di mettere sulla scrivania di una persona ben determinata le cartellette con dei dati belli (il che non presuppone affatto che siano dati reali).
La candidatura di Dmitry Medvedev non è dunque stata nuovamente scelta per le tradizionali qualità di un dirigente. Ma nemmeno perché il suo Governo precedente era stato bravo a presentare dei dati belli. La grande verità sta nel fatto che Dmitry Medvedev è stato nuovamente scelto in qualità del Vice-Presidente. In base alla costituzione russa, infatti, il Primo ministro russo diventa il facente funzioni del Presidente in tutte le situazioni qualora quest’ultimo sia impossibilitato a svolgerle.
Di conseguenza, abbiamo avuto un’altra grande prova del fatto che Dmitry Medvedev sia l’unica persona ad avere la piena (o forse addirittura infinita) fiducia di Vladimir Putin. Molto probabilmente questa fiducia si basa in parte sulla evidente tendenza di Putin a seguire il metodo induttivo («una cosa che ha funzionato ieri funzionerà anche domani»), ma in parte deve basarsi anche sulle qualità di Medvedev. E sono proprio le qualità di Medvedev che non mi sono ancora chiare. La fiducia di una persona attaccata al potere non si acquista una volta per sempre (per esempio custodendo la poltrona presidenziale per un mandato), va confermata tutti i giorni. E se Medvedev fosse un semplice lecca[qualsiasipartedelcorpo], sarebbe stato solo uno dei tanti. Non so ancora quali qualità politiche gli permettono di rimare l’unico.