L’archivio del ottobre 2017

Inerario, §6

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Autogioco

Questo è il camion russo Gaz Next:

E questa è una delle funzionalità del suo pannello di controllo:

Nel mondo esiste un altro camion con tale «opzione»?


Un po’ meno segreti

Ole-ole, nei giorni scorsi Donald Trump ha deciso di fare una promessa che sarebbe riuscito a mantenere in breve tempo…
Battute a parte, la notizia vera è realmente curiosa: poche ore fa negli Stati Uniti sono finalmente stati resi pubblici 2891 documenti sull’omicidio del Presidente John Kennedy. Non mi va di raccontare i primi riassunti fatti da altri, quindi mi limito a comunicarvi che i documenti in questione sono ora liberamente scaricabili.
I grafomani e i detective da divano hanno un sacco di nuove fonti di ispirazione!
Bisogna festeggiare.


Cervelli in fuga

The Soufan Group ci comunica che nel 2017 la Russia è diventata il principale fornitore della manodopera straniera dell’ISIS. Nell’ottobre 2017 la quantità dei cittadini russi che combattono per l’ISIS si stima in 3417 persone. Tutta l’area dell’ex è rappresentata tra le fila dell’ISIS da 8717 persone.
L’Italia, invece, è attualmente rappresentata da soli 57 combattenti.
Non so bene come è vista tale situazione dalla maggioranza degli italiani. Io, per esempio, non sarei assolutamente dispiaciuto per questa forma di fuga dei cervelli. Sarei al contrario preoccupato per la quantità superiore allo zero di questi «cervelli» che poi tornano indietro. In Russia sono tornate 400 persone, mentre in Italia 13. Immaginate quanto potrebbe essere emozionante incontrare per strada – non necessariamente di notte – uno di quei 13 che si erano riconosciuti negli ideali dell’ISIS.


Altri “Referendum”

Lo sapete già: in Veneto ha partecipato al «referendum» il 57,2% degli aventi diritto (98,1% per il sì), mentre in Lombardia il 38,25% (95,29% per il sì).
Dato che almeno in Lombardia l’evento è stato ben pubblicizzato (almeno nel senso commerciale del termine), penso di poter sottolineare una certa somiglianza del «referendum» con l’analogo gioco collettivo catalano. In sostanza, vi partecipano solo le persone favorevoli al «sì» ed i simpatizzanti dei promotori della consultazione stessa.
I contrati e gli indifferenti, invece, ignorano i giochi inutili come questo.

Per correttezza, dobbiamo sottolineare che una piccola utilità c’è stata, ma solo per la Lega: con i voti pubblici essa ha censito i propri simpatizzanti in due Regioni italiane. Auguri a tutti.


Inerario, §5

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Le foto animate

Ho una forte sensazione che tutta la gente che ora pubblica centinaia di foto inutili su Facebook tra un anno — o massimo due — avrà un nuovo gioco preferito.
Tale gioco è illustrato nel video seguente:


Le notizie della scienza

Il britannico Ryan Scoats si è dottorato alla Birmingham City University con una tesi dedicata al sesso a tre. Lo comunica Broadly.
Sapevo di aver sprecato in maniera ingloriosa gli anni migliori della mia vita!


Le fiamme della rivoluzione

Come forse vi ricordate, la notte tra l’8 e il 9 novembre 2015 l’artista azionista russo Petr Pavlensky aveva incendiato uno dei portoni della sede centrale del FSB (ex KGB). Dopo quella fantastica notte sono successe diverse cose nella sua vita. Da diversi mesi vive in Europa, nel maggio del 2017 ha ottenuto lo status del rifugiato politico in Francia. Ormai sento la necessità di dedicare un post serio a questo personaggio (biografia, il significato delle performance e altro), ma lo farò in un altro momento.
Oggi vi comunico di un’altra sua perfomance.
In poche parole, stanotte Petr Pavlensky ha incendiato uno degli edifici della Banca Centrale francese e, come due anni fa, si è fatto fotografare davanti alla propria opera. Le immagini sono della fotografa Capucine Henry.


L’attivista Sarah Constantin, anche essa presente sul luogo, ha comunicato che l’obiettivo della azione è stato quello di «far ripartire l’incendio rivoluzionario nel mondo».


La rivoluzione – così come potrebbe immaginarla nella propria testa Petr Pavlensky – mi interessa molto meno della sua assenza. Mi interessa tanto, invece, sapere la gravità del danno che ha provocato la sua azione di stanotte e le possibili conseguenze. Qualora queste ultime si limitassero ad alimentare il suo bisogno di apparire una vittima, potremmo semplicemente ignorare le sue future azioni. Se invece volesse dimostrare che in Europa un rifugiato politico può permettersi anche questo tipo di «arte», dovremmo essere molto attenti agli sviluppi dell’esperimento.


Inerario, §4

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