L’archivio del 22 Settembre 2016

Elezioni russe: parte 2

Oggi continuo il mio racconto sulle elezioni (si vedano le puntate numero unonumero due). Questa volta ho deciso di parlare della affluenza. Ci sono due dati da considerare: il calo della affluenza rispetto alle elezioni del 2011 e l’anomalia della affluenza ufficialmente comunicata la mattina del 19 settembre 2016.

Alle elezioni parlamentari del 2011 l’affluenza fu del 60,2%. Quel dato confermò la tendenza generale del lento ma progressivo abbassamento della affluenza in corso dal 1993. I risultati della votazione, però, mostrano che nel 2011 votarono molti più sostenitore della opposizione. Ne esiste una spiegazione psicologica relativamente semplice. Due mesi e mezzo prima, il 26 settembre 2011, l’allora presidente russo Medvedev comunicò che la Russia Unita avrebbe appoggiato alle elezioni presidenziali del 2012 la candidatura di Vladimir Putin, confermando quindi (in modo indiretto) di avergli semplicemente tenuto la poltrona per raggirare il dettato costituzionale (non più di due mandati presidenziali di fila). I sostenitori della opposizione, avendo la debole e poco fondata speranza nel graduale allontanamento di Putin dalla politica, si convinsero di poter influire sulle scelte del Cremlino attraverso le elezioni parlamentari. L’operato della Duma nata da quelle elezioni fece crollare le ultime illusioni.

Tante persone si convinsero, negli ultimi cinque anni, di almeno una delle seguenti cose:

1) Nonostante tutto, le elezioni saranno sempre falsificate;

2) La elezione di un numero rilevante dei deputati di opposizione è impossibile;

3) Avere pochi rappresentanti in Parlamento è come non averne proprio (perché non sarebbero in grado di influire sul corso delle cose).

Il terzo punto è il più discutibile, ma la convinzione delle masse è quella. Di conseguenza, il 18 settembre 2016 tantissimi sostenitori della opposizione non sono andati a votare. L’affluenza ufficialmente comunicata dalla Commissione elettorale centrale è quindi stata del 47,76%. Nella Duma sono entrati 0 (ZERO!) candidati della opposizione.

Un brevissimo commento fuori tema: ora che non c’è nemmeno Dmitry Gudkov, tante persone si accorgeranno presto a cosa serve almeno un deputato di opposizione.

Passiamo alle elezioni del 2016. In base ai primi dati diffusi dopo la chiusura dei seggi (quindi dopo le 20:00 del 18 settembre) si è calcolato che l’affluenza sarebbe stata tra il 33 e il 39%. La mattina del 19 settembre, però, la Commissione elettorale centrale (l’organo statale responsabile della organizzazione di tutte le elezioni) comunicò un dato sensibilmente diverso: 47,7%.

Ora apriamo una parentesi e confrontiamo due risultati della Russia Unita: nel 2011 la sua lista prese 49,32% dei voti, mentre nel 2016 il 54,19%. Parentesi chiusa.


Come potete immaginare, è piuttosto difficile che gli oppositori decisisi a votare siano in parte diventati sostenitori di Russia Unita. In più, in tutte le elezioni russe si osserva una tendenza statistica anomala: più è alta affluenza in un singolo seggio, e più è alta la percentuale de voti che prende la Russia Unita. Statisticamente, però, non è logico: la distribuzione delle preferenze dovrebbe essere indipendente dalla quantità dei votanti. Mentre se i sostenitori dei partiti di opposizione si fossero mobilitati almeno come nel 2011, la percentuale della Russia Unita avrebbe dovuto addirittura scendere.

Guardate questo grafico (ora ve lo spiego):

In sostanza, più persone si presentano al seggio per votare, e più schede con il voto per la Russia Unita vengono aggiunte nelle urne dalla commissione del seggio. Perché lo fanno? Per assicurare il distacco della Russia Unita dalla opposizione. L’aumento delle schede nella urna viene giustificato con la falsificazione dei dati sulla affluenza: essa viene corretta per eccesso nella notte, dopo la chiusura del seggio. Quindi, in sostanza, una persona che non è andata a votare, ha regalato la propria scheda ai falsificatori. Ed è per questo che il 19 settembre 2016 il dato sulla affluenza è cambiato dal 36,5% al 47,76%.