L’archivio del 2016 год

C’è del fumo sull’acqua

In questi giorni decorrono 45 anni dalla prima pubblicazione della mitica «Smoke on the Water» dei Deep Purple. Per celebrare tale evento, pubblico i video di alcune delle versioni più strane della canzone (quella classica la conoscete già bene).

1. 1989, l’epica collaborazione dei Deep Purple, Queen, Black Sabbath, Pink Floyd, Yes, Rush etc.:

2. 2010, altrettanto epica collaborazione dei Deep Purple, Led Zeppelin, Eric Clapton e la London Shymphony Orchestra:

3. 2010, Carlos Santana:

4. 2012, Blackmore’s Night:


Referendum sul futuro

Come molto probabilmente sapete, io non sono italiano. Io stesso so che non dovrei intrommettermi in certi «affari interni» italiani, ma, visto che passo in Italia una notevole quantità di tempo all’anno e un po’ me ne sono affezionato, il futuro di questo Paese non mi è del tutto indifferente.

Avevo dunque pensato di scrivere un lungo dettagliato testo sulla importantissima scelta che i cittadini italiani saranno invitati a fare questa domenica. Poi ho capito che le cose fondamentali sono già state scritte dalle persone molto più popolari e autorevoli di me. Quindi cercherò di essere sintetico.

Prima di tutto bisogna comprendere una cosa semplice. Al referendum del 4 dicembre NON vi si chiederà se siete di sinistra o se vi piace Renzi. Al referendum vi si chiederà, invece, se siete favorevoli alla modernizzazione dello Stato (opzione Sì) oppure volete continuare a vivere nel glorioso 1947 (opzione No). Conviene quindi trovare l’onesta intellettuale (o il coraggio) di riconoscere che si tratta del momento meno opportuno per ribadire le proprie preferenze politiche. Almeno una volta nella vita bisogna provare a ragionare sui contenuti.

Il progetto di riforma sottoposto al referendum si trova sotto questo link. Le istruzioni d’uso: cliccare per aprire la pagina, prendere in mano la Costituzione italiana e confrontare la redazione attuale degli articoli interessati con i nuovi testi proposti. I più pigri possono servirsi della tabella che si trova sotto quest’altro link.

Ma siccome la maggioranza delle persone esprime le opinioni (e, il fatto ancor più grave, il voto) senza fare lo sforzo di informarsi sull’argomento, vi faccio un piccolo riassunto.

La riforma non tocca…
– i poteri del premier,
– i poteri del Presidente della Repubblica,
– l’autonomia della Magistratura,
– l’indipendenza della Corte Costituzionale,
– l’autonomia della Magistratura,
– i Principi Fondamentali della Costituzione,
– la Prima Parte Parte della Costituzione.

La riforma, invece, apporta i seguenti cambiamenti (al Titolo V della Costituzione):

– il nuovo Senato verrà composto dai rappresentanti dei territori (quindi politici locali più vicini e meglio noti alla gente comune) e deciderà solo sulle questioni più importanti (si vedano i cambiamenti degli articoli 55, 57, 70, 71 e 73). A chi sembra una cattiva idea?;

– il Presidente della Repubblica nominerà i suoi cinque senatori per 7 anni e non più a vita (si veda il cambiamento dell’articolo 59). Se per voi si tratta di una perdita, provate a spiegare in cosa consiste;

– i parlamentari saranno obbligati a presentarsi regolarmente al lavoro (si veda il cambiamento dell’articolo 64). Chi si lamentava dei deputati fannulloni?;

– il Presidente della Repubblica sarà tenuto a promulgare le leggi approvate entro un mese (si veda il cambiamento degli articoli 73 e 143). Fa parte della burocrazia pagata con le tasse anche lui;

– saranno abrogate le Provincie (si veda il cambiamento del Titolo V). In sostanza va eliminata una forma di centralismo intermedio, il che può essere interpretato anche in un senso positivo;

– sarà abrogato il CNEL (si cancella l’articolo 99). Se la perdita di un organo che negli anni si trasformò in un gigante burocratico al fine di sé stesso vi preoccupa, provate a spiegare in modo logico la sua utilità (per esempio: vi ha aiutato a trovare un lavoro? Un lavoro che vi soddisfa in tutti i sensi?).

Vanno infine sottolineati il risparmio dei soldi pubblici (mi dispiace per quelli che vogliono tutto o niente) e l’elevazione a livello costituzionale di alcuni principi espressi nella legge 241/1990 (trasparenza della Pubblica Amministrazione).

Chi ha studiato bene la storia italiana o il diritto costituzionale, sa bene che l’obiettivo dei costituenti non fu quello di scrivere una legge della natura. Il loro obiettivo fu quello di creare uno strumento efficiente nella realtà politica e sociale del dopoguerra. Ma i tempi cambiano. Il mondo cambia. Lo Stato deve adeguarsi per non rimanere indietro. Per non diventare definitivamente un museo al cielo aperto, adatto solo per i turisti e pensionati.

Quindi con il post di oggi vi propongo di fare due cose:

1) partecipare al referendum (domenica 4 dicembre dalle 7:00 alle 23:00),

2) scegliere l’opzione «Sì».

Io, se fossi italiano, avrei fatto così.


Allegria

Se, mentre sei al volante di una Volvo, ti viene un infarto, il tipo con i cani resta vivo. Ci sentiamo più sicuri e sereni ora, no?

Se il messaggio della pubblicità doveva essere «la guida di una Volvo ricarica la tua voglia di vivere», lo sceneggiatore e il regista sono sicuramente riusciti a trasmettercelo. Bravi.


Uno in meno

Quando sento (o leggo) le persone parlare della politica estera, spesso giungo alla conclusione che «nessuno è dittatore fuori dalla patria». Succede un po’ perché la gente non conosce i fatti, un po’ perché non è costretta a subirli sulla propria pelle. Ciò vale anche per la valutazione popolare di Fidel Castro che è schiattato ieri.

Fidel Castro è stato un fenomeno unico: dopo essere stato proclamato il simbolo della rivoluzione, è stato capace di superare i successi di quasi tutti gli altri famosi leader politici del XX secolo. Ha superato Roosevelt, impoverendo i propri cittadini con più tenacia ed efficienza. Ha superato Hitler e Stalin messi insieme, mandando nelle carceri e nei lager il triplo (in termini di percentuali) degli avversari politici. Ha superato tutti (o quasi) i dittatori del mondo per la durata della permanenza al potere. Ha superato lo stesso Che, avendo compreso in tempo che non si resta al potere mantenendo la fedeltà agli ideali…

Solitamente, quando muore un personaggio del genere, si usa dire che «è finita una epoca». L’epoca di Fidel, però, è finita con la fine della guerra fredda: quasi trent’anni fa. Come tutti i regimi comunisti, anche quello cubano fu finanziato dall’URSS. Il suo vantaggio rispetto ad altri pretendenti si basò però su una posizione strategicamente importantissima nella competizione nucleare tra gli USA e l’URSS. La cessazione di ogni forma di competizione tra le due potenze (e la dissoluzione di una delle due) determinò la fine dei generosi finanziamenti. Proprio in quel momento — casualmente? — finì l’epoca fortunata di Fidel. L’ultimo colpo della fortuna è stato il notevole peggioramento della salute fisica e mentale di Fidel, il quale lasciò dunque felicemente le sorti della Isola in mano al fratello Raúl.

Il progressivo passaggio formale del potere portò alla possibilità di cercare un nuovo sponsor ricco. Raúl è stato politicamente bravo a ristabilire i rapporti amichevoli con gli USA: non solo bravo, ma pure costretto, vista l’indisponibilità di tutti gli altri a mantenere l’economia cubana. Si tratta, molto probabilmente, del più grande successo di Barack Obama nella politica estera, visto che Cuba è stato l’unico Stato (ri)entrato nella sfera di influenza americana per propria volontà. Triplo ahahaha: è successo proprio a uno Stato comunista.


Propaganda russa

Come forse avete già letto ieri, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione contro la propaganda russa in Europa.

Si tratta di una mossa di autotutela assolutamente ragionevole. Lo Stato russo spende centinaia di milioni di euro all’anno per finanziare delle istituzioni come il canale televisivo multilingua RussiaToday, la cui attività non può certo essere definita come «diffusione della informazione». A volte operano con dei fatti realmente accaduti: solo a volte, appunto, sono a) fatti e b) realmente accaduti. La pericolosità di tale operato può essere compresa grazie allo studio attento della propaganda araba: la maggioranza degli occidentali, per esempio, è erroneamente convinta che la Striscia di Gaza sia isolata dal resto del mondo per opera del «cattivo» Israele (guardate la mappa, cazzo; cercatevi le vecchie notizie sulla apertura dei valichi con l’Egitto, porco Giove). È solo uno dei tantissimi esempi della propaganda efficace, influenzandosi dalla quale la popolazione occidentale esercita il proprio diritto di voto per poi applaudire delle scelte politiche di dubbio gusto. Di conseguenza, è assolutamente giusto tentare di contrastare la propaganda finché c’è la consapevolezza diffusa del fatto che si tratti proprio della propaganda.

Per le persone capaci di leggere le fonti primarie aggiungo anche il link al testo della risoluzione del Parlamento Europeo.


Il diritto di scrivere (stronzate)

Oggi è il 322-esimo compleanno del filosofo francese Voltaire, e io vorrei fargli un piccolo regalo.

Tutti voi conoscete la frase «Non condivido le tue idee ma darei la vita per permetterti di esprimerle». Un sacco di gente è convinta che fosse di Voltaire, mentre sono in pochissimi a dubitare che abbia mai potuto scrivere una stronzata del genere. Io sono sempre stato tra i dubbiosi.

Meglio tardi che mai: qualche tempo fa ho risolto il caso. La famosa «citazione» è stata per la prima volta pubblicata dalla scrittrice inglese Evelyn Beatrice Hall nel 1906. La signora, autrice di una biografia di Voltaire, ha semplicemente parafrasato in un modo piuttosto superficiale (oppure è meglio dire volgare?) alcuni pensieri del filosofo.

Quindi diffondendo questa scoperta proprio il giorni della nascita di Voltaire, gli regaliamo un po’ di verità storica.

P.S.: ancora una volta consiglio a tutti il sito Quote Investigator.


Il maestro del tamburello

Non importa quale strumento hai in mano, devi essere il migliore a usarlo. Non so se questa massima (o qualcuna con lo stesso senso) sia già stata attribuita a qualche personaggio comunemente riconosciuto come un saggio. Ma penso che possa comunque servire ai miei lettori.

Il video illustrativo:


La waffeliera orizzontale

Dopo un anno di sperimentazione (svoltasi su alcuni incroci stradali di Mosca) i cui esiti sono stati valutati in modo positivo, nel codice stradale russo sta per essere inserita ufficialmente la «waffeliera». Si tratta di una particolare segnaletica orizzontale a rombi applicabile su incroci particolarmente trafficati: in base alla legge ai mezzi è vietato fermarsi nell’area coperta da tale «rete». A chi viola la regola arriva la multa (secondo il progetto di legge russo la multa sarà di 1000 rubli, circa 14 euro).


Foto di Aleksandr Shumsky

L’obbiettivo che si vuole raggiungere con tale tipologia di segnaletica è la fluidificazione del traffico evitando a) un sistema di semafori che quasi sempre impone delle pause inutili a tutti, e b) le situazioni come questa:

Non è una invenzione russa, questo metodo di organizzare il traffico è già in uso in diversi Stati, tra i quali anche gli USA. In inglese, per esempio, l’incrocio a rombi si chiama «box»:


Foto di Artemy Lebedev

In Italia il «box» stradale è ignoto pure alla Wikipedia (quindi aggiungo il link inglese), ma in realtà sarebbe molto utile in diverse città. In Russia è già stato realizzato in una molteplicità di modi.


Foto di Aleksandr Shumsky


AppleBook

Oggi in Europa esce un libro della Apple: «Designed by Apple in California». Nel libro sono raccolte le fotografie dei 450 prodotti della Apple realizzati nel periodo tra il 1998 e il 2015. A quanto pare, nel libro non c’è alcun testo tranne il titolo e la prefazione di Jonathan Ive (Chief Design Officer della Apple).

Il formato piccolo (26×32 cm) costa 199 dollari.

Il formato grande (33×41 cm) costa 299 dollari.

Tra il brevetto sulla borsa di carta e questo libro non so quale sia l’innovazione più interessante.

Come potete immaginare, il libro è in vendita nelle migliori librerie della Apple.


La lista si allunga

Per fortuna o purtroppo, ma nel mondo non c’è solo Trump. Proprio in questi giorni la lista dei presidenti populisti si è allungata ancora. Si sono aggiunti Dodon (Moldova) e Radev (Bulgaria). Il cerchio attorno alla vecchia Europa si sta stringendo. E si sta registrando una brutta tendenza di portata mondiale.

La gente si sarà stancata di vivere bene: si è rivelata una attività troppo difficile. «Meno male» che qualcuno smaschera «i poteri forti» che ci hanno complicato la vita per decenni e propone delle soluzioni semplici. Le soluzioni semplici sono belle per farsi votare ma non risolvono i problemi. Quindi per farsi amare c’è bisogno di proporre altre soluzioni semplici. Aspettiamo per vedere dove ci porta questa tendenza.

Vogliamo, dobbiamo o siamo costretti ad aspettare?