L’archivio del maggio 2017

Crowdfunding artigianale

Per una serie di motivi, alcuni dei quali ho elencato sulla pagina che si trova sotto questo link, ho deciso di sperimentare anche io il crowdfunding. Si tratta, almeno per ora, di un esperimento, i cui risultati dovrebbero arricchire le mie conoscenze pratiche dell’internet (ma spero non solo).

Quindi non spaventatevi del nuovo elemento colorato presente da oggi sulle pagine del mio sito: tutti i contenuti saranno sempre gratuiti. Ogni genere di pagamenti obbligatori resta contrario alla mia visione dell’internet.


Putin regge tutto

In Russia è sempre esistito, ma a partire dal 2014 è in una crescita particolarmente forte, il mercato del cosiddetto «abbigliamento patriottico». Si tratta sempre (o quasi sempre) degli esempi di trash dell’ottantesimo livello, ma io non ne ho mai scritto solo perché ogni singolo caso necessita dei commenti che preferirei evitare di fare.

Oggi mi limito a raccontarvi dell’abbigliamento dedicato alla figura di Vladimir Putin. Come forse sapete, esiste una infinità di magliette raffiguranti Putin in varie pose e con l’aggiunta di vari comenti testuali (citazioni, elogi etc.).

Molti – ma non tutti – modelli di queste magliette si possono acquistare anche in Occidente. Lo potete fare, per esempio, su eBay, AliExpress o, se conoscete il russo, su Yandex.Market.

Non è per ora acquistabili quattro nuovi modelli di magliette da donna disegnati dal «brand patriottico» (generosamente finanziato dallo Stato russo) di nome Set (network in russo). Però li possiamo già vedere sulle foto.

Il primo modello è quello con un foro da forma del profilo di Putin:

Gli altri tre sono ancora «meglio»:
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Primo maggio

Un giorno diventerò il Capo di uno Stato, ma non so ancora di quale (non escludo l’opzione di fondarne uno appositamente per me). So di certo, però, che una delle mie prime azioni sarà quella di imporre una importantissima modifica costituzionale. Addirittura, ho già preparato il testo:

La Repubblica X è fondata sul lavoro, quindi ognuno è libero di lavorare 24 ore su 24, 7 giorni su 7, senza ferie, festivi, ponti e mezzegiornate.

Quando la maggioranza dei miei sudditi comprenderà il vero senso della sopracitata legge costituzionale, lo Stato da me diretto diventerà l’economia più forte del mondo. Ma, considerando la quantità di scarafaggi colorati che abitano i cervelli degli occidentali, suppongo che mi tocca a diventare il Presidente della Cina o del Singapore: da quelle parti hanno già capito tutto.

In più, insisto sulla mia vecchia idea che il 1° maggio debba essere sempre una giornata lavorativa, anche quando cade di domenica. E, magari, pure con dei carichi lavorativi più pesanti del solito. Altrimenti che Festa del Lavoro è? Il 1° maggio festivo è un ossimoro, non una festa.

La sera del 1° maggio, poi, usciti stanchi morti dal lavoro, tutti i lavoratori propensi a manifestare in piazza per i propri diritti dovrebbero sostenere ad alta voce la mia proposta di legge esposta poco sopra. Perché il riposo obbligatorio non sarà mai tanto bello quanto quello fatto per scelta propria.

Buon 1° maggio a tutti.

P.S.: da New York arrivano le dieci regole che aiutano a lavorare meglio: