L’archivio del 23 settembre 2016

Elezioni presidenziali russe

Come avrete già letto o sentito, le elezioni parlamentari russe del 2016 si sono svolte con tre mesi di anticipo rispetto al momento previsto dalla legge. Dato che le elezioni in questione non si sono svolte in conseguenza allo scioglimento della Duma da parte di Putin, la legalità del voto anticipato è fortemente messa in dubbio. Per molti è dubbio anche il motivo di tale fretta, ma non vorrei finire sul campo delle dietrologie politiche.

Quindi oggi vi racconto di un altro argomento. Alcuni giornalisti russi hanno tentato di fare una Grande Scoperta, sostenendo che ci sarebbero degli indizi sulla intenzione del Cremlino di anticipare anche le elezioni presidenziali.

In base alla regolare scadenza del mandato di Vladimir Putin, le presidenziali dovrebbero tenersi nel marzo del 2018. Alcuni giornalisti attenti hanno però scoperto che nella legge finanziaria triennale (cioè quella provvisoria) per il 2017 è prevista una importante somma di denaro per l’organizzazione delle elezioni presidenziali. Già in base questo dato alcuni hanno concluso che ci sarebbe l’intenzione di anticipare le elezioni al 2017.

Ebbene, penso che si tratti di una conclusione un po’ frettolosa. Infatti, bisogna tenere conto del fatto che la finanziaria del 2018 sarà del tutto operativa solo dopo il 10 gennaio 2018 (cioè dopo la fine delle vacanze di Capodanno e Natale), quando alle elezioni presidenziali mancheranno ormai due mesi, forse anche un po’ meno. Di conseguenza, è naturale programmare i principali lavori di preparazione per l’anno precedente, il 2017.

Il secondo motivo della bassa probabilità delle elezioni presidenziali anticipate è il dettato Costituzionale. Infatti, in caso delle dimissioni o dell’impeachment Vladimir Putin non avrebbe il diritto a ricandidarsi. E soprattutto: qualcuno ritiene realmente possibili queste due opzioni?!

Ma anche se Putin decidesse, per qualche strano e improbabile motivo, di accorciare di propria iniziativa il suo mandato presidenziale attualmente in corso (per esempio, per non risultare formalmente a capo di uno Stato in una forte crisi economica), avrà sicuramente almeno un po’ di paura di non riuscire a tornare nella propria poltrona dopo un altro mandato di Medvedev.